Dove è sempre notte di John Banville, Guanda
Detective story con vena lirica
Chi è rimasto colpito dal fascino de Il mare, il romanzo di rara potenza con
cui nel 2006 John Banville ha guadagnato l'ambito Booker Prize, ritroverà intatto
lo charme letterario dell'autore nella sua nuova opera – fresca di stampa -
Dove è sempre notte (Titolo originale: “Christine Falls”,
pp.365, euro 16,50) che Guanda ci propone tradotto da
Marcella Dallatorre. Forse avremmo preferito una
semplice traduzione letterale del titolo, visto che è proprio attorno alla
figura di Christine Falls che si coagula il tortuoso
intreccio della suggestiva detective story, costruita secondo canoni classici
rinverditi dall'originalità di uno scrittore di vena lirica tutta speciale,
fatta anche di sinuosa ambiguità.
“L'irlandese è una lingua terribilmente obliqua – ha
affermato Banville nel corso di un'intervista -, non
dice mai le cose direttamente – al contrario dell'inglese, una lingua
pragmatica e tecnica, nata per dare ordini. L'irlandese
vero e proprio è morto nel 1840, ma quella grammatica ci è rimasta nel sangue:
l'essenza della letteratura irlandese sta nell'ambiguità”. È una
“doppiezza” fatta di sfumature, un susseguirsi di atmosfere sfumate di profili
del carattere sfuggenti, amici della dissolvenza più che del nitore dei tratti.
E nel genere del noir si sa bene che questo ingrediente regala suspense alla
narrazione.
La vicenda narrata, questa volta si snoda tra Dublino e Boston. Siamo negli
anni Cinquanta. Quirke è un anatomopatologo di chiara
fama, un uomo arrivato nella carriera, vedovo di una donna della buona
borghesia. Orfano, è stato quasi adottato da un giudice bigotto, un uomo
importante che lo ha amato più di Mal, il vero figlio, famoso neonatologo.
Divenuti cognati, i due quasi fratelli vivono un clima di rivalità e gelosie,
finché non si aggiunge anche il tarlo del sospetto quando Quirke
scopre Mal in tento a compilare una cartella clinica,
entrato di notte, di soppiatto, nel suo studio. E nota, inoltre, la presenza di
un cadavere a lui ignoto, quello della giovane Christine Falls.
Questa scoperta susciterà nell'animo del medico l'istinto dell'investigatore
implacabile, ruvido e schietto determinato a smascherare le cattiverie
rivestite daun falso alone di bontà, scaturire da un
mercato degli orfani ambiguo e misterioso che si snoda tra Irlanda e America in
un cerchio di torva beneficenza.
I personaggi si rincorrono – alternandosi in continui flash back – e Banville è abilissimo nel solleticare la curiosità del lettore
che soltanto nell'epilogo troverà soddisfazione dei suoi dubbi. Oltre ai due
cognati incontreremo Sarah lsa moglie di Mal,
rimpianta da Quirke che aveva sposato la sorella
Delia, morta di parto. Simpatizzeremo per Phoebe,
ufficialmente figlia di Sarah, ma poi vedremo che le cose non stanno
esattamente così, perché nella scrittura del nostro autore irlandese nulla è
mai come appare.
Dov'è finita la figlia della giovane Christine Falls
morta di parto?
Chi è il padre? Il detective per caso incorrerà in guai corporali, riportando a
casa gravi ferite e un ginocchio reso inservibile, perché le sue ostinate
ricerche della verità infastidiscono qualcuno che sta in alto un personaggio
importante che teme lo scandalo. Avvolto dentro il fumo delle sue troppe sigarette,
incline a trovar consolazione nei pub dublinesi, Quirke
non demorde.
In America c'è una giovane coppia di sposi senza figli che adotta una piccola
bimba che si chiama Christine.
A questo punto abbiamo detto anche troppo. Un giallo non si può riassumere
togliendo la sorpresa al lettore, soprattutto quando è uscito dalla penna di
uno scrittore che sa darci ritratti di anime complesse, confuse, alla costante
ricerca di un'umanità sfuggente, un autore dotato di un talento acuminato come
una lama, pronto a forare il mistero lasciandoci deliziosamente allibiti.
Nel gennaio del 2003 Banville è stato insignito anche
del prestigioso premio internazionale Nonino per
l'insieme della sua opera narrativa.
Grazia
Giordani
www.graziagiordani.it