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  Letteratura  »  Una parentesi luminosa, di Marella Caracciolo Chia, edito da Adelphi e recensito da Grazia Giordani 08/11/2011
 

Una parentesi luminosa - di Marella Caracciolo Chia, Adelphi

 

 

Quell'amore segreto tra Umberto Boccioni e Vittoria Colonna

 


Leggendo Una parentesi luminosa - L'amore segreto tra Umberto Boccioni e Vittoria Colonna (pp.177, euro 18) opera prima, per i tipi di Adelphi, della giornalista Marella Caracciolo Chia, si ha l'impressione che i personaggi ritratti da Mario Cavaglieri - cantore della Belle Epoque – escano dalle cornici dei loro quadri per parlarci di quel “bel mondo” aristocratico a cui tutto sembrava permesso e possibile. Sono bastate ventuno lettere dell'epistolario amoroso intercorso tra il celebre esponente dell'arte futurista e l'inquieta principessa romana ad accendere la fantasia inquisitrice dell'autrice di questo delizioso saggio-quasi romanzo, inducendola a rivelarci nel prologo come da anni fosse “sulle tracce della storia di Leone Caetani, quindicesimo duca di Sermoneta e marito di Vittoria Colonna” perché affascinata dalle vicende di questo grande viaggiatore, orientalista, accademico dei Lincei, parlamentare dal 1909 al 1913. Fortuitamente, nel corso delle sue ricerche, la nostra saggista, ha trovato in un bauletto con le carte di famiglia, quel “pacchetto orfano, come separato dal resto”. La scoperta di questo amore segreto le ha dato agio di tracciare un ampio affresco storico dentro cui si dipana la storia dei Caetani e dei Colonna, un tempo acerrimi nemici, che trovano riconciliazione proprio con le nozze di Leone e Vittoria. I prodromi sono lunghi e abilmente orchestrati, pieni di suture storiche e interessanti preamboli atti a creare il clima d'epoca. Vediamo l'affascinate Vittoria, capricciosa, irrequieta, edonista, in contrasto con il più severo consorte. Abitiamo per un attimo le loro dimore così antitetiche per struttura e abitudini di vita interna. Più splendidi, anticonvenzionali i Colonna, parsimoniosi e tradizionalisti i Caetani. Conosciamo i loro tic, le loro debolezze. Lo sfondo si fa sempre più ampio, accrescendo la nostra curiosità, divenuta quasi un'ansia, di leggere a nostra volta quelle lettere, entrando nel cuore del segreto.
Siamo affascinati dalla descrizione dell' ”Isolino” sul Lago Maggiore - dove nel 1916 la trentacinquenne Vittoria, in compagnia del figlio Onorato e di pochi domestici si è rifugiata -, mentre Leone è al fronte. L'atmosfera della magica, minuscola isola, sembra il teatro ideale per un incontro d'amore. Il profumo inebriante di rose, magnolie e gelsomino, irrora le pagine, inargentate da un'incantevole luna, imporporate da fulgidi tramonti, mentre l'elegantissima Vittoria, delusa dalle incomprensioni coi parenti del marito, così cupi, rigorosi, scandalizzati dalla sua libertà di costumi, di femminista “ante litteram”, sportiva, spericolata, seduttrice, un tempo corteggiata da Edoardo VII d'Inghilterra (sua seconda patria!) da Winston Churchill e dall'Aga Khan; delusa dal distacco del marito, ora in guerra, ma anche in precedenza, sempre in viaggio, lontano da lei, diverso da lei, forse è psicologicamente pronta per un'evasione dall'attuale monotonia dei suoi giorni.
Boccioni, sull'altra sponda del lago è ospite dei marchesi Casanova, dove si trova per ritrarre il musicista Ferruccio Busoni. L'incontro è fatale e la passione travolgente degli amanti si consuma in poche settimane, nella pronuba cornice dell'isola. L'epilogo è dei più tristi, perché il geniale l'Artista soldato, non morirà in battaglia, ma cadendo da cavallo, angosciato per non aver ricevuto le ultime lettere di Vittoria a cui scriveva missive grondanti passione (“Oh! Le nostre notti! Il tuo pallore, il tuo smarrimento, il mio terrore e la nostra infinita comunione di corpo e di spirito…”), capaci forse di aver distrutto il matrimonio giù incrinato di Leone e Vittoria, ma pretesto anche perché Marella Caracciolo Chia, ci offrisse un così emozionate reportage d'anime, incorniciate in un mondo per noi affascinante anche perché lontano dai nostri usi e dai nostri giorni.

Grazia Giordani

 

www.graziagiordani.it

 

 

 
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