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  Letteratura  »  Lo scandalo dell'osservatorio astronomico, di Giorgio Scerbanenco, edito da Sellerio e recensito da Carlo Bordoni 08/09/2011
 

Scerbanenco e il sesto Jelling

 

di Carlo Bordoni

 

 

 

Giorgio Scerbanenco (1911-1969) è il padre fondatore del noir italiano, prolifico scrittore del fantastico e autore della fortunata serie di Duca Lamberti. Di lui l'editore Sellerio sta ristampando i suoi romanzi nella bella collana “La Memoria”, con qualche preziosa sorpresa, come questo inedito Scandalo dell'osservatorio astronomico, a cura della figlia Cecilia, un testo fortunosamente ritrovato tra le sue carte e “restaurato” per questa prima edizioni italiana. È il “sesto Jelling”, ovvero il sesto titolo (ma esistono frammenti anche di un settimo) della serie in cui appare l'investigatore Arthur Jelling, oscuro funzionario di polizia addetto all'archivio, che casualmente interviene a risolvere casi all'apparenza banali, ma che nascondono risvolti oscuri.
Scritto attorno agli anni Quaranta, il “sesto Jelling” si caratterizza per un'atmosfera rarefatta e sospesa, persino sognante, come doveva essere, allora, la produzione italiana di gialli, che era alla ricerca di una proprio cifra espressiva, ma doveva fare i conti, al contempo, con la grande tradizione della “detective story” americana.
L'impressione che si ha, fin dalle prime pagine di questo straordinario “trouvaille”, è quella di una timida cautela: un cauto approccio al tema, con tutte le riserve di un autore che si sta facendo le ossa (Scerbanenco aveva allora una trentina d'anni). Sarà per l'ambientazione in un paese straniero difficilmente riconoscibile, gli improbabili anglicismi (Fronder Hass, Domenico Dammmer,  Veronica Fanee) o per l'evanescente figura dello stesso Jelling, che appare spaesata e ingenua, al pari di un gentiluomo fuori dal suo tempo, ma dotato di grande acutezza. Un Poirot di Agatha Christie privo di spavalderia. Ben lontano da quel Duca Lamberti, smaliziato e scettico, che si muove nella Milano nera, dove prevale il realismo di un ambiente crudo e violento.
“Tra i due investigatori… – riconosce Cecilia Scerbanenco – c'è una grande differenza. Jelling crede nella ragione… Lo Scerbanenco che crea Duca Lamberti non vi crede più. La lotta ora è tra un male e un male minore, la ragione è impotente” (p. 219).
Lo scrittore è cresciuto, ma soprattutto, tra Jelling e Lamberti, c'è la seconda guerra mondiale, che ha cambiato le prospettive e ha spazzato via l'atmosfera ovattata dei telefoni bianchi che nascondeva il paese reale.
Jelling, questa volta, è alle prese con un caso di tentato omicidio in un osservatorio astronomico. L'équipe di scienziati ha scoperto un nuovo pianetino nell'orbita del sistema solare, ma l'euforia è subito cancellata dalla rivelazione che si tratta di un abbaglio clamoroso, dato che quell'asteroide è già stato scoperto. Scoppia uno scandalo e gli eventi precipitano. Quando un giovane, che soffre di disturbi mentali, viene accusato di tentato omicidio, Jelling sente puzza di bruciato e si mette all'opera per sbrogliare l'intricata matassa. Un giallo soft con implicazioni fantascientifiche, che si legge con piacere, ma anche col rispetto dovuto a un grande scrittore del fantastico che attende ancora il pieno riconoscimento della critica.

 

Giorgio Scerbanenco, Lo scandalo dell'osservatorio astronomico, Sellerio, pp. 225, € 13,00

 

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