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  Letteratura  »  I biplani di D'Annunzio, di Luca Masali, edito da Sironi e recensito da Giuseppe Iannozzi 15/03/2011
 

I biplani di D'Annunzio

di Luca Masali

Sironi Editore

www.sironieditore.it

Narrativa romanzo

Pagg. 288

ISBN 978-88-518-0073-4

Prezzo € 15,00

 

 

 

 

 

Luca Masali è nato a Torino nel 1963. Scrittore e giornalista, ha pubblicato due romanzi importantissimi per la fantascienza, ovvero “I Biplani di D'Annunzio” (1995 – Premio Urania 1995 – ha inoltre vinto il Prix Bob Morane del festival del libro fantastico di Bruxelles ed è stato finalista al Tour Eiffel) e “La Perla alla fine del Mondo” (1999 – Urania Speciale – premio Fantascienza Italia), nonché “L'inglesina in soffitta” (2004 – Sironi Editore – vincitore del premio Azzeccagarbugli al romanzo poliziesco 2005). Tra i suoi racconti meritano almeno di essere citati: Povero angelo, Carnefice nostro amatissimo, Un bel giorno d'Aprile, Il sesso degli angeli, La balena del Cielo, 55 secondi, Enver e la principessa, E io che cosa ci guadagno? Alcuni suoi racconti sono apparsi anche in diverse antologie: “Il futuro nel sangue” (numero speciale di Carmilla – 2003, Red), “In fondo al nero” (2003, Mondadori).
“I Biplani di D'Annunzio”, nel solo primo mese dalla pubblicazione per Mondadori, vendette oltre 30.000 copie: un vero record per la fantascienza italiana
.
Nel mese di maggio 2002, i diritti del romanzo passarono da Mondadori a Todaro Editore di Lugano, che ripropose il romanzo in libreria in un'edizione riveduta e corretta, nella sua collana Meteore: e un nuovo finale per “I Biplani di D'Annunzio”, assolutamente inedito. Masali, nella nuova stesura (circa trenta pagine in più rispetto alla versione pubblicata su Urania) ha accolto molti suggerimenti, critiche e consigli dei lettori.
I diritti del libro sono adesso passati a Sironi Editore, che lo ripropone al pubblico per l'ennesima volta, quando ancora non è stata esaurita la tiratura per i tipi Todaro Editore. L'edizione Sironi arriva in libreria ad appena quattro anni di distanza dall'ultima, che era ben pregevole e che non passava di certo inosservata all'occhio del lettore educato a riconoscere i buoni libri. “I Biplani di D'Annunzio”, con una nuova copertina, è un romanzo uguale uguale all'edizione del 2002, e che ancora si trova in commercio.
Ci si domanda come mai, tra tantissimi libri relegati nell'oblio e che meriterebbero d'essere ristampati, di nuovo, per l'ennesima volta, un editore ha deciso di puntare (di ristampare) il romanzo di Luca Masali. L'editore ha già annunciato di voler pubblicare, per la prima volta, tutt'e tre i romanzi di Luca Masali, che hanno come protagonista Matteo Campini (“I Biplani di D'Annunzio”, “La perla alla fine del cielo”, “La balena del cielo”).
Cambiare qualche virgola e qualche frase non fa di questa edizione un romanzo diverso da quello che abbiamo letto la prima volta nel 1995, né dalla versione pubblicata da Todaro Editore. A parte “La balena del cielo”, peraltro inedito, gli altri due romanzi di Masali, a loro tempo, ebbero un generoso successo. Era proprio necessaria questa nuova copertina per il primo romanzo di Luca Masali? Parrebbe di sì. Infatti, è diventato uso e abuso da parte degli editori proporre in libreria, con copertine diverse, sempre i soliti libri, chiaro sintomo che l'editoria italiana – e non solo – è malata, o forse non ha autori validi da proporre al pubblico, o molto più semplicemente non ha alcuna voglia d'impegnarsi a promuovere nuovi possibili talenti. Non è altrimenti spiegabile perché gli scaffali delle librerie sono stracolme di pochi titoli tutti uguali e in diverse edizioni, da quelle rilegate a quelle economiche, per arrivare ai superpockets; ma per chi si vuol far male veramente ci sono anche le edizioni illustrate. Anche “I segreti di Roma” di Corrado Augias (Mondadori Editore) è uscito in grande formato con tanto di illustrazioni. Davvero non se ne può più di tutte queste edizioni essenzialmente inutili e che prendono per i fondelli i lettori meno informati circa le uscite editoriali.
Ciò che è grave, per questa edizione è la dichiarazione che fa l'autore, Luca Masali: “[…] E adesso, dieci anni dopo la prima edizione, posso mantenere anche la seconda: una bellissima copertina. Con una nuvola a forma di teschio. E come se il teschio non bastasse a far felice il ragazzino che è in me, quello strano triplano bianco e blu che campeggia in copertina è proprio uno dei miei aeroplanini, uno dei miei preferiti… Purtroppo di lui mi sono rimaste solo le ali, dopo che è andato distrutto in uno scontro in volo durante una gara di aircombat. Ma poco male, io so volare anche senza aeroplanini, mi basta la tastiera e tante storie da inventare. Forse che Luca Masali ha la memoria corta? E l'edizione per i tipi Todaro Editore del 2002? Non sono affatto passati dieci anni dalla prima edizione: si mente un po' tanto spudoratamente. La copertina è effettivamente cambiata, non è quella dell'Urania del 1995 e neanche quella dell'edizione del 2002 per i tipi Todaro. C'è un altro neo da evidenziare; intervistando l'autore nel 2002, Masali dichiarava: “Veronica Todaro è un editore coraggioso, fa bei libri e li cura molto meglio di quanto facciano tanti editori ben più blasonati. E ha affidato la collana a un professionista eccezionale come Tecla Dozio. Ma non