Everyman
di Philip Roth
ed. Einaudi
“Una riflessione livida e spettrale sull'esistenza umana”
Il titolo, come esplicita la nota di copertina, rimanda ad un tema della
drammaturgia inglese del ‘400, Everyman, la chiamata di tutti gli uomini alla morte.
Una grande mente, lo scrittore, in età matura, sente soccombere davanti agli
assalti della vita e incombere davanti alla suprema e, per questo, più
esorcizzata delle esperienze umane.
“Dal querulo e di giovanile impeto Lamento
di Portnoy agli alterni lamenti degli uomini
quando la giovinezza impallidisce e muore e dove il solo pensare è tutto un
tormento…” ( Sublime la scelta dei versi di J. Keats
).
Il protagonista del romanzo è un pubblicitario di una famosa agenzia di New
York, alle spalle ha tre matrimoni falliti, due figli maschi che lo
delegittimano come padre e l'unica figlia che lo adora. Alle soglie dei 71
anni, vede la sua vita sgretolarsi negli affetti, nei conoscenti e nel declino
fisico. Una serie di ospedalizzazioni minano il suo corpo e la sua anima; era
campato tre quarti di secolo ed adesso la sua vita produttiva è finita. E'
successo qualcosa di imprevisto ed imprevedibile: si trova nella fase in cui si
diventa sempre meno, all'impotente rassegnazione, al deterioramento fisico e
alla tristezza finale, è arrivato dove non aveva mai sognato di arrivare. E'
ora di tormentarsi per l'oblio. Il senso della propria finitezza, soprattutto
nella senescenza, domina i pensieri del protagonista, il cui nome non compare
mai, perché la sua parabola esistenziale è quella comune a tutti gli esseri
viventi: che si nasce per vivere e invece si muore.
Un libro dal contenuto amaro e spietato, il cui stile netto e preciso
intensifica l'insopportabile e l'indefendibile del
nostro destino e della nostra inutilità e nullità.
Il merito di Roth? Dalla morte prende
inizio la sua lucida e allucinata riflessione esistenziale, perchè
la ''Questione ultima'' non è una cosa che arriva alla fine; fin dall'antichità
la presenza- assenza della morte ha originato il pensiero umano, da Platone
agli Stoici, ed è stata la fonte ispiratrice di ogni conoscenza. La questione
metafisica s'innesta nella materia narrativa di Roth per diventare pura e
semplice concretezza della vita naturale.
L'autore: Philip Roth è nato a Newark il 13/ 3/ 1933, scrittore statunitense di origine
ebraica, conosciuto soprattutto per Portnoy's Complaint, Il
lamento di Portnoy e per la sua trilogia che
comprende Pastorale americana (1997),
vincitore del premio Pulitzer, Ho sposato
un comunista (1998) e La macchia
umana (2000). Nel 2007 è stato pubblicato per Einaudi il
suo Patrimony:
A memoir,
tradotto in italiano: Patrimonio-Una
storia vera. Vive nel Connecticut.
Arcangela Cammalleri
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