Le voci di Nike
di Silvia Maria Elena Damiani
Edizioni Excogita
Narrativa
romanzo
Collana Fabulae
Pagg. 140
ISBN 978-88-96678-10-7
Prezzo €
11,00
Malia.
Incanto. Fin dalle prime battute di questo romanzo, si avverte un'atmosfera che
non è semplicemente “Fantasy”, e nemmeno “magica”, si percepisce l'influsso di
un incantesimo potente e malefico che renderà nulle le volontà dei
protagonisti.
L'effetto è
reso palpabile dai ripetuti flashback, che si mescolano alla storia presente.
E' evidente che tutto ciò che accade non è altro che un' inevitabile
conseguenza di errori commessi in giorni passati, ma quali? E, soprattutto,
perché dare inizio ad un incantesimo che tutto distrugge, e nulla permette?
Sono domande non destinate a
sciogliersi tanto presto: terranno avvinto il lettore fino all'ultimo capitolo.
Anche se si intuisce che il tempo gioca a rincorrersi, in spirali senza fine,
nulla ci anticipa come l'incantesimo agisce, né come possa essere fermato.
Si tratta di un tessuto originale, e
non semplice da mantenere intatto. Il Fantasy, sebbene sia un genere che
ammette le più folli e straordinarie invenzioni che uno scrittore possa
sognare, di norma obbedisce ad una sua logica, per lo più avventurosa, molto
avventurosa, con un inizio ed una fine. In “Le voci di Nike”, ciò non accade. Ogni
logica è sovvertita, i comportamenti dei protagonisti appaiono spesso
irragionevoli, la morte si mescola alla vita, le magie combattono se stesse.
La narrazione, in terza persona,
alquanto distaccata dallo svolgersi della vicenda, aumenta il tono d'irrealtà:
sembra infatti d'ascoltare un'antica leggenda, una
storia di tempi remoti, in cui i personaggi si muovono obbedendo ad un copione
già scritto. Non c'è un grande spessore
psicologico, in loro, non ci sono eroi, né eroine. Persino i demoni, e gli assassini,
non riescono ad incutere paura al lettore, ma solo a Nike, incapace di
difendersi, incapace di lottare, sempre troppo terrorizzata, da chiunque mostri
un minimo di forza.
E' voluto,
questo distacco? Forse una scrittrice più esperta avrebbe saputo, con pochi
tratti, delineare meglio il carattere anche dei personaggi secondari,
aggiungendo così un maggiore coinvolgimento emotivo; tuttavia questo è un falso
problema, facilmente superabile, se l'autrice lo vorrà. Perché in questo libro
non era necessario. Ciò che conta è in effetti solo la
narrazione, la storia, il contorcersi su se stesse delle spire del tempo, vero
ed assoluto protagonista del romanzo. Gli uomini agiscono ormai privi di
speranza, addirittura quasi privi di anima. Il lettore dovrà arrivare
all'ultima, ultimissima battuta per comprendere questo strano comportamento.
Da un altro
punto di vista, noto che si tratta di un fantasy al femminile: le protagoniste
principali sono donne: la timida e spaurita principessa Nike, la coraggiosa regina
guerriera Amelia, la perfida strega Rhea. Le azioni
degli uomini sono viste soprattutto in funzione delle conseguenze e dei
desideri verso le loro amate. In un mondo che per decenni (o per secoli: quando
iniziò il Fantasy?) è stato dominato dalla forza e dal coraggio maschili,
questa è una rivincita del potere femminile, sotto tutti i punti di vista. E'
bene che una scrittrice si immedesimi in personaggi femminili, e ne faccia le
figure di perno: riuscirà a dare loro, anche senza specifiche descrizioni e
approfondimenti, una sensibilità innata.
In questa vicenda tanto irreale, si
propongono però motivi di riflessione niente affatto trascurabili: il destino è
già scritto? Possiamo opporci ad esso? Accettare la morte fa parte della vita?
Io sento un monito salire da queste
pagine: non cercate soluzioni troppo facili, abbiate coraggio, quel coraggio
che non si vede, ma che aiuta a superare gli imprevisti che la vita ci
riverserà addosso, e che nessun sogno potrà mai cancellare.
Venendo da una scrittrice molto
giovane, questo è un pensiero davvero notevole.
E' un libro che consiglio a tutti
coloro che amano il genere fantastico, non necessariamente Fantasy puro. Vi troverete avvolti in una
atmosfera surreale, impazienti di seguire una narrazione che scorre
gradevole, avvincente, con un buon linguaggio, molti interrogativi e un finale
che trafigge il petto. La prima prova di una giovane Autrice, capace di tenere
incollato il lettore con gli occhi fissi fino all'ultima riga.
Mi auguro che abbia un seguito: senza
fretta, per darle il tempo di migliorare ancora, e stupirci di più.
Rosella Rapa