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  Letteratura  »  Un poeta nel cuore, di Franco Seculin 21/09/2010
 

Un poeta nel cuore

di Franco Seculin

 

 

8 Marzo 1976 - 8  marzo 2010
“Il tempo passa  e va…” e non si cancella  in me, a distanza di trentaquattro anni , l'eco di una telefonata,  a tarda sera,  che mi annunciava la scomparsa di Alfonso Gatto  in un tragico incidente avvenuto nei pressi di Capalbio.  All'epoca poco sapevo di questo uomo insigne,una delle figure di spicco  della poesia italiana  del'900, ma a quella telefonata  seguirono poi nel tempo degli eventi  che oltre a  interessarmi  alla  sua opera  modificarono  il mio rapporto con  lo scrivere  in versi. Qualche tempo fa  visionando delle fotografie e  un video,  opera di due miei cari amici che a lungo hanno soggiornato in Africa,mi sono  soffermato su delle immagini che ritraevano un gruppo di ragazzini di colore, credo in un villaggio nel Burkina Faso, intenti ad inseguire un pallone, alquanto rabberciato, su un campo di terra rossa dove si ergeva una specie di porta  difesa da un demonietto, alto poco più di una spanna, con una grande maglia, stinta e lacera, con il numero 1 cucito sulla schiena. L'associazione è scattata in un lampo e mi sono ritrovato sulle labbra le parole di una  famosa lirica di Gatto che qui trascrivo per completezza:
”DENTRO LA  BOCCA  HA TUTTE  LE  VOCALI
IL BAMBINO CHE CANTA. LA SUA GIOIA
COME  LA  GIACCA  AZZURRA,  COME  I  PALI
NETTI  DEL  CIELO, S'APRE  ALL'ARIA, E'  IL  FRESCO
DELLA  FACCIA  CHE  PORTA.  IL  4   E'  ROSSO
COME  I  NUMERI  GRANDI  DELLE  NAVI.”
 I versi de “Il 4 è rosso” nascono dall'amore del poeta per i bambini, fanciulli che giocano e ridono ignari , esseri liberi e innocenti, come li definisce lui in un'altra lirica “pieni d'occhi”e in quegli occhi tu vedi il mare e i colori della sua terra.. I ragazzini di Salerno,  come quelli di tutto il mondo che lui canta, mi hanno fatto venire in mente le immagini dei piccoli africani  che conosco solo per averli visti in ogni genere di documentario o film. E questo bambino che io vedo giocare al pallone a piedi nudi e con una maglia azzurra grande il doppio di lui  ha il numero 4 stampato sulla schiena  e può essere solo rosso… “come i numeri grandi delle navi” che io guardavo affascinato, da profugo, sin da piccolo tutte le volte che entravo  in un porto… uno dei tanti della mia vita.
Ora mi preme, da comune lettore, dare un senso alla poesia diquesto autore, uno dei massimi di sempre, e al quale mi lega, dicono, un'affinità  speciale nell'evocare immagini  musicali  con parole libere da ogni costrizione  metrica o semantica. Alfonso Gatto è un poeta, con il cuore in mano  e la fantasia nella mente come strumenti disposti a dipingere volti, luoghi, e fatti dell'umano.  Invenzioni che di ermetico hanno il colore dell'impossibile a dirsi con parole, che suonerebbero stanche, e che questo grande poeta , a volte dimenticato e misconosciuto, sottrae al vuoto intellettuale per farne  disegno del suo sentire. E sono segni palpabili - “…Rosaviola fuggì dal rosso / macchiò di gioia le lunghe mani…”(Interno)-  e ancora -  “ Come di primavera/ un giorno nevicò/rimase nella sera / il verde di Del Bon./E poi l'azzurro,e il giallo,/il bianco delle fiere,/le pedane del ballo…”( Il Verde). Parole alate e colori in musica che  ricorrono e si inseguono verso dopo verso " Sull'alzata di verde e di lattughe,/ d'azzurri ghiacci trasparenti, viene/ la brezza della notte..."( A Napoli,una notte d'estate), e ancora:" La pera verde e l'uva dall'agretto/colore di pisello, i pesci d'argento:/d'azzurro freddo e nuvolo..."(I Pesci Azzurri). Vorrei ancora dire del poeta che si fa grande e raggiunge valori universali nei versi di: "Stanza al buio"- "E tu m'ascolterai"- "Ed io non so chi t'ebbe"- "Qui, alla panchina di sole"...
E  mi fermo qui.  Questa breve disamina trova senso come un caldo invito senza pretese, per chi ama questo genere,  alla lettura o rilettura di tutta l'opera di Alfonso Gatto, raccolta con cura e con una ricca introduzione, da Silvio Ramat nell'edizione a mie mani del 2005 degli Oscar Mondadori - I Grandi Classici.

 
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