E nemmeno un rimpianto
Il segreto di Chet Baker
di Roberto Cotroneo
Mondadori Editore
Biografia
Pagg. 151
ISBN 9788804608035
Érezzo € 18,00
“La
storia di Chet non va raccontata per farci sentire meglio. Ma va raccontata per guidare lo
spirito di chi ascolta o chi legge in una discesa alla ricerca di qualcosa di
perduto, o dimenticato, per riportarlo alla coscienza.”
“Io ci voglio credere”, questo è il primo pensiero che ho avuto appena
terminato di leggere, l'ultimo libro di Roberto Cotroneo, e nemmeno un rimpianto, edito
Mondadori. Voglio credere che ci sia sempre una seconda
possibilità, un'altra via da seguire, la capacità di ricominciare da qualche
parte imparando dagli errori fatti per riprendere in mano la propria vita: “E' arrivato il momento di recuperare quelle parti
della tua anima che hai dimenticato, smarrito o dalle quali sei stato separato. Sono tue parti, e sono di tutti quelli che
possono condividere con te, con noi, questa storia. Non
dimenticarlo.”
La storia è quella di Chet Baker, trombettista e cantante jazz morto a 59 anni
(13 maggio del 1988) ad Amsterdam precipitando da una finestra d'albergo;
un'esistenza maledetta fatta di genio e sregolatezza, alcool ed eroina, ma con
la grande capacità di dar luce a quelle note che uscivano dalla sua tromba,
anche se la vera protagonista è la musica, nello specifico il jazz, musica di
artisti maledetti, artisti capaci di mostrare genialità in mezzo di una vita
autolesionistica e carica di eccessi, e allora l'autore si chiede: come può da
tanta malinconia, dolore e sofferenza nascere My Funny Valentine, brano che ha accompagnato Chet per
tutta la sua esistenza, “come il suo
vestito migliore, quello che gli stava meglio di tutti gli altri“,
come dice lo stesso Cotroneo.
E proprio sulle note di My Funny
Valentine inizia il viaggio del protagonista/autore, alla ricerca
di una verità custodita da tre donne e che man mano viene fuori. Un viaggio che
inizia dal Salento per proseguire a Parigi e terminare nuovamente nel Salento,
dove Chet è “tornato” a nuova vita, dove un uomo quasi ottantenne ha trovato il
proprio equilibrio, la propria musica senza dover per forze usare la tromba
(che suona raramente è che è appoggiata in bagno), dove il nuovo Chet si è
disfatto di tutto, anche delle incisioni su vecchi nastri che non si usano più,
le quali contengono più rumori di fondo che vere e
proprie note – un po' come l'esistenza stessa -.
La storia si dipana tra ricordi e momenti di pura musica, tra antagonismo che
non si dimentica e ancora percuote l'animo (Miles Davis principalmente), e
l'incontro che cambierà la vita a Chet, inducendolo a maturare l'idea di
simulare la propria morte per nascere un'altra volta.
Georges Ivanovic Gurdjieff, mistico e filosofo armeno (personaggio controverso, ipnotico, spiazzante,
capace di compiere il prodigio di deviare in modo salvifico il cammino di chi
lo incontrasse) ha un ruolo predominante nella “risurrezione” di
Chet Baker, come nella realtà l'insegnamento di Gurdjieff ha influenzato
diversi personaggi noti della cultura e della letteratura.
Capace di portare a riflettere sul senso non senso della
vita, sospeso sul magico confine tra realtà e immaginazione romanzesca,
lasciando, che la musica si sprigioni tra le righe, in note che spaziano tra il
silenzio che troppo spesso rimane inascoltato: “…Come riesce a far suonare il silenzio, a raccontare l'attesa, a
sospendere il mondo.
Ma l'attesa, l'attesa è tutto. E il contrabbasso sembra il
passare dei giorni, i giorni del calendario, della settimana, i giorni che
riempiono gli anni di cose”, Cotroneo mi
conquista, con una scrittura interiore ma eccitante al tempo stesso perché in
qualche modo riesce a far sentire la musica che si sprigiona nell'aria.
Katia
Ciarrocchi
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