Ricordi
di un vicolo cieco
di Banana Yoshimoto
Titolo originale “Deddoendo
no ovoide”
Ed. I Canguri Feltrinelli
Cinque racconti, cinque personaggi in cerca di se stessi, della
propria identità. Cinque storie al femminile, vite sospese che il vento del caso
sospingono nella giusta direzione. La relazione amicale tra due giovani si
trasforma in amore intenso, complici, forse, due fantasmi. La fiducia in se
stessi, l'autostima si concretizzano in una fanciulla dopo essersi salvata da
un tentativo di avvelenamento: recupera gli affetti famigliari e i rapporti
umani. Ancora l'amicizia autentica ed incantata tra due bambini vissuta con
esclusiva predilezione dell'uno verso l'altro e con un epilogo drammatico. Il
soprannaturale nel quarto racconto aleggia e fa ritrovare equilibrio ed armonia
all'ingenua ragazza e superare le avversità. Il quinto racconto che dà il
titolo allo scritto intensifica il mondo di sentimenti che pervadono la
protagonista sofferente per un tradimento d'amore. Eppure attraverso il dolore è
indotta a riflettere sulla percezione di sé ed alfine risorgere e diventare un
essere più forte e consapevole. La tristezza predomina su queste storie d'amore e
come dice l'autrice sono nate per liquidare in fretta tutti i ricordi dolorosi
del passato. Sia pure non siano realmente vissute da lei sono più
autobiografiche di quanto lei pensasse. Una sorta di terapia o rielaborazione
del dolore nell'esorcizzare i fantasmi del passato e trasmutare la sofferenza
in pienezza di sé e ritrovata e rinnovata felicità. I racconti sono legati da
un comune filo conduttore che se non fosse per i titoli ci
ciascuno sembrerebbe un romanzo unico con storie di vita parallele,
interscambiabili. Con quanto garbo e stile armonioso Yoshimoto interseca ed
intreccia le trame e con una trasparenza incantata, dove l'uso della parola
cercata e rarefatta addolcisce le emozioni intense che vivono le protagoniste.
Anche nei momenti e nelle situazioni in cui sembrano queste fanciulle, quasi
d'altri tempi, perdersi in vicoli ciechi, una luce riverbera in lontananza e
poi sempre più vicino racchiude i loro animi. E' la delicatezza del tocco
dell'artista che pennella di colori pastello la drammaticità delle storie, una
grazia innata, elegante, orientale dà raffinatezza alla scrittura. Dalla
lettura si esce come ingentiliti nello spirito e il senso emozionale è
proprio quello di aver sfiorato i confini dell'arte.
Banana Yoshimoto è nata a Tokyo nel 1964, ha conquistato un grandissimo numero di
lettori in Italia a partire da Kitchen,
pubblicato da Feltrinelli nel
1991. Suoi libri: N.P. 1992, Sonno profondo 1994, Tsugumi 1994, Lucertola,
1995, Amrita 1997, L'ultima
amante di Hachiko,
Presagio triste, 2003, Arcobaleno, 2003.
Arcangela
Cammalleri