I biplani di D'Annunzio
di Luca Masali
Sironi Editore
www.sironieditore.it
Narrativa romanzo
Pagg. 288
ISBN 978-88-518-0073-4
Prezzo € 15,00
Luca
Masali è
nato a Torino nel 1963. Scrittore e giornalista, ha pubblicato due romanzi
importantissimi per la fantascienza, ovvero “I Biplani di D'Annunzio” (1995 –
Premio Urania 1995 – ha inoltre vinto il Prix
Bob Morane del festival del libro fantastico di Bruxelles ed è
stato finalista al Tour Eiffel)
e “La Perla alla fine del Mondo” (1999 – Urania Speciale – premio Fantascienza Italia), nonché
“L'inglesina in soffitta” (2004 – Sironi Editore – vincitore del premio Azzeccagarbugli al romanzo
poliziesco 2005). Tra i suoi racconti meritano almeno di essere citati: Povero angelo, Carnefice nostro amatissimo, Un bel
giorno d'Aprile, Il sesso degli angeli, La balena del Cielo, 55 secondi, Enver
e la principessa, E io che cosa ci guadagno? Alcuni
suoi racconti sono apparsi anche in diverse antologie: “Il futuro nel sangue”
(numero speciale di Carmilla – 2003, Red), “In fondo al nero” (2003,
Mondadori).
“I Biplani di D'Annunzio”,
nel solo primo mese dalla pubblicazione per Mondadori, vendette oltre 30.000
copie: un vero record per la fantascienza italiana.
Nel mese di maggio 2002, i diritti del romanzo passarono da Mondadori a Todaro
Editore di Lugano, che ripropose il romanzo
in libreria in un'edizione riveduta e corretta, nella sua collana Meteore: e un nuovo finale per “I
Biplani di D'Annunzio”, assolutamente inedito. Masali, nella nuova stesura
(circa trenta pagine in più rispetto alla versione pubblicata su Urania) ha
accolto molti suggerimenti, critiche e consigli dei
lettori.
I diritti del libro sono adesso passati a Sironi Editore, che lo ripropone al pubblico per l'ennesima volta, quando ancora
non è stata esaurita la tiratura per i tipi Todaro Editore. L'edizione Sironi
arriva in libreria ad appena quattro anni di distanza dall'ultima, che era ben
pregevole e che non passava di certo inosservata all'occhio del lettore educato
a riconoscere i buoni libri. “I
Biplani di D'Annunzio”, con una nuova copertina, è un romanzo uguale
uguale all'edizione del 2002, e che ancora si trova in commercio.
Ci si domanda come mai, tra tantissimi libri relegati nell'oblio e che
meriterebbero d'essere ristampati, di nuovo, per l'ennesima volta, un editore
ha deciso di puntare (di ristampare) il romanzo di Luca Masali. L'editore ha
già annunciato di voler pubblicare, per la prima volta, tutt'e tre i romanzi di
Luca Masali, che hanno come protagonista Matteo Campini (“I Biplani di
D'Annunzio”, “La perla alla fine del cielo”, “La balena del cielo”).
Cambiare qualche virgola e qualche frase non fa di questa edizione
un romanzo diverso da quello che abbiamo letto la prima volta nel 1995, né
dalla versione pubblicata da Todaro Editore. A parte “La balena del cielo”,
peraltro inedito, gli altri due romanzi di Masali, a loro tempo, ebbero un
generoso successo. Era proprio
necessaria questa nuova copertina per il primo romanzo di Luca Masali?
