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  Letteratura  »  Il divoratore, di Lorenza Ghinelli, edito da Il Foglio Letterario e recensito da Giuseppe Iannozzi 22/10/2010
 

Il divoratore

di Lorenza Ghinelli

Edizioni Il Foglio Letterario

Collana Autori Contemporanei

Pagg. 197

ISBN 9788876061714

Prezzo € 12,00

 

 

 

Lorenza Ghinelli non mantiene la promessa avanzata da Valerio Evangelisti. Il divoratore, opera prima insignificante
Il divoratore”, opera prima di Lorenza Ghinelli, non è un libro di quelli che si possono dire brutti. Però non è un bel libro, nonostante la superflua introduzione di Valerio Evangelisti che tira le somme senza fare i conti con l'oste, cioè con la critica: “Lorenza Ghinelli è l'ulteriore esempio di un miracolo ricorrente. Lingua perfetta, lontanissima dai luoghi comuni dei generi noir e horror, cui pure si apparenta. Efficacia stilistica totale, con frasi talora elaborate che nulla tolgono alla scorrevolezza e al fluire della trama. Un crescere della suspense ottenuta evitando mezzucci ed espedienti di seconda mano. Sulle prime non si capisce nemmeno che ci troviamo dalle parti dell'horror o, per chi collega il genere a fiumi di sangue, dalle parti del thriller”.
Diciamo allora che se si vuole leggere “Il divoratore” di Lorenza Ghinelli, la prima cosa da fare è di stralciare la prefazione di Valerio Evangelisti, che non si capisce davvero di che libro stia parlando, e se l'abbia letto sul serio con onesta attenzione critica. Diciamo che “Il divoratore” è una favola nera con tutti gli elementi tipici di questo genere: uomo nero, o dei sogni, compreso. Non c'è il parto di un Prometeo incatenato sulla falsariga di Mary Shelley, c'è però un pizzico dei fantasmi di Edith Warthon e c'è la perdita dell'innocenza così come l'aveva miracolosamente delineata in “Giro di viteHenry James. Tuttavia Lorenza Ghinelli sfrutta male le argomentazioni strutturali della Wharton e di H. James, le imita in una coniugazione semplicistica e moderna, fin troppo moderna; e così il risultato a cui perviene è infelicemente ingessato. Si è ben lontani dalla perfida perfezione che Angela Carter ci ha trasmesso attraverso la rielaborazione delle storie fantastiche – si vedano Barbablù, Cappuccetto Rosso, La Bella e la Bestia.
Ne
l romanzo di Lorenza Ghinelli veniamo messi di fronte all'Uomo dei Sogni, che è coniugato in tutte le persone plurali, difatti ESSO è un NOI, un VOI e un ESSI. I suoi occhi divorano i ragazzini che lo guardano e che credono in lui. I giovani protagonisti disegnati dalla giovane autrice Ghinelli non sono esenti da malizie e cattiverie: sono sì dei bambini, ma hanno in sé il seme del Male, che un giorno ne farà degli uomini, non migliori non peggiori rispetto ai tanti milioni che popolano il pianeta.
Noi nel “Divoratore” facciamo i conti con dei ragazzini, tra i nove e i quattordici anni, che ad un certo punto incontrano sulla loro strada un vecchio vestito in nero con scarpe da ginnastica ai piedi: l'Uomo dei Sogni. Un ragazzo scompare: è Filippo, il più grande di un gruppetto di quattro amici-nemici. Scompare e basta. Vengono ritrovati solamente i suoi vestiti ben piegati e la sua bicicletta. Gli inquirenti parlano di un pedofilo. La Ghinelli introduce la piaga della pedofilia nel suo “Divoratore”; tuttavia è solo un escamotage per far salire la tensione nell'animo del lettore: in realtà “Il Divoratore” non scruta negli abissi degli abusi sessuali, non parla di agnelli sacrificati alla perversione di vecchi porci, parla invece della paura di credere in qualche cosa, nell'Uomo dei Sogni, tanto tanto simile al sadico pagliaccio Pennywise di “It”, capolavoro fantasy-horror di Stephen King. Come si può ben arguire, la promessa di Valerio Evangelisti spiegata in una immersione “in girandole di virtuosismo” è poi solo una bestemmia dettata a voce alta, con l'impeto dello strillone di strada. Null'altro.
Il divoratore” di Lorenza Ghinelli, un libro non bello. Non brutto. Ma che ha lo spessore di cose già lette. Un libro adatto a chi ama emozioni collaudate e una scrittura infantile, disimpegnata e abbandonata a sé stessa. Libro adatto ad una fascia di lettori tra i 6 ai 9 anni, ed ai nonni ultraottantenni!

 

Giuseppe Iannozzi

 

www.liberolibro.it

 

 
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