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  Letteratura  »  L'Atlante di smeraldo, di John Stephens, edito da Longanesi e recensito da Grazia Giordani 07/07/2011
 

L'Atlante di smeraldo, di John Stephens - Longanesi

Sconsiglio di lettura

 

 Se amate il genere fantasy, vagamente demenziale, L'Atlante di smeraldo (Titolo originale The Emerald Atlas, Longanesi, pp.456, euro 18,60, traduzione di Silvia Piraccini),  di John Stephens è il romanzo che fa per voi. Spiace dissentire dall'entusiasmo dell' editore che – folgorato dalla lettura delle prime pagine -  afferma, fra l'altro: “Quando ho saputo che dopo di noi molti altri editori italiani hanno chiamato l'agente e soprattutto in una settimana è stato acquistato in più di trenta Paesi, mi sono convinto a leggerlo tutto. Questo è in definitiva uno di quei libri che qualunque editore vorrebbe pubblicare”. Non possiamo negare il senso dell'umorismo di questo neoscrittore di Los Angeles e la sua capacità di ben delineare i personaggi, ma – a nostro avviso – per creare un capolavoro in questo difficile genere di letteratura in cui i protagonisti possono diventare atemporali e in cui un libro verde smeraldo può vantare pagine bianche che, improvvisamente si animano mostrando paesaggi e figure, senza scomodare quel genio di E.A.Poe, ci vorrebbe almeno la penna di un H.P. Lovecraft. Veniamo dunque alla trama del romanzo che tanto ci ha lasciato perplessi. Incontriamo subito tre bambini: Kate, fin da piccola tenuta alla responsabilità di proteggere i due fratellini, Michael che – nel corso della narrazione – si rivelerà fantasy dipendente in sommo grado ed Emma, più dura e ribelle, anche se soltanto in apparenza. La notte di Natale verranno sottratti dai propri genitori, quasi un rapimento operato da una forza oscura. All'epoca Kate ha solo quattro anni, Michael due ed Emma è ancora in  fasce. Li attende una ridda infinita di orfanotrofi, fino a quello sinistro di Cambridge Falls, un'enorme casa da incubo, piena di torri, misteriosi sotterranei e sale surreali, in perfetta sintonia con lo spirito della narrazione.
E non vi potrete sottrarre all' l'incontro con figure malvagie come il Dr.Pym che dietro lo guardo vacuo nasconde un segreto che – se rivelato – potrebbe mettere in pericolo la vita dei tre ragazzini impegnati ad entrare ed uscire dal tempo con una disinvoltura veramente invidiabile. Inoltre, c'è una malvagia Contessa omicida, pronta a qualsiasi azione, dotata di un fascino perverso. E non poteva mancare Gabriel, lungo chiomato, dal tenebroso charme, che – seppur sfigurato in volto da una cicatrice -  ad Emma piace , del resto ben sappiamo che de gustibus non est disputandum.
E questo aforisma latino possiamo estenderlo a tutto il valore letterario del testo – qualora ne possegga e a noi sia sfuggito – visto che i gusti e le propensioni sono assai cambiate e non sono pochi a sostenere che anche la serie di Harry Potter tocchi le vette del capolavoro.


Grazia Giordani

 

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