Le luci di settembre
di Carlos Ruiz Zafón
Edizioni
Mondadori
Narrativa
romanzo
Pagg. 268
ISBN 9788804610236
Prezzo € 19,00
Forse non sono imparziale,
perché Carlos Ruiz Zafòn io
lo adoro, mi affascina, mi avvinghia, mi immerge in un mondo gotico e
“fantastico” dove spesso vorrei non dover riemergere.
Le luci di settembre (terzo
volume della trilogia della nebbia, scritto nel 1995) esce in Italia da pochi
mesi e separa i lettori in due distinte “fazioni”: Zafòn approfitta dei
successi di “L'ombra del vento” e “Il gioco dell'angelo” per proporre anche
produzioni datate e poco soddisfacenti; Zafòn “affina la tecnica e la fascinazione
arriva a un livello altissimo”.
Sicuramente c'è ragione in ambedue le parti, a onor del vero Zafòn conquista
con il suo stile narrativo, nelle ambientazioni e descrizioni di posti e
situazioni, senza tralasciare la capacità di dar vita ai personaggi rendendoli
estremamente umani, ma non riesce a uguagliare i due successi sopracitati,
poiché i lavori proposti oggi, sono precedenti e per quanto revisionati è
inevitabile il paragone, ma non per questo da stroncare. Zafòn è un grande
romanziere né da prova a ogni pubblicazione.
Le luci di settembre, come già detto, è l'ultimo della Trilogia della nebbia
che ha già visto la pubblicazione de “Il principe della nebbia” e “Il treno
della mezzanotte”, una produzione scritta prima dell'ombra del vento (libro che
ha portato al successo l'autore) e, come lo stesso autore afferma
nell'introduzione a Le luci di settembre, per un pubblico giovanile, ma che a
mio avviso avvinghia tutte le fasce d'età senza limiti alcuni. Ambientato tra
Parigi e un piccolo paese sulla costa della Normandia, il romanzo gioca
d'atmosfera con descrizioni a dir poco “realistiche” dei luoghi, tra isole
bagnate dall'oceano nello spettacolo incantevole della natura, e boschi lugubri
incorniciati da giocattoli meccanici che ne accentua il mistero del
soprannaturale in un castello immerso nella più profonda tristezza.
I personaggi sono narrati con grande maestria e tra amori che sbocciano e ombre
che si riaffacciano a pretendere indietro ciò che di diritto è suo il romanzo
si snoda in una pericolosa partita tra bene e male.
Le caratteristiche del romanzo gotico ci son tutte, tematiche che hanno reso
l'autore famoso, fino a sfociare nel tema del Doppelgänger (copia spettrale o
anche reale “sosia” di una persona vivente), tema sfruttato notevolmente dalla
grande letteratura, nonostante ciò affascina e intriga ogni volta.
Il bene e il male, la “fondamentale e originaria dualità dell'uomo”, alla fine
del XIX secolo fu Jung ad ipotizzare l'esistenza di un “secondo sé”, una forma
universale esistente all'interno del sé e corrispondente all'intera vita
inconscia della psiche. L'ombra è il lato negativo della personalità, la somma
di tutte quelle qualità spiacevoli che si vogliono nascondere. L'ombra ha una
natura emozionale, una sorta di autonomia ed una qualità possessiva.
Zafòn personifica il Doppelgänger nell'ombra ceduta che perseguita il
proprietario, malvagia e beffarda che non si ferma di
fronte a nulla, ripetute sono le formule binarie, le contrapposizioni, i
contrasti (luce-ombra, nebbia-sole), proprio a voler sottolineare la difficile
coesistenza tra bene e male.
Un libro che si legge tutto d'un fiato.
Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 25 settembre 1964), autore di assoluto
talento e di successo mondiale, ha cominciato la sua carriera nel 1993, con una
serie di libri per ragazzi. Nel 2001
ha pubblicato il suo primo romanzo per adulti, L'ombra
del vento (Mondadori 2004), divenuto immediatamente un caso letterario
internazionale, con un milione e mezzo di copie vendute solo in Italia. Nel
2008, con Il gioco dell'angelo (Mondadori), è tornato all'universo del Cimitero
dei Libri Dimenticati, che tutti i suoi lettori ricordano con grande passione.
Nel 2009 da Mondadori è uscito Marina. Le sue opere sono tradotte in più di
quaranta lingue e hanno conquistato numerosi premi e milioni di lettori nei
cinque continenti.
Katia Ciarrocchi
www.liberolibro.it