Il nipote del Negus
di Andrea Camilleri
Ed. Sellerio
Questo libro di Camilleri
di genere storico, come espresso dall'autore, ha
la stessa
struttura narrativa de
“La concessione del telefono”:
documentazioni d'archivio o missive, dispacci
perentori s'intersecano a frammenti
dialogici-narrativi in un rimando
continuo di stampo tipico camilleriano.
Secondo notizie veritiere, si narra di un nipote del Negus etiopico Haileè Sellassiè
che negli anni 1929-1930, frequentò a Caltanissetta
la Regia
Scuola Mineraria presso la
quale si diplomò perito minerario nel 1932. Qui finisce “la
verità” e da qui inizia la fantasia! Sì, lo sfondo storico fa
da fondale
alla
rappresentazione
teatrale
della vicenda,
ma i cerchi concentrici che attorniano
i fatti, i personaggi, sono frutto esclusivo dell'inventiva dello scrittore: la
retorica tronfia dell'epoca
investe come vento impetuoso e trascina sentimenti e azioni
in una sorta
d'irriverente pantomima di memoria
goliardica.
Tra le righe entriamo da
spettatori in una sorta
di film in 3D, ci sembra di
rivivere, certo in toni farseschi e
burleschi, situazioni quasi reali
ed attuali
e non già fantasmi
del passato
ormai desueti. Come non ridere con
un retrogusto amaro agli
ossequi inverecondi verso i superiori, ai
titoli onorifici così ridondanti ed
enfatici, alla supponente grandeur
di una nazione
piccina piccina. Con sarcastica
vis Camilleri ci presenta una
verità storica in modo talmente burlesco da
risultare falsa e una falsità storica
così pronunciata da
risultare vera.
E' il gioco degli inganni di chi si
crede furbo e s'inganna e a sua volta
viene ingannato.
Una farsa che ha
le movenze di un minuetto e il tono scanzonato e irriverente di uno sberleffo. L'intreccio
ricorda una
novella boccaccesca, tra
intrighi ed intrecci amorosi, tra ragion
di stato e convenienze personali, tra
vizi confusi con desideri in un carosello
umano più farsesco
che reale. Camilleri
ci diverte e ci delizia, ma forse avremmo
voluto ridere meno su noi stessi, su quello che siamo
stati e siamo,
perché c'è poco da ridere quando i sogni dei più vengono meno e non albergano
speranze di reali
cambiamenti
positivi per tutti.
Andrea Camilleri (1925), è autore
di oltre 60 romanzi tra storici, civili e polizieschi, e di diverse raccolte di racconti,
tradotti in più di 30 lingue.
Vincitore di numerosi premi in Italia e all'estero,
è noto al grande
pubblico anche per i romanzi dedicati
alle inchieste del commissario Montalbano, della
casa
editrice Sellerio, da
cui è stata
tratta
la fortunata serie televisiva.
Tra i tanti
titoli ricordiamo: “La
forma dell'acqua”, “Il cane
di terracotta”,
“Il ladro di merendine”, “La voce del violino”, “La
stagione della
caccia”,
“Il birraio di Preston”, “La concessione del telefono”, “La gita a Tindari”,
“Maruzza
Musumeci”, “Il casellante”, “Il campo
del vasaio”,
“L'età del dubbio”, “Un sabato, con gli amici”
“Il sonaglio” “ La caccia al
tesoro”, Il sorriso di Angelica…
Arcangela Cammalleri