Missione in Alaska
di Mykle Hansen
Traduzione di Francesco Francis
Edizioni Meridiano Zero
www.meridianozero.it
Narrativa romanzo
Pagg. 156
ISBN 978-88-8237-231-6
Prezzo € 13,00
Missione in Alaska di Mykle Hansen è un ottimo esempio di bizzarro fiction. Il magazine
Dazed & Confused, nel non lontano 2007, ha dato una definizione di questa
corrente letteraria, per molti versi innovativa e nei
contenuti e nello stile: “The bastard sons of William Burroughs and Dr. Seuss,
the underground lit cult of the Bizarros are picking up where the cyberpunks
left off”. Quando si parla di bizzarro fiction è il caso di fare un salto
indietro nel tempo fino a William S.
Burroughs e ricordare opere come “Il pasto nudo”, “Il biglietto
esploso”, “La scimmia sulla schiena” e “La città della notte rossa”, entrando
così a contatto con una ambientazione tanto grottesca quanto assurda
surrealistica e causticamente satirica. E bisogna anche ricordare la pop art di Andy Warhol, quella che fa più stretto riferimento al linguaggio della pubblicità e
alla società dei consumi. E non va neanche dimenticato il movimento avantpop su manifesto di Mark Amerika che, a partire dagli
anni Novanta del XX secolo, ha fatto suoi i materiali prodotti dai mass media
per elaborare testi avanguardistici tutti molto critici e feroci nei confronti
della lobotomizzazione sociale e intellettuale.
La bizzarro
fiction è una delle ultime frontiere espressive, forse la più
intransigente e caustica che, utilizzando sempre un linguaggio politicamente
scorretto, strappa lo scheletro canceroso della società per esporlo al pubblico
ludibrio.
Marv Pushkin, manager di
successo della Wilson & Saunders, durante un
viaggio in Alaska finisce sotto la sua adorata Range Rover nel tentativo di
cambiare una ruota. Potrebbe capitare a chiunque, o no? In ogni caso, Marv
rimane intrappolato sotto il suo SUV: solo i piedi restano esposti alla natura
feroce dell'Alaska.
Marv Pushkin è un tipo pieno di sé, un inguaribile impasticcato, un tipaccio
che odia con tutto sé stesso la
natura. E questa si vendica: un orso affamato decide di
papparsi uno a uno i piedi di Marv, mentre questi
sopravvive sotto la Range
Rover grazie a dei micidiali cocktail di psicofarmaci e antidolorifici.
Pushkin immagina i suoi piedi divorati dall'orso, ma non sente alcun dolore
impasticcato com'è. Il SUV che gl'è caduto sulle gambe lasciando solo i piedi
scoperti, per sua fortuna, funge da laccio emostatico. Schiacciato ma anche
riparato sotto il suo adorato status symbol, il manager pensa a quando sarà di
nuovo in piedi, perché lui è più che mai sicuro che la scienza gli regalerà due
piedi nuovi, delle protesi molto funzionali che gli calzeranno a pennello. Marv
non è preoccupato, non più di tanto in ogni caso. L'Alaska gli fa schifo e
immagina che una volta al riparo si provvederà a cancellarla per sempre dalla
carta geografica. Non gli passa manco per la testa che sotto la Range Rover potrebbe
restarci secco. La sua preoccupazione è tutta per la sua macchina, per i danni
che compare orso gli sta sicuramente procurando con le sue zampacce. Per
Pushkin il nemico è il mondo esterno, mentre il microcosmo sotto la Range Rover è una
confortante dilatazione del suo ego malato.
In attesa dei soccorsi il giovane rampante manager si dà da fare per lucidare a
puntino ogni bullone che gli capita a tiro. Marv si ritiene fortunato, non ha
difatti dimenticato d'imbottirsi le tasche del giubbotto di una quantità
infinita di medicinali. Le droghe che butta giù nel
gargarozzo sono i suoi Dèi e in quanto tali li osanna; sputa invece contro la
natura selvaggia, che lui considera “una spina piantata nel culo dell'umanità”:
“Non ho più paure, né incertezze. Sono coraggioso e saggio e reattivo e
astuto. Niente più mi turba. Non c'è tempesta che riesca a increspare il liscio
specchio d'acqua del mio umore. Oggi nella mia vita c'è una
sola cosa di cui non potrei fare a meno, ed è la combinazione Performil/Septihone”.
Marv Pushkin, insieme al suo team aziendale, si era recato in Alaska per dare
la caccia agli orsi e quindi rafforzare lo spirito di gruppo. Sotto il SUV
immagina di essere soccorso e di far poi fuori l'orso a colpi di fucile.
Immagina di prendere la sua pellaccia e di farne un tappeto. E ricorda quello che
i suoi capi gli avevano raccontato una volta quasi in confidenza, ovvero che
per rinvigorire lo spirito di collaborazione non c'è niente di meglio che
scoparsi in gruppo la stessa puttana più e più volte. Marv immagina che un
giorno anche lui si scoperà una puttana, perché dopo l'avventura con l'orso non
potrà che ottenere una promozione. Immagina anche di occupare i piani più alti
dell'azienda con i suoi piedi nuovi in titanio superleggero; ed ancora immagina
di prendere a calci in culo hippie e parassiti che dovessero magnificargli la
bellezza della natura selvaggia. Mentre attende l'improbabile arrivo d'un
elicottero del Search & Rescue, Pushkin torna indietro con la memoria e
rivede sé stesso giovane e impacciato; ripercorre le tappe principali che lo hanno
visto trattare amici e nemici al pari di uno zerbino, e spende persino un
pensiero per l'ex moglie che odia quasi più dell'orso e dell'Alaska.
In “Amico della Terra” T. Coraghessan Boyle racconta di
Ty, un ex ambientalista che, dopo la tragica morte della figlia, ha abbandonato
la lotta per salvare il pianeta. In un mondo dove gli ecosistemi sono andati a
puttane e dove solo i ratti riescono a campare, Ty, seppur con molta
difficoltà, tornerà a credere che combattere per la salvezza dell'umanità non è
mai una battaglia persa in partenza.
Mykle Hansen porta al lettore moderno più o meno lo stesso
messaggio, ma per farlo utilizza i mezzi della bizzarro fiction. Per questo moderno
capolavoro letterario la colonna sonora obbligata è: Velvet Underground, The 13th Floor Elevators,
Kaleidoscope, Soft Machine, Tangerine Dream, Arthur Brown, Hawkwind.
Dopo aver letto Missione in Alaska
di Mykle Hansen, poco
ma sicuro, che vi passerà la voglia di andare a caccia di orsi in Alaska o
altrove. E sin da adesso ci metto la mia zampa orsina sul fuoco che non oserete
più sparare neanche a un passerotto.
Giuseppe Iannozzi
www.liberolibro.it