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  Letteratura  »  Katia Ciarrocchi ha recensito Orfeo rinasce nell'amore, di Grigore Vieru, edito da Graphe.it 06/05/2010
 

Orfeo rinasce nell'amore

di Grigore Vieru

Traduzione di O. Irimciuc

Testo romeno a fronte

Graphe it.

Poesia

Pagg. 256

ISBN 9788889840566

Prezzo € 10,00

 

 

La Graphe.it Edizioni porta in Italia con testo romeno a fronte tradotto da Olga IrimciucOrfeo rinasce nell'amore”, il quale raccoglie le più belle poesie del poeta moldavo Grigore Vieru.
Grigore Vieru è considerato “il poeta delle origini del mondo” per la sua capacità di penetrare l'intimo nelle tematiche esistenziali dell'umanità.
Uno dei più vivaci attivisti per il risveglio della coscienza nazionale dei romeni a est del fiume Prut, contribuì essenzialmente a sviluppare la letteratura per bambini.
Il suo centro di interesse artistico è sempre stato l'amore per la madre, l'arte, la Patria, che ritroviamo soprattutto nei suoi ultimo lavori, Vieru evoca il divino o l'adorazione di figure e verità che la letteratura sovietica del realismo socialista cercava di mantenere nell'ombra, non riuscendo a distruggerle completamente.
Nella prefazione di Orfeo rinasce nell'amore leggiamo che lo stesso poeta in un'intervista del 1979, confidò di aver cominciato a scrivere per paura e solitudine, quant'era ancora bambino e durante la seconda guerra mondiale, ove spesso di notte rimaneva solo in casa e per vincere la paura del buio parlava con l'ombra dell'albero che s'intravvedeva dalla finestra e con se stesso: “Quest'incessante dialogo esistenziale si trasformò, in una semplice ma sconvolgente, metafora poetica”.
Quella stessa casa che rievoca nella lirica La mia casa, “Casa vedova e triste,/sul fiume Prust' dalla riva dolente”, Prust è il fiume che per anni ha rappresentato il doloroso confine tra la Repubblica Moldava e la Romania.

Un dolore che il poeta ha vissuto sulla pelle, che gli è rimasto impresso nell'anima e con il quale è riuscito a coesistere proprio grazie a quel dialogare “con la natura, la storia, gli avi, e finalmente con il bambino nascosto in ognuno di noi”.
Una Lacrima che solca il cuore (Questo volto di un dio triste e chiaro / Lacrima. / Questo grillo di cristallo / Lacrima / Questa mente pensante / Lacrima / Questo sole ardente / Lacrima /questa catena cresciuta nelle ossa / Lacrima / Questo proiettile furioso / Lacrima /(…) Questa campana, questo do dolente / Lacrima), un ferita che la guerra lacera e non si rimargina (da Formulario: “- Hai parenti all'estero? / – Si. Mio padre. Sepolto / in terra straniera. L'anno 1945), per il poeta è un mancato tentativo di comunicare con la società politicante; Vieru ribadisce con forza che tutti i popoli gli sono cari, ma si ribella con determinazione contro la degradazione della lingua del suo popolo dovuta alle incursioni degli “occupanti“, presentate come un “dono” (… nella tua lingua / vivi l'amor materno, / senti il sapor del vino / e gusti un vero pasto. / (…) solo nella tua lingua / il pianto puoi placare. / Ma quando tu non puoi / né piangere, né ridere, / quando cantar non puoi, / davanti alla tua Terra / davanti al tuo cielo, / nella materna lingua, / vivere il silenzio puoi ).