so se basterà a garantire il futuro alle Meteore, visto che i lettori sono pochi e ancor meno sono i lettori di fantascienza. Oltretutto, tutto questa cura di ogni volume costa molto a un piccolo editore, così il prezzo di copertina è alto: 14 euro per i Biplani, tanto per fare un esempio, sono troppi. Speriamo comunque in bene, visto che in questo periodo sono più gli spazi che si chiudono che non quelli che si aprono.” L'autore ammetteva che 14 euro erano troppi. Adesso, i Biplani con la nuova copertina costano 15 euro: chissà se nel frattempo i lettori di fantascienza sono aumentati o se gli stipendi degli italiani sono lievitati in virtù d'una pindarica magia! Ciò detto e puntualizzato, venendo al romanzo, il tema centrale potrebbe essere così riassunto: “Hanno cercato di strumentalizzare i tedeschi con la balla del Terzo Reich, in modo da manovrarli come burattini. Il loro vero interesse è quello di impedire la formazione della Jugoslavia, e di occupare tutta quanta la Bosnia Erzegovina” (da “I Biplani di D'Annunzio”). Nessuno lo nega, è un grande romanzo di fantapolitica scritto con penna ricca di immaginazione e fortemente swiftiana: Masali scrive con ironia, ironia sana che mette il dito nelle piaghe sociali e del 1918 e del nostro tempo presente. La scrittura è superlativa: è uno dei pochi – pochissimi – scrittori italiani, che pur dichiarando di non pensare poi tanto allo stile, scrive con stile impeccabile.
Seppur immersi in un passato immaginato che ha visto il prolungarsi della Prima Guerra Mondiale fino al 1921, i personaggi sono stati tratteggiati con abile arte icastica che li rende ottimamente credibili; leggendo il romanzo si ha come l'impressione di esser stati tradotti all'interno di un bellissimo film, dove gli attori recitano la loro parte dimenticando di essere attori. La ricostruzione del passato alternativo disegnato da Masali è stupenda, perché i fatti storici sarebbero potuti davvero essere diversi, come Masali ne “I Biplani di D'Annunzio” ce ne offre un desolante quanto preciso quadro. Il passato immaginato da Masali non è solo fantasia: è un qualcosa che poteva accadere veramente. Una ucronia. E per chi sa leggere fra le righe, l'autore punta l'indice accusatorio contro chi oggi si adopera per un bieco revisionismo storico: oggi, poco ci manca, che anche i fascisti e i nazisti vengano tutti eletti innocenti e magari pure beatificati. Masali non ci sta e lo dice a chiare lettere: impossibile fraintendere il suo pensiero.
Le battaglie aeree fra i biplani sono descritte con precisione maniacale, chirurgica: nessun dettaglio è lasciato al caso, e il risultato è quello di una squisita poesia mitologica. Esilarante è poi il personaggio D'Annunzio, che Masali descrive come nobile e gentiluomo, mettendo così a nudo il suo vero carattere, quello di un vile spocchioso pronto a mandare al macello i suoi uomini per una causa tutta sua, personale, quella del prestigio sul campo di battaglia. Ma non solo D'Annunzio è un ritratto ironico di un personaggio realmente esistito: il romanzo accoglie tante e tante figure storiche e tutte sono investite di una ironia insuperabile, che mette a nudo tutta la loro ipocrisia. Per chi non avesse ancora conoscenza dell'opera di Masali, un accenno alla trama: una notte, durante la Prima Guerra Mondiale, un bombardiere austriaco viene abbattuto sulla laguna di Venezia. L'unico a salvarsi è il pilota triestino, Matteo Campini. L'incidente aereo rappresenta il parto metaforico, quindi la nascita di un uomo che vive alla giornata e fa le sue scelte politiche e sociali alla giornata. Non è cattivo, ma non è neanche un prode: un omarino, al massimo, che tenta di capire il suo tempo, ma che non ha mai la voglia di comprenderlo appieno e quindi dalla storia del suo tempo si lascia risucchiare. Campini è di Trieste, città di lingua e cultura italiana che faceva parte dell'Impero Austroungarico: uscito malridotto dai rottami dell'aereo, viene tratto in salvo da una affascinante quanto misteriosa ragazza, Flavia Manin. Ben presto il pilota scopre di essere una pedina di una terribile macchinazione che ha avuto inizio nel futuro, dalla Bosnia Erzegovina dilaniata dalla guerra civile degli anni '90; un gruppo di terroristi serbo bosniaci sta infatti tentando di cambiare la storia attraverso i viaggi nel tempo. Questa scoperta porterà il pilota a mettere in discussione il suo ruolo di soldato per abbracciare l'ideale dell'unità europea e della democratizzazione dell'Austria-Ungheria. Hermann Göring, all'epoca pilota di caccia nella squadriglia del Barone Rosso, è uno dei tanti nemici che Campini, Flavia e compagni dovranno combattere, perché la storia non venga riscritta, una battaglia decisiva le cui sorti saranno decise nel nostro tempo, nel 2021, il futuro immaginato da Masali.
“I Biplani di D'Annunzio” è soprattutto un romanzo di guerra e fantapolitica molto intelligente. Ma è anche una quasi impossibile storia d'amore e incomprensione tra una spontanea ragazza moderna e un gentiluomo della Belle Époque.
Gli elementi per far de “I Biplani di D'Annunzio” un autentico capolavoro della narrativa di genere non mancano assolutamente. Un romanzo che è la bibbia della fantascienza italiana: più avvincente di Ugo Malaguti, di Lino Aldani, di Valerio Evangelisti.

 

Giuseppe Iannozzi

 

www.liberolibro.it

 

 
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