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  Letteratura  »  Le voci di Nike, di Silvia Maria Elena Damiani, edito da Excogita e recensito da Rosella Rapa 16/10/2010
 

Le voci di Nike

di Silvia Maria Elena Damiani

Edizioni Excogita

Narrativa romanzo

Collana Fabulae

Pagg. 140

ISBN 978-88-96678-10-7

Prezzo € 11,00

 

 

 

Malia. Incanto. Fin dalle prime battute di questo romanzo, si avverte un'atmosfera che non è semplicemente “Fantasy”, e nemmeno “magica”, si percepisce l'influsso di un incantesimo potente e malefico che renderà nulle le volontà dei protagonisti.

L'effetto è reso palpabile dai ripetuti flashback, che si mescolano alla storia presente. E' evidente che tutto ciò che accade non è altro che un' inevitabile conseguenza di errori commessi in giorni passati, ma quali? E, soprattutto, perché dare inizio ad un incantesimo che tutto distrugge, e nulla permette?

Sono domande non destinate a sciogliersi tanto presto: terranno avvinto il lettore fino all'ultimo capitolo. Anche se si intuisce che il tempo gioca a rincorrersi, in spirali senza fine, nulla ci anticipa come l'incantesimo agisce, né come possa essere fermato.

Si tratta di un tessuto originale, e non semplice da mantenere intatto. Il Fantasy, sebbene sia un genere che ammette le più folli e straordinarie invenzioni che uno scrittore possa sognare, di norma obbedisce ad una sua logica, per lo più avventurosa, molto avventurosa, con un inizio ed una fine. In “Le voci di Nike”, ciò non accade. Ogni logica è sovvertita, i comportamenti dei protagonisti appaiono spesso irragionevoli, la morte si mescola alla vita, le magie combattono se stesse.

La narrazione, in terza persona, alquanto distaccata dallo svolgersi della vicenda, aumenta il tono d'irrealtà: sembra infatti d'ascoltare un'antica leggenda, una storia di tempi remoti, in cui i personaggi si muovono obbedendo ad un copione già scritto.  Non c'è un grande spessore psicologico, in loro, non ci sono eroi, né eroine. Persino i demoni, e gli assassini, non riescono ad incutere paura al lettore, ma solo a Nike, incapace di difendersi, incapace di lottare, sempre troppo terrorizzata, da chiunque mostri un minimo di forza.

E' voluto, questo distacco? Forse una scrittrice più esperta avrebbe saputo, con pochi tratti, delineare meglio il carattere anche dei personaggi secondari, aggiungendo così un maggiore coinvolgimento emotivo; tuttavia questo è un falso problema, facilmente superabile, se l'autrice lo vorrà. Perché in questo libro non era necessario. Ciò che conta è in effetti solo la narrazione, la storia, il contorcersi su se stesse delle spire del tempo, vero ed assoluto protagonista del romanzo. Gli uomini agiscono ormai privi di speranza, addirittura quasi privi di anima. Il lettore dovrà arrivare all'ultima, ultimissima battuta per comprendere questo strano comportamento.

Da un altro punto di vista, noto che si tratta di un fantasy al femminile: le protagoniste principali sono donne: la timida e spaurita principessa Nike, la coraggiosa regina guerriera Amelia, la perfida strega Rhea. Le azioni degli uomini sono viste soprattutto in funzione delle conseguenze e dei desideri verso le loro amate. In un mondo che per decenni (o per secoli: quando iniziò il Fantasy?) è stato dominato dalla forza e dal coraggio maschili, questa è una rivincita del potere femminile, sotto tutti i punti di vista. E' bene che una scrittrice si immedesimi in personaggi femminili, e ne faccia le figure di perno: riuscirà a dare loro, anche senza specifiche descrizioni e approfondimenti, una sensibilità innata.

In questa vicenda tanto irreale, si propongono però motivi di riflessione niente affatto trascurabili: il destino è già scritto? Possiamo opporci ad esso? Accettare la morte fa parte della vita?

Io sento un monito salire da queste pagine: non cercate soluzioni troppo facili, abbiate coraggio, quel coraggio che non si vede, ma che aiuta a superare gli imprevisti che la vita ci riverserà addosso, e che nessun sogno potrà mai cancellare.

Venendo da una scrittrice molto giovane, questo è un pensiero davvero notevole.

E' un libro che consiglio a tutti coloro che amano il genere fantastico, non necessariamente Fantasy puro.  Vi troverete avvolti in una atmosfera surreale, impazienti di seguire una narrazione che scorre gradevole, avvincente, con un buon linguaggio, molti interrogativi e un finale che trafigge il petto. La prima prova di una giovane Autrice, capace di tenere incollato il lettore con gli occhi fissi fino all'ultima riga.

 

Mi auguro che abbia un seguito: senza fretta, per darle il tempo di migliorare ancora, e stupirci di più.

 

 

Rosella Rapa

 

 

 

 

 
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