Carmen Covito al pari di
Petronio
con le
sue ragazze di Pompei
di Iannozzi Giuseppe aka King Lear
“Molto è inventato, ma per quanto bizzarro sia è completamente
verosimile e documentato su testi d'epoca”. – Carmen Covito
Carmen Covito torna in libreria con Le ragazze di Pompei, una sorta di Satyricon al femminile. Prima protagonista, ma non
assoluta, del nuovo romanzo di Carmen
Covito, è Tirrena, una donna
emancipata e che aspira all'emancipazione massima possibile nella società
neroniana. Tirrena ha tre figli, non suoi, dei trovatelli che per amor
d'emancipazione ha deciso di tener con sé: una donna infatti
acquisisce, per legge, idee e comportamenti autonomi solo quando ha dato alla
società almeno tre figli. Poco importa che non siano venuti dal suo proprio grembo. Tirrena è una convinta seguace
dell'epicureismo oltreché un'insegnante di filosofia
che par goda della stima degli uomini, in apparenza perlomeno. Tirrena, figlia
di un libraio e con sulle spalle due mariti
(apertamente) gay, tra una pergamena di Lucrezio e un'altra, vive in Pompei
accompagnandosi a mille pettegolezzi, che più o meno in maniera dichiarata
finiscono quasi sempre, come serpenti, col mordersi la coda sé.
Rubria è l'altra
primadonna, una vestale che da poco più di un mese si è spogliata del peso del
suo ruolo perché innamorata dell'imperatore Nerone, che lei assicura
esser davvero buono, e bono. Per colpa e merito di questo uzzolo, Rubria ha lasciato
ad altre povere verginelle il compito di servire la dea Vesta a Roma,
votandosi così completamente al suo imperatore.
Vibia Tirrena, sempre fedele al suo Petronio
Arbitro, amante dei libri che ama vendere insieme al padre libraio, percorre le
vie di una città di provincia, di una Pompei neroniana per molti
aspetti ritratto speculare dell'attuale nostra società. Tra realtà e
finzione, Le ragazze di Pompei
è anche vademecum per tutte quelle ragazze o donne che siano in perenne ricerca
d'un'emancipazione culturale e sociale.
Il racconto è in prima persona seguendo un consumato e sempre appetibile
artifizio letterario, quello del ritrovamento di un manoscritto solo in parte
decifrabile.
Cos'altro aggiungere? Carmen Covito,
con Le ragazze di Pompei,
consegna a noi lettori dappoco un romanzo superlativo, una storia destinata a
essere sicuro oggetto di discussione per i posteri: siamo di fronte a un lavoro
di cesello, Letteratura che, oggi come oggi, solo in pochi sanno
creare. Stile invidiabile quello di Carmen Covito,
per certi versi più raffinato e rappresentativo del miglior Aldo Busi. Le ragazze di Pompei, per il suo
realismo descrittivo, è opera che merita a pieno
titolo di stare almeno almeno accanto al Satyricon
di Petronio.
Carmen Covito ha esordito nella narrativa con un romanzo di successo dal quale
sono stati tratti un film, uno spettacolo teatrale e un modo di dire: “La bruttina stagionata” (Bompiani 1992, Premio
Bancarella 1993). Ha pubblicato successivamente altri
romanzi, caratterizzati dalla costante contaminazione di linguaggi, di genti e
di registri stilistici diversi. Attualmente si occupa
di cultura giapponese e dirige la rivista di studi online “AsiaTeatro”
(www.asiateatro.it). Alcuni dei suoi racconti possono essere scaricati liberamente
dal sito www.carmencovito.com
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Le ragazze di Pompei – Carmen Covito
– Barbera Editore – collana Centocinquanta – prima edizione gennaio
2012 – ISBN: 978-88-7899-509-3 – pagine 144 – euro 13
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