A voce
alta The reader di Bernhard Sclink
Ed. Garzanti
Titolo originale Der Vorleser
Romanzo
Da questo libro è stato tratto il film
di Stephen Daldry con Ralph Fiennes e Kate Winslet.
La città che fa da sfondo al romanzo -
mai nominata ma segnalata da riferimenti toponomastici precisi - è Heidelberg,
sede della più antica università tedesca; siamo negli anni ‘50 e l'adolescente
Michael Berg incontra Hanna, una donna affascinante e misteriosa, sulla
trentina: è passione e amore travolgenti. I loro
incontri s'infittiscono e per un anno vivono un'intensa relazione fatta di
sensualità e pudori. Quando Hanna sparisce, Michael con strazio prima, con la voglia di vivere
dopo, prosegue gli studi, gli ultimi anni di liceo, la facoltà di legge, ma il ricordo di Hanna non lo abbandona mai,
fino a quando durante un seminario sui
procedimenti giudiziari connessi al passato nazista la rivede in tribunale. Lei
e altre quattro donne processate, erano state sorveglianti in un piccolo campo
di concentramento nei pressi di Cracovia, un lager esterno di Auschwitz. I capi
d'accusa riguardano il modo in cui le imputate avevano agito ad Auschwitz: le
selezioni nel lager e la notte del bombardamento che aveva posto fine alla
colonna di prigionieri per l'Ovest; la responsabilità dei reparti di guardia e
delle sorveglianti che avevano rinchiuso i prigionieri
-centinaia di donne - nella chiesa di un
villaggio che era stato abbandonato dalla maggior parte degli abitanti.
Caddero un paio di bombe, forse destinate a una linea ferroviaria vicina o a
una fabbrica, una colpì la canonica, l'altra centrò il campanile, prese fuoco il tetto della chiesa, le pesanti porte rimasero chiuse, le imputate avrebbero potuto
aprirle, ma non lo fecero e così le donne rinchiuse là dentro bruciarono vive.
Una madre e una figlia miracolosamente salvatesi, testimoni oculari, inchiodono
le imputate alle loro responsabilità. Tutto il periodo del dibattimento, la
condanna di Hanna e gli anni di carcere segnano il percorso di vita di Michael
fino al suo tragico epilogo. E' una straordinaria, struggente storia d'amore -
Hanna si faceva leggere ad alta voce da Michael i romanzi perché era
analfabeta, ma teneva segreta questa vergogna più del suo passato di aguzzina
nazista - e una intensa riflessione sul nazismo: “cosa
doveva e deve farsene, la generazione dei nati dopo, delle informazioni sulle
atrocità dello sterminio degli ebrei?. “Noi non dobbiamo pensare di poter comprendere ciò che è
incomprensibile, non possiamo comparare ciò che è incomparabile, non possiamo
indagare, perché chi indaga sulle atrocità, anche se non le mette in
discussione, ne fa comunque oggetto di comunicazione e non ottiene che qualcosa
di fronte a cui può solo ammutolire per l'orrore, la colpa e la vergogna. Ma era giusto così Come poteva essere un conforto il
fatto che il mio patire per amore di Hanna era in un certo senso il destino
della mia generazione, il destino dei tedeschi, al quale riuscivo a sottrarmi
solo malamente, col quale mi destreggiavo ancor peggio degli altri! Quanto meno
mi avrebbe fatto bene, allora, se fossi riuscito a sentirmi parte della mia generazione.”
L'autore nell'ultima pagina dice che tutto ciò risale ormai a
10 anni fa: “Quel che ho fatto o non ho
fatto e quel che lei mi ha fatto: è ormai la mia vita.” All'inizio
scrive la storia per liberarsi, ma i ricordi non si piegano a questo scopo. Poi
si rende conto che la storia gli sfugge di mano, e vuole riprenderla per mezzo
della scrittura, ma anche così non riesce a carpire la memoria. Da qualche anno
la lascia stare perché ha finalmente fatto pace con lei.
Il romanzo, soprattutto nella seconda
parte, quando la storia tra Michael e Hanna viene rivissuta attraverso la
memoria, assume una dimensione lirica, pur nei periodi di lunghi silenzi e
distanze, sedimenta strati su strati di malinconia, dolcezze e sensi di colpa
contrastanti; è in questi pensieri che lo scrittore usa accorgimenti stilisti
toccanti pur nell'apparente distacco emotivo. La terminologia e fraseologia
giuridica che si riscontra nel testo quando si descrivono gli atti processuali
non sono che le proprietà di linguaggio forense di Bernhad Sclink che è
magistrato e docente di diritto in una università
tedesca. Un gran bel romanzo e una storia singolare a cui il film rende onore,
in quanto il regista riesce a mantenere quel registro emotivo distaccato, ma
mai freddo e non scade nella retorica e nell'ovvietà.
L'autore Bernhard Sclink, nato nel 1944 presso Bielefeld, laureato in giurisprudenza, vive
tra Berlino e New York. Il suo romanzo A voce alta (Garzanti, 1996), tradotto in 37 lingue e a
lungo ai vertici delle classifiche di vendita nel mondo intero, ha vinto
numerosi premi:Hans-Fallada-Preis e Welt-Literaturpreis in Germania, Premio
Grinzane Cavour in Italia, Prix Laure Bataillon in Francia. Tra gli altri suoi
libri, editi in Italia da Garzanti, la raccolta di racconti Fughe d'amore (2002) e la trilogia
poliziesca, vincitrice di numerosi premi: I
conti del passato con Walter Popp,(1999), L'inganno di Selb (2003), Deutscher
Krimi Preis, L'omicidio di Selb
(2004), premio Glauser. Il suo ultimo romanzo è La nostalgia del ritorno (2007).
Arcangela
Cammalleri