Reinaldo Arenas
Lo sposo del mare
Prefazione Héctor
Febles
Edizioni Libreria Croce – Pag. 96 –
Euro 15
Reinaldo Arenas nasce
in un villaggio di campagna dalle parti di Holguín
(Cuba) il 16 luglio 1943 e muore suicida a New York, il 7 dicembre 1990, dopo aver
contratto l'Aids ed essersi ammalato del morbo più terribile: la nostalgia. Arenas non amava la
Cuba comunista e dittatoriale di Fidel Castro, ma odiava con
tutto il cuore anche la Miami
degli esuli cubani e il capitalismo statunitense. La realtà non è mai monodimensionale
e le opinioni dei veri intellettuali raramente coincidono con il bianco e con
il nero. Tra l'altro Arenas fu inizialmente
favorevole alla rivoluzione, credette nell'uomo nuovo
profetizzato dalla retorica nazionalistica e si arruolò nelle truppe castriste.
Negli anni Sessanta, maturò una feroce repulsione di fronte alle violenze della
polizia e alle ondate repressive nei confronti di dissidenti e antisociali. La
sua ribellione a Castro gli costò ripetute censure alle opere, molestie fisiche
e morali, oltre a periodi di internamento nelle Umap
(gulag per antisociali, omosessuali, capelloni, rockettari e affini). Credo di
non sbagliare se affermo che Arenas è uno degli
scrittori cubani più importanti del Novecento, anche se in patria viene letto
soltanto di nascosto. Héctor Febles
afferma che in Messico negli anni Ottanta veniva definito un nuovo mostro della letteratura ispano - americana. Non avevano
torto. Arenas è un artista a tutto tondo: poeta,
romanziere, drammaturgo, anche se in Italia lo conosciamo soprattutto per lo
stupendo Prima che sia notte
(Guanda, 2000 - 2007), autobiografia terminale di un oppositore al regime di
Fidel Castro. Le Edizioni Socrates hanno pubblicato la
raccolta di racconti Adiós a mamá (de La Habana a Nueva York) (2006), introdotta da Mario Vargas Llosa. Arturo, la stella più brillante, invece, è un romanzo breve
uscito per Cargo (2007). La produzione inedita di Arenas
è sterminata, ma non è facile risolvere questioni di diritti tra eredi
litigiosi per pubblicare qualcosa.
La Libreria
Croce di Roma compie un lavoro meritorio tirando fuori
dall'oblio la raccolta poetica Lo sposo
del mare (tradotta da Claudio Marrucci), edita in
spagnolo come Voluntad de vivir manifestandose. Nel libro vengono presentate alcune
delle poesie più significative di Arenas, autore incline
alla lirica - racconto perché prima di tutto è un romanziere. Contributi
è una sorta di manifesto sulla libertà negata: Carl Marx/ non ebbe mai senza saperlo un
registratore/ collocato strategicamente nel suo luogo più intimo./ Nessuno lo
ha spiato dal marciapiede di fronte/ mentre con gioia scarabocchiava fogli su
fogli./ Si è potuto concedere il lusso eroico/ di
cospirare tranquillamente/ contro il sistema imperante. Se ti
chiamassi Nelson racconta la tragedia di uno scrittore cubano confinato
in un campo di concentramento, poi liberato e infine condannato a morte per
aver provato a dirottare un aereo. Nelson Rodríguez ha scritto Il regalo, pubblicato da Virgilio Piñera nel 1964 e un libro sulla sua esperienza di forzato
che le autorità cubane hanno fatto sparire. Se
ti chiamassi Nelson/ adesso staresti sfilando marzialmente/ (pugno alzato,
passo fermo, capelli a zero)/ davanti alla tribuna dove il capo/ concederà,
forse, la grazia di un saluto…L'emblematica
lirica Pensare ci ricorda che Pensare non fa parte/ dei doveri dello
sbirro/ Pensare non fa parte dei doveri del cretino/ Pensare non fa parte/ dei
doveri dello schiavo…per continuare con il turista, la puttana, il
professore, il presidente, l'ambasciatore e concludere che in fondo pensare è soltanto una strana, molesta e impertinente parolina.
Questa poesia la scrive a New York e manifesta tutta la sua insofferenza per
una società consumistica nella quale non è mai riuscito ad adattarsi. Geniale anche
Stronzetto bianco, diretta
al professore universitario che inneggia al comunismo, una teoria che secondo
lui fila alla perfezione, tanto non gli verrà mai applicata nella pratica
quotidiana. Può sembrare strano, ma nel nostro paese siamo circondati da un
gran numero di stronzetti bianchi. L'opera di Reinaldo
Arenas è quella di uno scrittore in perenne lotta contro l'ingiustizia e contro la
stupidità del potere, come ricorda Antonio Veneziani nella breve ma intensa
postfazione. Fa male doversi rendere conto che la stupidità è ancora al potere
mentre un autore geniale ci ha lasciati troppo presto.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi