Scerbanenco e il sesto Jelling
di
Carlo Bordoni
Giorgio Scerbanenco (1911-1969) è il
padre fondatore del noir italiano, prolifico scrittore del fantastico e autore
della fortunata serie di Duca Lamberti. Di lui l'editore Sellerio sta
ristampando i suoi romanzi nella bella collana “La Memoria”, con qualche
preziosa sorpresa, come questo inedito Scandalo dell'osservatorio astronomico,
a cura della figlia Cecilia, un testo fortunosamente ritrovato tra le sue carte
e “restaurato” per questa prima edizioni italiana. È
il “sesto Jelling”, ovvero il sesto titolo (ma esistono frammenti anche di un
settimo) della serie in cui appare l'investigatore Arthur Jelling, oscuro
funzionario di polizia addetto all'archivio, che casualmente interviene a
risolvere casi all'apparenza banali, ma che nascondono risvolti oscuri.
Scritto attorno agli anni Quaranta, il “sesto Jelling” si caratterizza per
un'atmosfera rarefatta e sospesa, persino sognante, come doveva essere, allora,
la produzione italiana di gialli, che era alla ricerca di una proprio cifra
espressiva, ma doveva fare i conti, al contempo, con la grande tradizione della
“detective story” americana.
L'impressione che si ha, fin dalle prime pagine di questo straordinario
“trouvaille”, è quella di una timida cautela: un cauto approccio al tema, con
tutte le riserve di un autore che si sta facendo le ossa (Scerbanenco aveva
allora una trentina d'anni). Sarà per l'ambientazione in un paese straniero
difficilmente riconoscibile, gli improbabili anglicismi (Fronder Hass, Domenico
Dammmer, Veronica Fanee) o per l'evanescente
figura dello stesso Jelling, che appare spaesata e ingenua, al pari di un
gentiluomo fuori dal suo tempo, ma dotato di grande acutezza. Un Poirot di
Agatha Christie privo di spavalderia. Ben lontano da quel Duca Lamberti, smaliziato
e scettico, che si muove nella Milano nera, dove prevale il realismo di un
ambiente crudo e violento.
“Tra i due investigatori… – riconosce Cecilia Scerbanenco –
c'è una grande differenza. Jelling crede nella ragione… Lo Scerbanenco
che crea Duca Lamberti non vi crede più. La lotta ora è tra
un male e un male minore, la ragione è impotente” (p. 219).
Lo scrittore è cresciuto, ma soprattutto, tra Jelling e Lamberti, c'è la
seconda guerra mondiale, che ha cambiato le prospettive e ha spazzato via l'atmosfera
ovattata dei telefoni bianchi che nascondeva il paese reale.
Jelling, questa volta, è alle prese con un caso di tentato omicidio in un
osservatorio astronomico. L'équipe di scienziati ha scoperto un nuovo pianetino
nell'orbita del sistema solare, ma l'euforia è subito cancellata dalla
rivelazione che si tratta di un abbaglio clamoroso, dato che quell'asteroide è
già stato scoperto. Scoppia uno scandalo e gli eventi precipitano. Quando un
giovane, che soffre di disturbi mentali, viene accusato di tentato omicidio,
Jelling sente puzza di bruciato e si mette all'opera per sbrogliare l'intricata
matassa. Un giallo soft con implicazioni fantascientifiche, che si legge con
piacere, ma anche col rispetto dovuto a un grande scrittore del fantastico che
attende ancora il pieno riconoscimento della critica.
Giorgio Scerbanenco, Lo scandalo dell'osservatorio astronomico, Sellerio,
pp. 225, € 13,00
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