10 buoni motivi per essere cattolici
secondo Giulio Mozzi e Valter Binaghi.
Sono “loro
nell'altrove assoluto”
di
Giuseppe Iannozzi
Giulio Mozzi e Valter Binaghi
illustrano 10 buoni motivi per essere cattolici,
anche se in realtà identificano dei molto personali motivi per essere
cattocomunisti. L'indirizzo dei due autori è orientato verso una sinistra
cristiana? Parrebbe di sì, con tutti i pro e i contro che ciò comporta. Per i
due autori il cattolicesimo sarebbe la religione più radicata in Italia ma anche
la più oscura. Tuttavia Mozzi
e Binaghinon
consegnano al lettore, foss'anche occasionale, alcuna scintilla di luce né dei
reali buoni motivi per essere cattolici.
Nell'introduzione di Tullio Avoledo
– che da sola vale il prezzo di copertina del libro – lo scrittore si pone una
domanda e si dà una risposta: “Qualcuno cerca di ingannarci, di farci credere
che non siamo cristiani. Perché? Perché un cristiano non ha paura. E questo mondo è dominato dalla paura”. Innegabile è che la
Storia italiana ha radici profondamente cristiane e così anche la cultura e
l'arte, per non dire poi dire della filosofia. Flavio Valerio Aurelio Costantino favorì il cristianesimo
e la sua diffusione. La Chiesa cristiana ortodossa lo considera santo e persino
“simile agli apostoli”; la Chiesa cattolica invece no, diciamo pure che lo
guarda con sospetto ancor oggi, considerandolo più un nemico che non un santo.
E' radicata convinzione che per Costantino
il Grande abbracciare la religione fu mero calcolo politico (instrumentum regni) e non altro. Lo
storico Jacob Burckhardt
spiega che “nel caso di un uomo geniale, al quale l'ambizione e la sete di
dominio non concedono un'ora di tregua, non si può parlare di cristianesimo o
paganesimo, di religiosità o irreligiosità consapevoli”, per cui la conclusione
è che “un uomo simile è essenzialmente areligioso, e lo sarebbe
anche se egli immaginasse di far parte integrante di una comunità religiosa”.
Forse che sì forse che no, ma la conversione di Costantino segnò anche l'inizio della disfatta
dell'Impero romano e della tolleranza religiosa nei confronti dei suoi tanti
cittadini non cristiani.
Mozzi
pensa a Dio e si commuove. Se lo immagina più o meno uguale a lui, ovvero un
uomo che da un momento all'altro ha avuto la bella pensata di creare gli umani;
ma però subito si accorge che le sue creature non sono perfette, che fanno più
disastri che altro. In ogni caso non ha cuore di disfare la sua creazione. Per Mozzi il rapporto fra Dio e gli
esseri da lui creati non può che essere d'amore. Bisogna faticare non poco, con
l'immaginazione più che con la Fede, per figurarsi il personalissimo Dio di
Mozzi, un Dio che a tratti sembra un mezzo buffone o forse soltanto un po'
tanto imbranato. Valter Binaghi invece
è con i piedi ben affondati nel pantano che è il Vecchio Testamento e di tanto
in tanto si ricorda anche degli Atti degli Apostoli. Per Binaghi la Bibbia non
sbaglia, è una storia che non può contenere errori ma solo cattive
interpretazioni da parte di chi la legge. Tuttavia Binaghi alle storie del
Vecchio e del Nuovo Testamento aggiunge moltissimo del suo vissuto personale: e
così il pasticcio che tira sù è assoluto. Valter Binaghi tenta di fare il teologo, ma in questo
libro è un cattivo teologo, un cattivo interprete delle Sacre Scritture.
Binaghi inoltre appare essere il più cattocomunista dei due autori oltreché il
più noioso e bacchettone impegnato com'è a dar la caccia a Sigmund Freud non esitando a
definirlo un “capobranco”.
10 buoni motivi per essere cattolici raccoglie delle molto personali
riflessioni, che con il Cattolicesimo hanno poco o nulla a che vedere, tranne
nel caso si voglia credere a una visione cristiana cattolica inventata di sana
pianta. L'introduzione di Tullio
Avoledo è una lettura interessante, che spazia da Borges a
Philip K. Dick: Avoledo citando Borges evidenzia che “la religione è un ramo
della letteratura fantastica”. Le osservazioni di Avoledo sono tutt'altro che marginali,
ciò non ostante non servono a introdurre alla lettura del fantasioso lavoro di
Mozzi e Binaghi.
10 buoni motivi per essere cattolici fa sorridere, soprattutto per la
scrittura pagliaccesca di Giulio
Mozzi, che avrebbe fatto bene a pubblicare le sue impressioni
su Dio e sull'essere cristiano cattolico, senza le pesanti pallosità di Valter Binaghi… e ne sarebbe forse
venuto fuori un discreto pamphlet.
Questa
mia critica non è una stroncatura, non al cento per cento comunque. Giulio Mozzi diverte pur non
offrendo dei reali motivi per essere cattolici. Binaghi quando non annoia risulta essere indigesto e
cattocomunista confusionario in maniera spudorata. Il mio spassionato consiglio
è di leggere l'introduzione scritta da Avoledo,
considerandola però uno scritto a sé stante. E il mio consiglio è anche di
leggere le personalissime osservazioni di Mozzi e di saltare a piè pari le parti scritte da Binaghi. Poi ognuno faccia pure di
testa sua. Ma nessuno venga poi da me a reclamare: uomo avvertito mezzo salvato,
donna avvertita mezza salvata.
Giulio Mozzi e Valter Binaghi – 10 buoni motivi
per essere cattolici – prefazione di Tullio Avoledo – Laurana editore – collana: Dieci! –
pp. 144 – euro 11,90
www.jujol.com