Plettri nelle mani di
Dio
Improvvisi a quattro mani sul tema
The Beatles
di Andrea Barghi e Maurizio Grasso
Presentazione di Italo Inglese
Copertina di Vincenzo Bosica
Edizioni Tabula Fati
www.edizionitabulafati.it
Saggistica
Collana Maschera e volto
Pagg. 168
ISBN 978-88-7475-200-3
Prezzo €
12,00
Un
altro libro sui Fab Four? E
perché no? È pur vero che sui Beatles sono stati versati fiumi d'inchiostro,
ch'è stato detto tutto e il contrario di tutto – e non sempre con la necessaria
prudenza e cognizione di causa – ma questa recente pubblicazione di Grasso e Barghi ha degli indubbi pregi per i quali mi sento di
consigliarne caldamente la lettura.
«La
componente fondamentale dell'arte dei Beatles è stata la loro straordinaria
umanità.» La premessa è già il faro che ci guida in
questa ricognizione degli autori su uno dei maggiori fenomeni del XX secolo.
Importante sottolineare quanto John, Paul, George e Ringo fossero degli amici,
quanto l'amicizia fosse per loro un valore supremo. I Beatles condividevano
gioie e dolori e basterebbe recuperare molte delle affermazioni dei tecnici
sparse in vari documenti per renderci conto della particolare alchimia che si
creava quando il quartetto entrava in sala di registrazione. La loro parabola
creativa lo testimonia: con il loro talento e quelle peculiarità che gli autori
definiscono “sincretismo musicale”, hanno rielaborato e contaminato tra loro
rock, pop, rythm & blues, folk, jazz, musica
etnica orientale, musica colta e molto altro. «Tutto li influenzò, niente li
condizionò […] erano autentici spiriti liberi – come sa essere libero e
spregiudicato solo il genio.» Lo hanno fatto in
quattro, con una invidiabile sintonia di valori e di
intenti, e questo ha spiazzato anche i critici di altre discipline, portati a
considerare il processo della creazione artistica come un fatto
individuale, rapportandolo alle dinamiche di una alienante e repressiva società
capitalista.
Plettri
nelle mani di Dio non
è un saggio sistematico, una summa degli orientamenti della critica beatlesiana o una ulteriore,
dettagliata biografia. Quel che rende agile ed intrigante questo libro è la sua
natura sincopata: brevi capitoli a tema che possono essere piluccati anche a
casaccio, seguendo l'uzzolo del momento. «Ci siamo detti più volte, prima di
iniziare a scrivere queste riflessioni […] che esse dovessero comporre in
ordine sparso e abbastanza permutabile un'opera istintiva e onestamente
autarchica […].» Barghi e
Grasso parlano pure di “puzzle di emozioni” e non nascondono al lettore i toni
celebrativi che affiorano qua e là tra le righe. L'evidente ammirazione che i
due rivelano per i propri beniamini non è comunque un limite all'analisi.
Ammirevole la fluidità della scrittura, sorvegliata e ben armonizzata per
ricomporre il pensiero di due autori diversi per formazione e orientamenti (Barghi, nato in Toscana nel 1953, è fotografo naturalista
affermato in Italia e all'estero; Grasso, nato a Roma nel 1956, ex-manager
aziendale, è scrittore e traduttore dal francese per Newton-Compton,
Mondadori e altri); apprezzabile la loro competenza musicale: i musicofili
troveranno pane per i loro denti.
Plettri
nelle mani di Dio si
rivolge ad un pubblico eterogeneo; i fan dell'ultima ora troveranno spunti per
approfondire la materia; i più informati avranno l'opportunità di soffermarsi
su alcuni aspetti della storia dei Beatles da un diverso punto di vista: nel
capitolo Otto anni che cambiarono la
musica i due autori tracciano un loro personale diagramma della
produzione musicale dei Fab Four.
I lettori a caccia di curiosità leggeranno volentieri gli aneddoti sui rapporti
tra John e Paul, o quelli del quartetto con George Martin, il “quinto beatle”, figura di arrangiatore e musicista che seppe dare
il supporto adeguato a far progredire e maturare il gruppo; e ancora un bel
tributo a John Winston (Lennon); pagine sulle chitarre dei Beatles e sul loro
fraseggio; sul talento di Paul, raffinato musicista la cui sensibilità seppe
affrancare il basso dal ruolo di gregario ritmico al quale era confinato e
considerazioni sull'impatto sociale ed economico del fenomeno Beatles.
Godibili
e curiose le disamine sugli album sperimentali dei quattro; partirono dal
basso, come perfetti analfabeti musicali, e nel giro di breve tempo
sovvertirono le forme espressive musicali allora in voga, cannibalizzando se
stessi e il successo planetario dei loro primi album. La capacità di manipolare
ogni “fonte sonora”, l'uso innovativo dello studio di registrazione,
l'invenzione del “concept album”, le sperimentazioni
elettroniche del mellotron e del moog,
l'uso di nastri registrati a velocità variabili, il cosiddetto tape-loop. Ma sempre e comunque i Beatles hanno “parlato” a
tutti (La democrazia dei Beatles
è un altro dei capitoli del libro), sollecitando almeno due generazioni di
musicisti e di artisti pop a percorrere la loro strada.
Andrea Barghi è nato in Toscana nel 1953 ed è un fotografo naturalista
affermato in Italia e all'estero.
Ha collaborato con
famose riviste di cultura e fotografia ("Airone", "Oasis", "I Viaggi di Repubblica",
"Fotografia Reflex", ecc.) e curato numerosi libri fotografici e
pubblicazioni multimediali
(come Io Fotografo e Video per E-ducation ed RCS).
Da una decina di anni ha fondato l'agenzia di
progetti creativi "Everland" insieme alla
compagna, art-director e copy-writer, con la quale ha
realizzato reportages, mostre e numerose
pubblicazioni - per citarne alcune Andrea Barghi - Fotografo di Emozioni (Everland, 2005), Luci e Silenzi (Everland,
2006), Il Rinascimento del Paesaggio (Pacini,
2009).
È attualmente impegnato in progetti di
comunicazione in collaborazione con soggetti pubblici e privati per la
valorizzazione del patrimonio internazionale di natura, arte e cultura.
Vive tra la Toscana e la Svezia.
Maurizio Grasso è nato a Roma nel 1956 ed è un ex
manager aziendale. In campo letterario, dopo un paio di prove narrative
giovanili (L'uomo che piange lacrime d'ambra, Edicias,
Roma 1985; La bestia, Solfanelli, Chieti
1992), nel 2009 ha
pubblicato la raccolta di racconti Luci di costiera (Aracne,
Roma). A partire dagli anni Novanta ha iniziato un'intensa attività di
traduzione dal francese per conto di varie case editrici (Newton Compton,
Mondadori, Editori Riuniti, Lucarini ecc.), curando una quarantina di volumi,
soprattutto classici della letteratura francese: Flaubert, Stendhal, Maupassant, Proust, Gautier,
Hugo, Mérimée, Sade, Voltaire, Verne, Zola e altri. Ha
collaborato con racconti, versioni e articoli alle riviste “Foreste sommerse”,
“Idea”, “Inonija”, “Nuovo Confronto” e “Lettera
internazionale”.
Alberto Carollo
www.albertocarollo.it