UOMINI
CHE ODIANO LE DONNE
di Stieg Larsson
© 2010 Marsilio Editori ISBN
978-88-317-0704-6
Pag. 676 € 13,80
Questo romanzo è il primo volume di una trilogia. Infatti, prosegue con La
ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta. Nel
mondo hanno venduto circa trenta milioni di copie.
Con queste premesse, chi si avvicina a questo libro consistente
nel senso di pagine, si aspetta forse qualcosa di più; io, personalmente,
quando mi trovo a dovermi fronteggiare con un romanzo che è diventato un caso
letterario, parto già un poco prevenuta.
Ho così iniziato a leggere le prime pagine e, in effetti, non
trovavo molti motivi per procedere; ma ho insistito e, superato il primo
scoglio, ho cominciato a farmi prendere da una trama che all'inizio mi era
parsa ostica e poco comprensibile.
Ci si trova dunque trasportati in Svezia, nella famiglia Vanger, a fare ricerche col giornalista Mikael
Blomkvist per scoprire cosa sia accaduto alla nipote
prediletta dell'anziano Henrik Vanger, scomparsa ormai da
molti anni.
Più le ricerche proseguono e più si fa prepotente un senso di
ansia, qualcosa che pare sempre affiorare in superficie, ma che all'ultimo
momento sparisce. Si pensa a un serial killer, forse una ricerca che la ragazza
stava compiendo e che l'ha portata a imbattersi proprio nel mostro. Forse,
addirittura, l'omicida potrebbe appartenere alla stessa famiglia della ragazza.
Ma fra tutti i parenti, ognuno con qualcosa di inquietante addosso, chi
potrebbe essere?
A un certo punto Mikael si fa aiutare da
Lisbeth Salander, una
ragazza con grossi problemi sociali, ma un'ottima investigatrice.
E proprio questo personaggio permette all'autore di introdurre
delle note che portino l'attenzione del lettore sui crimini perpetrati ai danni
delle donne che ogni anno accadono in Svezia. Dei dati quasi inimmaginabili.
La realtà che si mescola alla fantasia e alla trama,
intersecandola per alcuni tratti.
Quello che più mi ha colpito di questo romanzo è stato che,
risolto il giallo, il libro non termina.
Perché c'è ancora altro da sistemare e il fine primo, anche se
chiuso, non porta alla naturale conclusione del libro.
Detto questo, posso garantire che è sicuramente un libro valido,
per gli amanti del genere un buon romanzo.
© Miriam Ballerini