L'ora di pietra, di Margherita
Oggero
Ed. Mondadori
Quando ci si appresta a leggere un libro, un elemento di forza può essere il titolo che spiazza, affascina, a volte, nemmeno se ne capisce
il significato, anche dopo la
lettura della
storia; non è il caso di questo romanzo
di Margherita
Oggero, "L'ora di pietra",
edito nel 2011 da Mondadori. La
spiegazione del significato del titolo la
troviamo dettagliata sia nella
quarta
di copertina che a pagina 15. Una
ragazzina dietro la
finestra vede scorrere la vita di
una strada, ma c'è
un momento in cui il silenzio sovrasta, tutto si ferma,
resta immoto
come impietrito, e dopo potrebbe succedere di tutto. Attimi di sospensione, un
quid indecifrabile che tradisce uno sradicamento dell'essere, una
sospensione inattesa nell'attesa. Se il titolo sembra
evocare al
lettore un senso di mistero, di irrealtà,
la trama, invece, è realistica e ancorata alla
concretezza della vita,
di vite in cui s'intrecciano fatti drammatici che coinvolgono famiglie
di diversa estrazione sociale
e morale.
La protagonista
è Immacolata o meglio Imma,
una tredicenne, nata in un
paese vicino a
Napoli, ma
forzatamente
trapiantata clandestinamente
in una città del nord. È lei l'io narrante che a
ritroso racconta gli accadimenti che l'hanno
costretta a
vivere reclusa a casa di una
zia, segnata da
un'infanzia
dolorosa e dall'assurdità del mondo degli adulti.
Parallelamente s'interseca
il racconto in terza persona
della sua
famiglia
e delle persone correlate ad essa.
L'impianto narrativo segue le procedure di un giallo, a tappe investigative,
in cui si disvelano situazioni all'inizio
non chiare, ma
descrivere la trama
significherebbe togliere il piacere al lettore di scoprire e pervenire per conto proprio
all'epilogo. "L'ora di pietra"
è in un certo senso un romanzo di
formazione in cui la protagonista deve superare
l'età di transizione attraverso
acute riflessioni, situazioni penose che mettono a
rischio la sua
emotività e il suo essere fragile adolescente che si apre
al mondo degli adulti. La
propensione ai libri induce in Imma la consapevolezza
di sé, rafforza
il senso morale che ha verso le persone e una
sorta di dignità che la porterà ad
affrontare
con coraggio la
via della
libertà:
se non mi fosse capitata la disgrazia, non li avrei
letti, oppure sì, ma senza troppo a
pensarci su.
L'autrice non dimentica mai di
essere un'ex insegnante: lo sguardo amorevole
rivolto all'età adolescenziale
è come un manto protettivo che adombra
ribellione, sperdimento di sé, ma anche tanta forza
propulsiva a
non soggiacere alle ingiustizie, alle
violenze dei grandi. Allo stesso
modo, non dimentica di dare risalto
ad imperdibili figure femminili
ricche di sfumature e spessori
introspettivi. L'umanità rappresentata da Margherita
Oggero è quella locale di un paese
dominato dalla camorra, dalla paura di ribellarsi,
assuefatta ad un
ordine delle cose inamovibile, in
cui la malavita organizzata regola
la struttura
sociale e ne governa i meccanismi.
Trovare il coraggio
di ribellarsi ad
un sistema ingiusto diventa un atto
di eroismo, uno smettere di essere complici per non somigliare al male. Il linguaggio
neorealistico si cala
quindi nelle menti e nella cultura dei personaggi;
nella struttura
sintattica
e nel lessico ricalca il parlato con inflessioni dialettali. Un libro da
leggere in quanto contiene gli
ingredienti idonei a coinvolgere il
lettore e a farlo
appassionare alla storia.
Margherita Oggero, ex insegnante
di lettere (per alcuni decenni, dalle medie ai
licei), è nata
e vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo
"La collega tatuata",
da cui è stato
tratto il fortunato film "Se devo essere sincera", regia
di Davide Ferrario,
con Luciana
Littizzetto e Neri Marcorè. Sono
seguiti, con altrettanto successo di pubblico, i romanzi "Una
piccola bestia
ferita" (2003), "L'amica americana" (2005), "Qualcosa da
tenere per sé" (2007), tutti con protagonista la
professoressa investigatrice Camilla Baudino.
Nel 2008 la raccolta di racconti
"Il rosso attira lo sguardo",
"Orgoglio di classe" ,un intervento lucido e appassionato
sulla scuola
italiana e il suo futuro e nel 2009 "Risveglio a Parigi".
Arcangela Cammalleri