Parrebbe di sì. Infatti, è diventato uso e abuso da
parte degli editori proporre in libreria, con copertine diverse, sempre i
soliti libri, chiaro sintomo che l'editoria italiana – e non solo – è malata, o
forse non ha autori validi da proporre al pubblico, o molto più semplicemente non
ha alcuna voglia d'impegnarsi a promuovere nuovi possibili talenti. Non è
altrimenti spiegabile perché gli scaffali delle librerie sono
stracolme di pochi titoli tutti uguali e in diverse edizioni, da quelle
rilegate a quelle economiche, per arrivare ai superpockets; ma per chi si vuol
far male veramente ci sono anche le edizioni illustrate. Anche “I segreti di
Roma” di Corrado Augias
(Mondadori Editore) è uscito in grande formato con
tanto di illustrazioni. Davvero non se ne può più di tutte queste edizioni
essenzialmente inutili e che prendono per i fondelli i lettori meno informati
circa le uscite editoriali.
Ciò che è grave, per questa edizione è la
dichiarazione che fa l'autore, Luca
Masali: “[…] E adesso, dieci
anni dopo la prima edizione, posso mantenere anche la seconda:
una bellissima copertina. Con una nuvola a forma di teschio. E come se il
teschio non bastasse a far felice il ragazzino che è in me, quello strano
triplano bianco e blu che campeggia in copertina è proprio uno dei miei
aeroplanini, uno dei miei preferiti… Purtroppo di lui mi sono
rimaste solo le ali, dopo che è andato distrutto in uno scontro in volo durante
una gara di aircombat. Ma poco male, io so volare anche senza aeroplanini, mi
basta la tastiera e tante storie da inventare.” Forse
che Luca Masali ha la
memoria corta? E l'edizione per i tipi Todaro Editore
del 2002? Non sono
affatto
passati dieci anni dalla prima edizione: si mente un po' tanto
spudoratamente. La copertina è effettivamente cambiata, non è
quella dell'Urania del 1995 e neanche quella dell'edizione del 2002 per i tipi
Todaro. C'è un altro neo da evidenziare; intervistando l'autore
nel 2002, Masali dichiarava: “Veronica Todaro è un editore coraggioso,
fa bei libri e li cura molto meglio di quanto facciano tanti editori ben più
blasonati. E ha affidato la collana a un
professionista eccezionale come Tecla Dozio. Ma non so
se basterà a garantire il futuro alle Meteore, visto che i lettori sono pochi e
ancor meno sono i lettori di fantascienza. Oltretutto, tutto
questa cura di ogni volume costa molto a un piccolo editore, così il
prezzo di copertina è alto: 14 euro
per i Biplani, tanto per fare un esempio, sono troppi. Speriamo
comunque in bene, visto che in questo periodo sono più
gli spazi che si chiudono che non quelli che si aprono.” L'autore ammetteva che
14 euro erano troppi. Adesso, i Biplani con la nuova
copertina costano 15 euro: chissà se nel frattempo i lettori di fantascienza
sono aumentati o se gli stipendi degli italiani sono lievitati in virtù d'una pindarica magia! Ciò detto e puntualizzato, venendo al
romanzo, il tema centrale potrebbe essere così riassunto: “Hanno cercato di strumentalizzare i tedeschi con la balla del Terzo Reich, in
modo da manovrarli come burattini. Il loro vero interesse è quello di impedire
la formazione della Jugoslavia, e di occupare tutta quanta la Bosnia Erzegovina”
(da “I Biplani di D'Annunzio”). Nessuno lo nega, è un grande
romanzo di fantapolitica scritto con penna ricca di immaginazione e fortemente
swiftiana: Masali scrive con ironia, ironia sana che mette il dito nelle piaghe
sociali e del 1918 e del nostro tempo presente. La scrittura è superlativa: è
uno dei pochi – pochissimi – scrittori italiani, che pur dichiarando di non
pensare poi tanto allo stile, scrive con stile impeccabile.
