Il mio
cuore umano di Nada Malanima
Fazi Editore
La quarta di
copertina è l'incipit
della narrazione ... “Era la fine
di febbraio, esattamente
il periodo di carnevale, da
tutte la parti
si festeggiava.
Quella sera
mio padre e mia
madre erano
andati
a ballare in un paese
vicino, mia madre
ballò così tanto
che le si consumarono
i tacchi”.
Nella Toscana degli
anni '50, attraverso gli occhi che “sanno
guardare
distante” e i sentimenti di una bambina, Nada, l'io narrante,
si dispiegano i ricordi della prima fanciullezza
segnati da
una sensibilità affinata dagli
eventi famigliari.
Per chi ha vissuto quegli anni a cavallo tra i '50 e i '60, ritrova
il profumo lontano, ma, ancora, forte di un tempo irripetibile di trasformazioni
economiche e sociali di grande impatto
emotivo. La televisione, “La scatola parlante”, al
circolo dell'Arci si andava a vedere il sabato il varietà,
vissuta come rito collettivo, le
vespe sostituite dalle automobili, i servizi igienici in casa… Da una
società arcaica, contadina, ritmata dai cambiamenti
della natura ad una società industriale
che pulsa al
ritmo della
invenzioni e delle modernità. C'è incanto
e stupore di altri tempi ormai mitizzati
perché legati a
stagioni della
vita in cui la
scoperta del mondo famigliare
e circostante è preludio alla
ricerca di se stessi e al perché della
propria esistenza. La
protagonista
vive gli umori, gli amori, le
sofferenze e anche le bizzarrie dei suoi famigliari con estrema
sensibilità e tanto bisogno d'affetto materno
non sempre elargito semplicemente.
All'ombra della
madre bella, ma
sofferente di nervi, di un padre
poco incline al dialogo, della
sorella tanto
amata, della
nonna Mora,
ruvida di modi, ma ricca
di genuina saggezza contadina, Nada, bambina magra e fragile
attraversa l'infanzia solitaria, piena
di incubi e scuri pensieri che nessuno conosceva per approdare all'adolescenza
in cui il suo cuore, un normale
“Cuore umano” moltiplica sensazioni
e stati d'animo.
E' un racconto che fluisce limpido
come un ruscello di montagna che a
tratti, ma
solo, a tratti,
s'intorbida, non s'avverte nostalgia, piuttosto traluce
la semplicità quotidiana del
mondo reale: i più intimi e semplici
legami tra
le persone, un mondo dietro cui si nascondono altri
mondi possibili. Uno sguardo il suo
che con sofferta acutezza amplia
l'orizzonte conoscitivo ( si rifugia
nella scrittura
poetica, nei libri) riflettendo sul
senso dell'esistere, della morte.
Sorprende la scrittura piana, lieve, scevra
da infarciture
retoriche, essenziale senza indulgere in paradigmi
stilistici complessi e spesso, segni di meri esercizi letterari.
Nada Malanima, conosciuta solamente come Nada, è una
tra le artiste
più originali della scena
musicale italiana. E' nata a Gabbro
(Livorno) nel 1953. Interprete e cantautrice, compositrice di versi e prose di note dalla decadenza ambrata, poeta
veggente di mondi arcani in cui si specchia,
disconnessa e spudorata, una realtà
fatta
di passione, d'istinti primordiali e bisogni intensi ed intimi, dell'intimità violata dall'incanto.
Per Fazi
Editore ha già
pubblicato la
raccolta
di poesie e racconti Le mie madri.
Il mio cuore umano è il suo
primo romanzo.
Arcangela Cammalleri