Grigore Vieru come Orfeo è un uomo “malato” d'amore un uomo che mette in fila parole, colorandole di emozioni quelle emozioni che si accumulano nell'essere come puzzle a comporre il mosaico dell'esistenza di ognuno.
Grigore Vieru concentra tutte le valenze affettive dell'amore una sola immagine: la madre, emblema dell'amore vero e puro: “Lei è tutto: l'inizio di una vita, l'incantesimo dell'infanzia, la terra che si ama…”, e come dirà lo stesso poeta in un'intervista “la madre è la nostra infanzia invecchiata”; ( da Madre, tu seiMadre, / tu sei la patria! / il tuo corpo è / la cime della montagna / ricoperta di neva. m/ I tuoi occhi: / azzurri mari. Le tue palme: / le nostre arature. / Il tuo respiro / è una nuvola / che porta pioggia / nei campi e sulle città…).
Intenso il dialogo del poeta con la morte, il quale non ha paura di essa anzi la compatisce perché lei è priva di patria e affetti, (Sei grande, morte, / ma cos' sola, tu. / Io ho una terra dove amare, / ma non tu, ma non tu.), finchè l'uomo riesce ad emozionarsi nell'amore e nella vita Orfeo potrà sfidare gli inferi con il suo canto e nulla potrà intaccarlo, questo Grigore Vieru lo sa bene perché il canto di Orfeo lo ha accompagnato nel viaggio oltre questa esistenza.
Un libro che strugge l'anima e che consiglio vivamente.

 

Grigore Vieru nasce nel 1935 a Pererîta, nel distretto Briceni in Moldavia (a quel tempo in romania). I suoi genitori, Pavel e Eudochia Vieru (nata Didic) erano agricoltori.
Il suo debutto letterario risale al 1957 con la pubblicazione di un libretto di poesie per bambini, dal titolo Allarme. L'anno successivo, Vieru si laurea presso l'Università Pedagogica Statale di Chişinău Ion Creangă con una tesi in storia e filologia e inizia a lavorare come redattore presso una rivista per bambini Scintilla Leninista (attualmente Noi).
L'8 giugno 1960 sposa Raisa Nacu, professoressa di romeno e latino, dalla quale ha due figli: Tudor (nato il 16 giugno 1960) e Calin (nato il 29 giugno 1965). Nello stesso anno diviene redattore della rivista Nistru (oggi Basarabia), pubblicata dall'Unione degli Scrittori Moldavi, mentre dal 1960 al 1963 ha lavorato come caporedattore presso la casa editrice Cartea Moldovenească.
Nel 1965 pubblica i Versi per i lettori di tutte le età che due anni dopo verrà insignito del premio moldavo per la letteratura giovanile.
Nel 1968 l'opera Il tuo nome entra a far parte del curriculum letterario delle università moldave. Tale libro viene stimato dalla critica letteraria come la più originale opera poetica del periodo.
Nel 1973 Vieru visita per la prima volta la Romania, quale membro di una delegazione di scrittori sovietici. Su sua richiesta il gruppo visita anche i monasteri di Putna, Voroneţ, Suceviţa, Dragormina, Varatec. L'anno seguente – e di nuovo nel 1977 – invitato dal presidente dell'Unione degli Scrittori Romeni, Vieru visita Bucarest, Costanza, Iaşi e altre città in Transilvania.
Nel 1978 la casa editrice Junimea pubblica La stella del venerdì prima opera di Vieru pubblicata in Romania.
Nel 1980 viene prodotto un film su Grigore Vieru dal titolo Vicini, mentre nel 1982 esce il film musicale per bambini Maria Mirabela, diretto da Ion Popescu Gopo, con i testi di Grigore Vieru e la musica di Eugen Doga.
Nel 1989 viene eletto al Parlamento moldavo e prende parte alla campagna per l'unificazione di Romania e Moldova. L'anno seguente diviene Membro Onorario dell'Accademia Romena che, nel 1992, lo segnala per il Premio Nobel per la Pace.
Ne
l 1995 è membro della Compagnia Radiofonica Romena.
Nel 2000 il Governo Romeno lo insignisce della medaglia Eminescu.
Il 5 dicembre 2005 Grigore Vieru è vittima di un incidente che avrebbe potuto costargli la vita. Lo stesso poeta era convinto che non si trattasse di un evento casuale[1].
Nell'aprile del 2007 ha ricevuto a Ginevra dal World Intellectual Property Organisation, una medaglia d'oro per la sua intera attività letteraria[2].
Il 15 gennaio 2009 Grigore Vieru viene coinvolto in un incidente automobilistico che lo porterà alla morte quarantotto ore dopo. Il presidente della Repubblica Moldova, Vladimir Voronin, proclama il lutto nazionale per il giorno dei funerali del poeta[3].
Dopo la sua morte, il presidente romeno Traian Băsescu insignisce Grigore Vieru della Gran Croce dell'Ordine della Stella di Romania[4].

 

Katia Ciarrocchi

 

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