Giosuè Rizzi. Giudizio e pregiudizio
La
storia dell'ex papa di Foggia
tra manicomi, pratica
zen e arte
di Giuseppe Iannozzi
“Nella
mia vita sono stato sempre un irrequieto, un attaccabrighe, la maggior parte
delle volte ho litigato per prendere la parte degli altri, in poche occasioni
ricordo di avere litigato per me stesso”
Angelo Cavallo e Giosuè Rizzi scrivono a quattro mani la storia
dell'uomo che per molti anni è stato considerato “il papa di Foggia”. In “Giosuè Rizzi. Giudizio e pregiudizio”, edito da PerdisaPop nella collana Rumore bianco diretta da Luigi Bernardi, è Rizzi in prima persona a narrare
gli accadimenti mai facili della sua vita per la maggior parte trascorsa in
galera.
Oggi l'ex “papa di Foggia” ha
57 anni suonati ed ha alle spalle qualcosa come 38 anni di galera. I suoi
crimini li ha scontati tutti. Difficile oggi come oggi trovare un uomo che il
carcere se lo fa tutto invece di farsi latitante, di scappare di fronte alle
proprie responsabilità. Non che Giosuè
non ci abbia provato a stare lontano dalle patrie galere e di non essere
beccato dalla ‘pula' soprattutto; però a suo onore c'è da sottolineare che ha
pagato per i suoi crimini, e forse ha pagato sin troppo diventando suo malgrado un capro espiatorio.
Giosuè
Rizzi ed Angelo
Cavallo ripercorrono le tappe fondamentali della vita dell'ex
“papa di Foggia”. Sin da giovane cane rabbioso pronto ad attaccar briga e
dedito a piccoli furti, con gli anni Giosuè ha imparato a usare il coltello e a
non aver paura di nulla, nemmeno dei manicomi criminali. Fu il killer Salvatore Anacondia ad appioppargli
il soprannome di “papa di Foggia”. Salvatore Annacondia, detto “manomozza”,
spietato killer al soldo di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta, confessò qualcosa
come 40 omicidi, e parlando dei malavitosi foggiani nel corso del maxiprocesso
Panunzio, tributò a Rizzi una deferenza più che mai insolita. Per
lungo tempo Giosuè Rizzi
è stato considerato a torto il boss della mafia foggiana.
Rizzi fu condannato per l'eccidio al circolo
Baccardi. Racconta Rizzi in
“Giudizio e pregiudizio” come
gli fu addossato anche questo crimine esecrabile nonostante la prova del guanto
di paraffina lo scagionasse. Nel corso del sesto lungo processo Rizzi fu
condannato all'ergastolo per la strage al circolo Bacardi e per aver importato
la strategia stragista. La pena fu poi ridotta a 29 anni il 7 maggio del ‘94
dalla Corte d'Assise d'appello di Bari.
In “Giudizio e pregiudizio” Rizzi descrive
il carcere e le sue regole, regole che dopo la metà degli anni Ottanta sono
cambiate in maniera radicale anche in virtù dell'introduzione dell'articolo 41
bis; ma nel libro c'è anche descritta tanta voglia di libertà, che Rizzi
convoglierà nel mondo dell'arte imparando a dipingere partecipando anche a
delle mostre collettive e personali. In breve tempo la passione giovanile per
il disegno diventa per Rizzi la libertà di dipingere il mondo attraverso il suo
sguardo e non attraverso la mediazione dell'occhio della società. Giosuè ha del
talento e subito viene fuori raccogliendo così meritati consensi e da parte del
pubblico e della critica. Alcune opere di Giosuè Rizzi si possono ammirare sul suo sito
personale www.giosuerizzi.it/
“Giudizio e pregiudizio” si offre al lettore nudo e crudo. Rizzi non cerca in alcun modo di
portare acqua al suo mulino, né si accomoda nella facile parte della vittima,
racconta invece la vita e le sue bravate senza nulla omettere. Si è fatto 38
anni di galera ed oggi ne ha 57.
Ha pagato anche per l'eccidio al circolo Baccardi quando
non c'erano prove contro di lui. Ha cercato di dimostrare la sua innocenza per
quella strage non sua e non si è lagnato. Una volta capito che lui e solo lui
era stato eletto capro espiatorio, che il carcere non gliel'avrebbe tolto
nessuno, Giosuè ha impegnato sé stesso nella pratica zen
e nell'arte. Anche oggi che è un uomo libero, dopo che gli è stato
diagnosticato un tumore ad un rene, Rizzi non è tipo morbido, ma – e su questo
non ci piove – è un artista che ama la vita, la libertà e la famiglia. E che ha
tanta voglia di vivere gli anni che gli restano in santa pace.
Giosuè
Rizzi è nato nel
1952. Dopo avere trascorso gran parte della sua vita come detenuto, è
stato rimesso in libertà nel novembre del 2010.
Angelo
Cavallo, nato nel
1960, già autore di biografie, vive a Foggia e lavora come operatore culturale
e produttore artistico.
Giosuè Rizzi, Angelo Cavallo – Giosuè Rizzi. Giudizio
e pregiudizio – PerdisaPop – Collana Rumore
Bianco (diretta da Luigi Bernardi) – pagine 184 – ISBN 978-88-8372-519-7
– Prezzo euro 15,00