Il minotauro
di Benjamin Tammuz
Casa Editrice E/O
Narrativa romanzo
Collana Tascabili
Pagg. 192
ISBN 9788876413339
Prezzo € 8,00
Thea,
questa lettera battuta a macchina non
reca alcuna firma, ed è probabile che non ci incontreremo mai, anche se io ti
ho vista e ho fatto in modo che anche tu mi vedessi. E' stato circa sei
settimane fa. Ti sono passato davanti, fissandoti, e tu mi hai guardato come si
guarda uno che ti passa davanti per strada. Non mi hai riconosciuto. Ma anche
se non mi hai riconosciuto, tu mi appartieni. Non
avrai mai l'occasione di farmi delle domande, ma la mia voce ti giungerà nelle
lettere, e io so che le leggerai. Come faccio a saperlo? Non posso darti altra
spiegazione se non quella che sto per dirti: da quando ho memoria di me, io ti
ho cercata. Mi era chiaro che tu esistevi, ma non sapevo dove. Il mio lavoro mi
ha portato nella città dove vivi. Il mio lavoro è tutto un susseguirsi di
supposizioni, ipotesi, rischi. Ho scelto questo lavoro perché non ho mai amato
nessuno – tranne te – anche se per tutta la vita ho cercato di amare, cioè di
tradirti. Ho legato la mia vita a un lavoro duro e
brutale poiché mi sentivo costretto ad amare. Ebbene, io amo il paese che
servo, i monti, le valli, la polvere, la disperazione, le strade, i sentieri.
L'ho fatto perché non avevo altra scelta, non sapevo se ti avrei mai incontrata. E ora
che ci siamo incontrati, è troppo tardi: c'è stato un errore. Deve esserci
stata qualche confusione nelle date di nascita, di passaporti; anche in cielo
c'è disordine, come in tutti gli altri uffici. In ogni modo, ormai è tardi e
impossibile.
Sono venuto a sapere l'indirizzo del
collegio dove studi quest'anno, e so anche in quale università sei iscritta per
il prossimo. So che ami la
musica. Col tempo saprò anche altre cose.
Con questa lettera ti arriverà un pacco
contenente un giradischi e un disco. Vorrei che domenica alle 17 tu mettessi il
disco sul giradischi. Io farò la stessa cosa nella mia stanza d'albergo, a poca
distanza da te, così noi due ascolteremo la stessa musica alla stessa ora.
Questo sarà il nostro primo incontro, e io saprò se hai fatto come ti ho
chiesto. A dire il vero, so già fin d'ora che esaudirai la mia richiesta.
Ti amo. Ti ho amata in tutti i giorni
della mia vita. E' duro rassegnarsi all'idea che per strada non mi hai
riconosciuto. Ma la colpa non è tua, c'è stato uno sbaglio: di date, di luoghi,
di tutto. Non ho dubbi che l'intenzione era di
accanirsi contro di me, non contro di te.
Ti sto togliendo le scarpe e sto baciando
le dita dei tuoi piedi. Le conosco, così come conosco ogni linea del tuo corpo.
Non irritarti, non aver compassione. Non avevo mai conosciuto la felicità
finché non ti avrei incontrata.
Un agente segreto israeliano
un giorno, il giorno del suo 41° compleanno incontra in un autobus, per caso,
la donna della sua vita. La riconosce: è la donna che ha attesa da sempre. Qui
inizia una spy story intrigante, una storia d'amore straordinaria, un thriller
mozzafiato e ricco di colpi di scena, un percorso della mente che affascina sin
da subito.
Lo sconosciuto, grazie alla sua professione riuscirà, senza mai rivelarsi, a
seguire, influenzare e persino controllare la vita di Thea, fino a divenire una
presenza nascosta, ma ossessiva.
Le scrive lettere appassionate e vibranti di emozioni e lei, Thea, stupita e
incuriosita, ne è alla fine affascinata, sino a divenire succube di una
personalità che sente forte e magnetica. Un uomo e una donna che si cercano e
affidano tutto alla scrittura.
Una relazione morbosa eppure struggente e romantica che si snoda attraverso gli
anni nella attesa di una conclusione.
Il tempo della narrazione si accavalla, non vi è più passato, presente e
futuro. Il lettore va avanti e indietro in una vertigine di eventi, che
sembrano tutti confluire verso un unico, tragico punto finale: il cerchio si
chiude.
Il cerchio, anzi tre cerchi sono presenti con costanza.
“Ma tu
ed io, Thea, siamo stati – malgrado tutto siamo stati – al di fuori di questo
orrore; perché ci siamo incontrati nel cerchio interno che mi sono tracciato
quando ero bambino, quando sono stato allontanato da casa e cercavo un modo per
tornare.
In quel terzo cerchio, nel cuore della musica, in presenza dell'unico vero
essere divino, c'eravamo solo noi, e brucavamo nella luce. Era una luce che
nessuno orgasmo può accendere; eravamo uniti in un amore la cui forza e più
potente di quella con cui gli uomini amano se stessi. Mi spiace che non saprò
mai cosa prova un uomo, quando esce da questo cerchio e trova te al suo fianco.
Posso solo intuirlo: guardandoti negli occhi e toccando con le dita la pelle
del tuo volto, è impossibile che non senta che c'è un modo di ritornare
all'interno del terzo cerchio, di entrare e di uscire, avanti e indietro, fino
al giorno della morte. E allora, forse, rimanervi per l'eternità. E forse non
da solo. E' possibile crederlo, quando sei con me. E tu sei con me, Thea,
questo nessuno può negarlo…”
Sullo sfondo, la Palestina con
tutte le sue tragedie e il desiderio di rinascita, terra di struggente amore e
dolorosa violenza, dove ebrei e palestinesi sono visti come frutti di un unico
seme e il Mediterraneo con i suoi colori e i suoi profumi.
La scrittura, nel rapporto epistolare, si rivelerà veicolo d'inganno, illusione
e follia così come il sogno di rinascita dei popoli del Mediterraneo, che
morirà nel massacro che è divenuta storia.
L' abilità narrativa è buona: nessuna incertezza,
nessuna stonatura.
Benjamin Tammuz (1919-1989) nasce in Russia, ma già
nel 1924, a
soli cinque anni, si trasferisce con la famiglia in Palestina, lasciandosi alle
spalle gli orrori della rivoluzione bolscevica. Benjamin Tammuz contribuisce
alla cultura Istraeliana con molte discipline, studia legge e scienze
economiche all'università di Tel Aviv e, più tardi, storia dell'arte alla
Sorbona di Parigi.Pittore, scultore, romanziere,
giornalista e critico, collabora per molti anni, come redattore della pagina
letteraria del quotidiano Ha'aretz e per quattro anni attaché culturale
dell'ambasciata di Israele a Londra. Dal 1979 – 1984 collaborato con
l'università di Oxford. Muore a Tel Aviv nel 1989
Autore di molte opere per l'infanzia riceve diversi riconoscimenti
internazionali.
Katia
Ciarrocchi
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