L'uomo dei cerchi azzurri
di Fred Vargas
Editions
Viviane Hamy
1996
Titolo originale:
L'homme aux cercles bleus
Traduzione di Yasmina
Melaouah
Ed. italiana Einaudi stile libero big
Noir
Quarta di copertina
Ciò che più
desta curiosità è la scritta
tracciata intorno a ogni cerchio in una
bella grafia inclinata, colta,
si direbbe, la frase che fa
piombare gli psicologi in un mare di interrogativi:
“Victor, malasorte,
il domani è
alle porte”.
Jean-Baptiste Adamsberg:
l'avevano
nominato commissario a Parigi, nel quinto arrondissement.
Procedeva a
piedi verso il nuovo ufficio, per il suo dodicesimo giorno. Diventato sbirro a
25 anni, nei Bassi
Pirenei, dove aveva vissuto e risolto uno dietro l'altro 4 omicidi, era chiamato silvestre. E' un uomo forse bello forse
no, piccolino, vestito malissimo,
che scarabocchia sempre qualche
disegno sul lato del ginocchio
destro piegato, invece di prendere appunti come un qualsiasi poliziotto nel corso delle indagini. Un uomo vago
e lento nei gesti e nell'eloquio, “in certi momenti era
più altrove che mai”, dalla figura
piccola, solida
e scura. Questo l'identikit, in breve, del poliziotto nato
dalla
penna di Fred
Vargas,; ma che razza di tipo è questo? Si chiedono i colleghi parigini e noi lettori. Tipi strani questi commissari,
solitari, ma dotati
di una strana quanto
inspiegabile fascinazione. Ha
l'aura
di genio dell'investigazione assemblata all'aspetto trasandato e
niente di speciale, una complessiva
trascuratezza del personaggio,
Adamsberg,
ma dalla voce piacevole
ad udirla
quasi come una
carezza.
Attorno ad un fatto apparentemente banale e di scarsa importanza investigativa, l'uomo che traccia durante
la notte misteriosi cerchi azzurri, con un'inquietante
scritta “Victor, malasorte,
il domani è
alle porte”, dentro i quali giacciono
oggetti abbandonati ormai
privi di utilità e segnalati all'attenzione degli altri,
Fred Vargas ordisce un preciso meccanismo narrativo, che si sviluppa
in un crescendo di attesa. Tra metodi investigativi
sui generis di Adamsberg affiancato da Adrien Danglard, il suo ispettore preferito considerato reale,
molto reale dal
commissario, tra personaggi
strambi come la
scienziata
Mathilde
Forestier, che segue e annota gli altri
per strada,
la settantenne
Clémence Valmont,
con un'unica idea, trovare
un amore e un uomo, il cieco Charles Reyer ambiguo e
misterioso, l'ometto Louis Le Nermond,
professore bizantinista, si amalgama un buon romanzo
poliziesco, dalla prosa
semplice e dalla piacevole
lettura. Il nome Fred
Vargas è un marchio di garanzia di
qualità, senza
parlare
di capolavori,
la sua
scrittura è ben calibrata tra
riflessioni serie ed ironia lucida. L'idea
di letteratura
come rappresentazione della
realtà immaginativa o
riflessiva può essere accantonata quando un buon giallo,
di livello alto, un genere, può far vagare e divagare la
mente per puro senso della piacevolezza
della lettura.
Fred Vargas è lo pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau adottato
in omaggio alla sorella
Jo, una
pittrice che nelle sue opere si firma
appunto Vargas
(Vargas è il cognome del personaggio interpretato
da Ava
Gardner
nel film La contessa scalza). È nata a Parigi nel 1957, figlia
di una chimica
e di un surrealista. È ricercatrice
di archeozoologia
presso il Centro nazionale francese
per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica. Per 5 anni
ha lavorato sui meccanismi
di trasmissione della peste dagli
animali
agli uomini. Scrive ogni suo romanzo in 21 giorni, durante
il periodo di vacanza che
si concede ogni anno. Rivede poi il
testo per 3 o 4 mesi, con il suo editor privilegiato:
la sorella
Jo. Scrive dall'85. Dal
'92 ha pubblicato
quasi un libro all'anno. È tradotta in 22 lingue ed è considerata l'anti-Patricia Cornwell. Tra i suoi scritti: Io sono il tenebroso (200,
2003,2006), Chi è morto alzi la mano, Parti in fretta e non tornare,
L'uomo a rovescio,Prima di morire addio,
I quattro fiumi, Le raccolte La
trilogia Adamsberg, che riunisce
le prime inchieste del commissario. Scorre
la Senna,
raccolta
di tre racconti con protagonista
il commissario Adamsberg e tanti
altri…
Arcangela Cammalleri