Vento
scomposto
di Simonetta
Agnello Hornby
Titolo in inglese There is nothing wrong with Lucy
I Narrativi ed. Feltrinelli pag.401
Il titolo
s'ispira all'Ecclesiaste,
Capitolo 1, prologo, 6:
“ Il vento soffia a mezzogiorno,
poi
gira a
tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri il vento ritorna”.
Quarta di copertina:” Siamo
una famiglia felice e normale.
Ha capito?
Felice e normale”.
Nei ringraziamenti l'autrice
dichiara
di aver scritto il romanzo prima
in inglese e dopo in italiano; la
traduzione in italiano
non è stata una mera traduzione, ha
dovuto reinventare il tono, il passo, il ritmo della
storia, dichiara il suo sforzo per rispettare
in entrambe le lingue, l'anima
intrinseca, l'armonia del linguaggio,
la pertinenza
del lessico. Un lavoro di cesello e
di consulenza psichiatrica.
Nello scrivere questo romanzo
ha attinto
alla
sua esperienza
di avvocato,
di docente universitario e di
giudice.
Nella nota introduttiva,
l'autrice ci informa che il
Children's Act del 1989 ha
rivoluzionato il sistema legale
inglese: il minore ha diritto a un suo tutore legale
e a un avvocato a
spese dello stato, come i suoi genitori,
con lo scopo di sostenere le famiglie
e tutelare i minori. Ma negli ultimi ‘20 anni
molte inchieste pubbliche su tragedie causate dall'inefficienza
dei servizi sociali, dovute al pesante
intervento dello stato sugli organismi di controllo, all'assunzione da
parte degli organici dei servizi sociali
di personale di agenzie o proveniente dall'estero,
inesperto e al ricorso di perizie di
psichiatri infantili
in situazione che nulla hanno a che fare
con la malattia
mentale di un minore, hanno sconvolto il pubblico inglese. “Troppi assistenti sociali
sono incompetenti e arroganti, troppe famiglie
di utenti sono considerati alla
stregua di oggetti e non come
persone, troppi periti
godono di un senso di impunità, al
riparo come sono del giudizio
pubblico, in quanto i procedimenti
sui minori avvengono a porte chiuse per proteggere il minore. E,
tristemente, troppe volte la voce
del minore rimane inascoltata” .
Con questa premessa inizia
l'odissea legale
della famiglia Pitt. Vivono a
Londra, nel quartiere
elegante di Kensington,
Mike che lavora
alla
City come merchant
banker,
Jenny, consulente
di una prestigiosa catena di negozi e le due figlie, in età scolare, Amy e Lucy. In questa,
dorata,
vita alto-borghese,
la calma apparente di questa
famiglia
viene sovvertita dai
sospetti della maestra d'asilo di Lucy che ravvisa nei disegni della
bambina
segnali di abusi
sessuali da
parte del padre.
Inizia un periodo nero
per Mike e la moglie; vengono
interrogati, controllati e passati al vaglio dai
servizi sociali, i quali nella
loro miope ostinazione innescano un meccanismo
tortuoso che trascinano i due coniugi in un incubo che sembra non finire. Per uscire da
questo labirinto di accuse ed infamie,
Mike si affida
all'assistenza legale
di Steve Booth, avvocato specializzato in diritto di famiglia che lavora
per una clientela disagiata e
multietnica di Brixton.
Questo romanzo è
completamente diverso dalle prime tre opere della
scrittrice, dalla Sicilia
con passione in affreschi
di famiglia
e storie di donne dal passato
misterioso all'Inghilterra di oggi, in un contesto forense e di dibattimenti giuridici; storia
di costume e inchiesta sociale si frappongono
e rilevano le competenze precipue
dell'Agnello Hornby, la
quale si muove su un terreno usuale con stile e perizia
specifica. Si alternano gli ambienti
alto-borghesi e i quartieri di periferia,
le aule di tribunale e i luoghi cittadini
quali mercati,
giardini. Il romanzo è costruito sulle esperienze di giurista dell'autrice,
attinge ad
un materiale
sociale e umano
che conosce nei loro intimi conflitti famigliari. E' l'occhio dell'esperto quello che si
compenetra in questa umanità
in bilico tra innocenza e colpevolezza,
è l'osservatorio privilegiato della
giustizia che si basa su
prove, ma anche
su pregiudizi, sospetti o intuizioni fuorvianti,
è lo stile specialistico scevro da architetture
metaforiche e soluzioni linguistiche
fantasiose
e permeate da
molteplici variazioni. Ne risulta
una storia
fredda non particolarmente ricca
di patos e tensione, i frammenti di vite rappresentati sono ridotti a
clienti con cui non
solidarizzare,
ma piuttosto risolverne tecnicamente le problematiche.
Non traspare
l'anima
della scrittrice, ma la
competenza disciplinare e il distacco
professionale di chi opera in uno specifico settore. Simonetta nella
trilogia precedente aveva abituato
noi lettori a storie insaporite da
un linguaggio duttile, ricco di sfumature, laddove
la libertà espressiva coglie l'ineffabile,
l'immanenza
dell'esistenza senza la
presunzione di decretarne il valore di verità; ma
in questa opera
prevale l'oggettività dei fatti, la
necessità di regolare la molteplicità degli eventi, quando sono alterati dalla fallacità e dalla vulnerabilità
umane.
L'autrice Simonetta
Agnello Hornby è nata a Palermo. Ha
concluso gli studi giuridici in Inghilterra.
Avvocato dei minori, dal 1972 risiede a
Londra dove divide il suo tempo fra lo studio legale
che ha fondato
a Brixton
prevalentemente al servizio delle comunità immigrate, la
formazione professionale e la
presidenza del Tribunale
di Special
Educational
Needs and Disability. Con
Feltrinelli ha pubblicato La
Mennulara (2002), La
zia marchesa (2004), Boccamurata (2007):
best-seller in Italia e venduti in tutto il mondo.
Arcangela Cammalleri