Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Letteratura  »  Un filo d'olio, di Simonetta Agnello Hornby, edito da Sellerio e recensito da Arcangela Cammalleri 11/08/2011
 

Un filo d'olio

di Simonetta Agnello Hornby

Sellerio Editore Palermo

 

Il filo della memoria s'intreccia con quel filo d'olio simbolo delle mitiche estati passate dall'autrice in villeggiatura nella tenuta padronale.

 

Le estati della fanciullezza dell'autrice, negli anni '50, nella casa di campagna, in contrada Mosè, (Agrigento), sono il tema di fondo del libro “Il filo d'olio” di Simonetta Agnello Hornby (Sellerio, 2011), ma il fil rouge che unisce la linea narrativa sono le ricette di cucina della nonna. Come il trait d'union delle ricette è:

“Un filo d'olio prezioso in qualsiasi frangente: “rinfrescava” i resti e le verdure cotte in anticipo, ancora tiepide, esaltandone gli odori; faceva “rinvenire” lo sfincione da riscaldare, trasformava in squisite pizzette le fette di pane raffermo bagnate in acqua e latte, coperte di pomodoro pelato, pezzetti di tuma e con un nonnulla di sale e pepe e origano, e poi passate velocemente nel forno caldo. In quantità più abbondante, rendeva appetitose le patate bollite e sbucciate che si servivano a cena”.

“Pane caldo e olio-in assoluto il cibo più buono che abbia mai gustato”.

Con questa dichiarazione d'amore, la scrittrice definisce e sancisce gli anni trascorsi durante le vacanze estive; rievoca con dolce nostalgia un periodo in cui lei con la sua famiglia, i parenti, trascorreva la villeggiatura nella campagna siciliana, nella grande dimora baronale. Come cartoline d'epoca, i ricordi della scrittrice riaffiorano dalla sua memoria attraverso le ricette della nonna Maria, morta quando aveva appena un anno e riproposte dalla mamma e dalla zia Teresa. Le immagini, i luoghi, i volti delle persone amate, i sentimenti, le emozioni, i pensieri di allora appartengono ancora al mondo interiore della scrittrice e non è cambiata l'essenza intima di essi. L'impressione piacevole ed amabile che questo libro suscita è una forma d'intenerimento verso la bambina prima, poi l'adolescente e la giovane donna, del suo rapporto senza conflitti con la sorella Chiara, della sua ammirazione per la mamma e la zia materna, un universo al femminile un po' speciale, forse mitizzato, ma che ricompone un quadro famigliare idilliaco ed armonico.

Il libro, come dichiara l'autrice, è la realizzazione di un suo desiderio che custodiva da anni, di trascrivere le ricette dei dolci di nonna Maria, annotate da lei in un quadernetto con le pagine numerate e corredato di indice.

"Avevo in mente un lavoro a quattro mani con mia sorella Chiara; nonostante da quarant'anni viviamo in isole diverse, ogni estate ci ritroviamo a Mosè-la nostra campagna-e cuciniamo ancora come ci hanno insegnato mamma e zia Teresa."

L'idea della scrittrice di far rivivere la cultura della tavola di casa propria attraverso le sue ricette è convincente e originale, un misto di narrazione della memoria e preparazione di piatti così ricca da esaltare i sensi di chi legge e percepirne tra le pagine odori e profumi. Il testo contiene, nella parte finale, le ricette vere e proprie trascritte dalla sorella Chiara Agnello. Un libro tutto da leggere per il tono appassionato e la capacità affabulatoria che impregna la narrazione e da assaporare e gustare come un menù prelibato: un connubio felice.

Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo, dal 1972, vive a Londra ed esercita la professione di avvocato per i minori e per le comunità degli immigrati. Ha scritto i romanzi: “ La Mennulara” nel 2002, “La zia Marchesa”, nel 2004. Entrambi ambientati in Sicilia.

 

Arcangela Cammalleri

 

 

 

 

 
©2006 ArteInsieme, « 014075532 »