Seppur immersi in un passato immaginato che ha visto il prolungarsi della Prima
Guerra Mondiale fino al 1921, i personaggi sono stati tratteggiati con abile
arte icastica che li rende ottimamente credibili; leggendo il romanzo si ha
come l'impressione di esser stati tradotti all'interno di un bellissimo film,
dove gli attori recitano la loro parte dimenticando di essere
attori. La ricostruzione del passato alternativo disegnato da Masali è
stupenda, perché i fatti storici sarebbero potuti davvero essere diversi, come
Masali ne “I Biplani di D'Annunzio” ce ne offre un
desolante quanto preciso quadro. Il passato immaginato da Masali non è solo
fantasia: è un qualcosa che poteva accadere veramente. Una ucronia.
E per chi sa leggere fra le righe, l'autore punta l'indice accusatorio contro chi oggi si adopera per un bieco revisionismo storico: oggi,
poco ci manca, che anche i fascisti e i nazisti vengano tutti eletti innocenti
e magari pure beatificati. Masali non ci sta e lo dice a chiare lettere: impossibile
fraintendere il suo pensiero.
Le battaglie aeree fra i biplani sono descritte con precisione maniacale,
chirurgica: nessun dettaglio è lasciato al caso, e il risultato è quello di una
squisita poesia mitologica. Esilarante è poi il personaggio D'Annunzio, che
Masali descrive come nobile e gentiluomo, mettendo così a
nudo il suo vero carattere, quello di un vile spocchioso pronto a
mandare al macello i suoi uomini per una causa tutta sua, personale, quella del
prestigio sul campo di battaglia. Ma non solo D'Annunzio è un ritratto ironico
di un personaggio realmente esistito: il romanzo accoglie tante e tante figure
storiche e tutte sono investite di una ironia
insuperabile, che mette a nudo tutta la loro ipocrisia. Per chi non avesse ancora conoscenza dell'opera di Masali, un accenno
alla trama: una notte, durante la Prima Guerra Mondiale,
un bombardiere austriaco viene abbattuto sulla laguna di Venezia. L'unico a
salvarsi è il pilota triestino, Matteo Campini. L'incidente aereo rappresenta
il parto metaforico, quindi la nascita di un uomo che vive alla giornata e fa
le sue scelte politiche e sociali alla giornata. Non è cattivo, ma non è
neanche un prode: un omarino, al massimo, che tenta di
capire il suo tempo, ma che non ha mai la voglia di comprenderlo appieno e
quindi dalla storia del suo tempo si lascia risucchiare. Campini è di Trieste, città di lingua e cultura italiana che faceva
parte dell'Impero Austroungarico: uscito malridotto dai rottami dell'aereo,
viene tratto in salvo da una affascinante quanto misteriosa ragazza, Flavia
Manin. Ben presto il pilota scopre di essere una pedina di una terribile
macchinazione che ha avuto inizio nel futuro, dalla Bosnia Erzegovina dilaniata
dalla guerra civile degli anni '90; un gruppo di terroristi serbo bosniaci sta infatti tentando di cambiare la storia attraverso i
viaggi nel tempo. Questa scoperta porterà il pilota a mettere in discussione il
suo ruolo di soldato per abbracciare l'ideale dell'unità europea e della democratizzazione dell'Austria-Ungheria. Hermann Göring,
all'epoca pilota di caccia nella squadriglia del Barone Rosso, è uno dei tanti
nemici che Campini, Flavia e compagni dovranno combattere, perché la storia non
venga riscritta, una battaglia decisiva le cui sorti
saranno decise nel nostro tempo, nel 2021, il futuro immaginato da Masali.
“I Biplani di D'Annunzio”
è soprattutto un romanzo di guerra e fantapolitica molto intelligente. Ma è anche una quasi impossibile storia d'amore e
incomprensione tra una spontanea ragazza moderna e un gentiluomo della Belle
Époque.
Gli elementi per far de “I Biplani di
D'Annunzio” un autentico capolavoro della narrativa di genere
non mancano assolutamente. Un romanzo che è la bibbia della fantascienza
italiana: più avvincente di Ugo Malaguti, di Lino Aldani, di Valerio Evangelisti.
Giuseppe Iannozzi
www.liberolibro.it