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  Letteratura  »  La moneta di Akragas, di Andrea Camilleri, edito da Skira e recensito da Arcangela Cammalleri 11/02/2011
 

La moneta di Akragas di Andrea Camilleri

Ed. Skira

Romanzo storico-noir

 

 

Quarta di copertina

“Lei è un uomo di scienza, mi saprebbe dire se un uomo intelligente è intelligente sempre?”

“Se uno è intelligente, lo è sempre. Ma si può dare il caso che un uomo intelligente si comporti da cretino. Avviene spesso, quando si è innamorati.”

Il delegato socchiude gli occhi, sorride, perduto dietro un personale ricordo lontano.

“Vero è”.

Il percorso di una moneta che attraverso il tempo coinvolge e determina la vita di più persone. É lo strano caso o il deus ex machina che manovra la vicenda manipolandola?

 

 

Come è aduso Camilleri, nella nota finale del libro, illustra al lettore l'origine dell'idea ispiratrice. La storia trae spunto o da un fatto di cronaca o da una leggenda famigliare. Un antenato della famiglia Camilleri, medico e numismatico, incontrò un giorno un contadino che gli mostrò una moneta d'oro antica, per regalargliela. Il medico la riconobbe come la favolosa piccola Akragas. Nell'atto di prenderla, cadde da cavallo spezzandosi una gamba. Pare che poi il medico regalò la moneta al re Vittorio Emanuele III e in cambio ricevette l'onorificenza di Grande Ufficiale. Il resto è inventiva e fantasia dello scrittore. 

Quest'ultimo romanzo di Camilleri è storico, prende le mosse dal 406 A.C.: durante l'assedio di Akragas (l'antico nome greco di Agrigento)  e la sua distruzione ad opera  dei Cartaginesi. Un superstite akragantino Kalebas, giovane mercenario, dopo tre giorni dalla battaglia è  morso da una vipera. Il sacchetto con le monete d'oro, la paga di un lungo periodo di lavoro, fa in tempo a lanciarlo lontano prima di morire e precipitare nello sperone.

Nel 1908, con un salto temporale lungo secoli, a Messina, tra le macerie del terremoto, un'altra moneta risalente all'epoca cartaginese viene rinvenuta e destinata allo zar di Russia. Nel 1909 a Vigata, Cosimo, un contadino, trova casualmente una preziosissima e rara moneta d'oro, ma non fa in tempo a regalarla al medico condotto Stefano Giubilaro, grande esperto di numismatica e collezionista d'eccezione, per uno scarto della sorte. Tra Messina distrutta dal terremoto e Vigata, la storia si  sviluppa, si  tinge di rosso,  attinge al consueto sconcerto e concerto di personaggi metastorici che agiscono mossi dalla penna esperta di Camilleri. Questa opera gioca tutta sui dualismi, in primis sulla lingua-dialetto che si attaglia ai personaggi e ne rispecchia vizi e pregi: Camilleri usa gli stilemi linguistici come abiti confezionati per modellarli ai loro caratteri e alle loro peculiarità. Sulla Storia antica-moderna, su accenti ironici-tragici  che connotano le vicende narrate. La sorte chiamata in causa come l'artefice degli eventi  viene a cozzare con la logica e la razionalità scientifiche, il ruolo del destino è fautore della vita umana? La storia contemporanea non è altri che la proiezione  del passato e si ripete in senso vichiano? E la Storia passata metafora del presente? 

Quello che sorprende in Camilleri è la struttura narrativa, in superficie, semplice, corrispondente ad  uno schema logico collaudato, in cui la complessità del pensiero è governata da uno regolato piano semiologico; é questa la stimmate dell'artista che si ri-vela e non fa trasparire quanto la materia sia  stata resa duttile e consenziente?

Camilleri  gattopardeggia, interscambia ciclicamente i generi, dal noir, allo storico, al saggio, rimescolando gli ingredienti tipici della sua arte in una sorta di gioco delle carte che alla fine dà il risultato voluto. Ogni volta cambia tutto per non cambiare niente, ma forse in questo sta il fascino e la devozione dei suoi lettori: addentrarsi in una materia familiare, conosciuta, è come ritrovarsi con un amico a cui si è tanto affezionati.

Il romanzo al centro è corredato da dipinti raffiguranti Agrigento antica e fotografie di scene del terremoto di Messina.

 

 

Andrea Camilleri (1925), è autore di oltre 60 romanzi tra storici, civili e polizieschi, e di diverse raccolte di racconti, tradotti in più di 30 lingue. Vincitore di numerosi premi in Italia e all'estero, è noto al grande pubblico anche per i romanzi dedicati alle inchieste del commissario Montalbano, della casa editrice Sellerio, da cui è stata tratta la fortunata serie televisiva. Tra i tanti titoli ricordiamo: “La forma dell'acqua”, “Il cane di terracotta”, “Il ladro di merendine”, “La voce del violino”, “La stagione della caccia”, “Il birraio di Preston”, “La concessione del telefono”, “La gita a Tindari”, “Maruzza Musumeci”, “Il casellante”, “Il campo del vasaio”, “L'età del dubbio”, “Un sabato, con gli amici” “Il sonaglio”  “ La caccia al tesoro”…

Ha pubblicato per Skira La Vucciria, con un saggio di Fabio Carapezza Guttuso(2008), e in questa collana, Il cielo rubato. Dossier Renoir (2009).

 

 

Arcangela Cammalleri

 

 

 
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