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  Letteratura  »  L'ora di pietra, di Margherita Oggero, edito da Mondadori e recensito da Arcangela Cammalleri 07/07/2011
 

L'ora di pietra, di Margherita Oggero

Ed. Mondadori

 

 

Quando ci si appresta a leggere un libro, un elemento di forza può essere il titolo che spiazza, affascina, a volte, nemmeno se ne capisce il significato, anche dopo la lettura della storia; non è il caso di questo romanzo di Margherita Oggero, "L'ora di pietra", edito nel 2011 da Mondadori. La spiegazione del significato del titolo la troviamo dettagliata sia nella quarta di copertina che a pagina 15. Una ragazzina dietro la finestra vede scorrere la vita di una strada, ma c'è un momento in cui il silenzio sovrasta, tutto si ferma, resta immoto come impietrito, e dopo potrebbe succedere di tutto. Attimi di sospensione, un quid indecifrabile che tradisce uno sradicamento dell'essere, una sospensione inattesa nell'attesa. Se il titolo sembra evocare al lettore un senso di mistero, di irrealtà, la trama, invece, è realistica e ancorata alla concretezza della vita, di vite in cui s'intrecciano fatti drammatici che coinvolgono famiglie di diversa estrazione sociale e morale.

La protagonista è Immacolata o meglio Imma, una tredicenne, nata in un paese vicino a Napoli, ma forzatamente trapiantata clandestinamente in una città del nord. È lei l'io narrante che a ritroso racconta gli accadimenti che l'hanno costretta a vivere reclusa a casa di una zia, segnata da un'infanzia dolorosa e dall'assurdità del mondo degli adulti. Parallelamente s'interseca il racconto in terza persona della sua famiglia e delle persone correlate ad essa. L'impianto narrativo segue le procedure di un giallo, a tappe investigative, in cui si disvelano situazioni all'inizio non chiare, ma descrivere la trama significherebbe togliere il piacere al lettore di scoprire e pervenire per conto proprio all'epilogo. "L'ora di pietra" è in un certo senso un romanzo di formazione in cui la protagonista deve superare l'età di transizione attraverso acute riflessioni, situazioni penose che mettono a rischio la sua emotività e il suo essere fragile adolescente che si apre al mondo degli adulti. La propensione ai libri induce in Imma la consapevolezza di sé, rafforza il senso morale che ha verso le persone e una sorta di dignità che la porterà ad affrontare con coraggio la via della libertà:

se non mi fosse capitata la disgrazia, non li avrei letti, oppure sì, ma senza troppo a pensarci su.

L'autrice non dimentica mai di essere un'ex insegnante: lo sguardo amorevole rivolto all'età adolescenziale è come un manto protettivo che adombra ribellione, sperdimento di sé, ma anche tanta forza propulsiva a non soggiacere alle ingiustizie, alle violenze dei grandi. Allo stesso modo, non dimentica di dare risalto ad imperdibili figure femminili ricche di sfumature e spessori introspettivi. L'umanità rappresentata da Margherita Oggero è quella locale di un paese dominato dalla camorra, dalla paura di ribellarsi, assuefatta ad un ordine delle cose inamovibile, in cui la malavita organizzata regola la struttura sociale e ne governa i meccanismi. Trovare il coraggio di ribellarsi ad un sistema ingiusto diventa un atto di eroismo, uno smettere di essere complici per non somigliare al male. Il linguaggio neorealistico si cala quindi nelle menti e nella cultura dei personaggi; nella struttura sintattica e nel lessico ricalca il parlato con inflessioni dialettali. Un libro da leggere in quanto contiene gli ingredienti idonei a coinvolgere il lettore e a farlo appassionare alla storia.

Margherita Oggero, ex insegnante di lettere (per alcuni decenni, dalle medie ai licei), è nata e vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo "La collega tatuata", da cui è stato tratto il fortunato film "Se devo essere sincera", regia di Davide Ferrario, con Luciana Littizzetto e Neri Marcorè. Sono seguiti, con altrettanto successo di pubblico, i romanzi "Una piccola bestia ferita" (2003), "L'amica americana" (2005), "Qualcosa da tenere per sé" (2007), tutti con protagonista la professoressa investigatrice Camilla Baudino. Nel 2008 la raccolta di racconti "Il rosso attira lo sguardo", "Orgoglio di classe" ,un intervento lucido e appassionato sulla scuola italiana e il suo futuro e nel 2009 "Risveglio a Parigi".

 

Arcangela Cammalleri

 

 

 
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