La
poesia di Maria Luisa Spaziani: chi ha lottato con
l'angelo, resta fosforescente
di Ferdinando
Camon
"La Stampa - Tuttolibri" 24 marzo 2012
Sarebbe bello che Meridiani mettessero
in ciascun volume almeno 5-6 foto dell'autore, una per ogni fase della vita: ti
vien voglia di guardarlo in faccia, quando leggi le sue opere. È un istinto che
scatta per tutti. Ma soprattutto per questo volume onnicomprensivo
dedicato a Maria Luisa Spaziani. C'è una sola
foto sua, e sta sulla custodia. Già anziana, di profilo, con
la sua alta figura di valchiria. La guardi e pensi (scusa Maria Luisa,
non posso non dirlo): ecco l'amore di Eugenio Montale
e di Elémire Zolla. E poi le
cerchi, le poesie d'amore. Ci sono, e sono fra le più alte e forti. Ma non è amore per l'uomo o per il genio, è amore cosmico,
amore per la vita. E
con ciò siamo già nel cuore del sistema-Spaziani, la
sua concezione del vivere come captare l'esistenza, propria e del tutto, del
visibile e dell'invisibile. È una “tensione” che comincia dalla prima raccolta,
“Le acque del sabato”, e va avanti fino alle ultime, “La luna è già alta” e
”L'incrocio delle mediane”.
Per sentire il tutto, devi essere tutto. Il poeta (Maria Luisa Spaziani non vuole
essere chiamata “poetessa”) deve essere molti e in molte vite: “Sono stata
valchiria e imperatore, / eremita e mercante, amante e amata. / Ho camminato all'ombra e alla luce, / la bussola perduta e
ritrovata”. Ogni poesia è un frammento di queste metamorfosi, le poesie
della giovinezza e quelle della tarda età si somigliano. La
morte dell'amore sta all'inizio ma poteva stare alla fine: “Più nessuna
barriera mi difende / dal vento amaro. /L'estate in gloria che su queste
strade / per me ha brillato un giorno, ora sepolta / mi mulina le ceneri su
cuore. / È notte e inverno. E tu sei morto, amore”.
Nulla è unico, non l'amore e neanche la morte: “Chi più di un amore ha vissuto
/ conosce ben più di una morte”.
Tristi i libri di poesia in cui si deve cercare
l'ideologia: un libro di
poesia è bello se in esso si può cercare la poesia. Vedo che
anche Paolo Lagazzi, che scrive il profondo saggio
introduttivo, e Giancarlo Pontiggia, autore della Cronologia (preziosa miniera),
la pensano così. Che cos'è, per Maria Luisa Spaziani, scrivere? È vivere, e
viceversa: “Credo nella mia vita se mi dico “ho parlato”. / Credo nella
mia parola se mi dico “ho vissuto””. Il poeta deve
vivere-parlare per tutti e sognare per tutti: “Se faccio un sogno, e poi / me
ne nascono versi, / quei versi sono il sogno / che
sognate con me.” Facendo della vita una parola e viceversa, si dà senso al mondo: “Se il mondo è senza senso, / tua è la vera
colpa. / Aspetta la tua impronta / questa palla di cera.”
Vivere vuol dire contemplare il giardino della vita, e
sentire nel respiro della Natura il respiro di Dio, finché viene il giardiniere
che ti caccia, perché eri un ospite a tempo: “Era stato ben arduo potare e
seminare, / ma ora Dio sentivi nei campi respirare. / (...) Di colpo
sentii l'ombra che scura si stagliava / sull'erba del sentiero, quel fiato di
sventura. / Mi volsi. Dal cancello si ergeva la figura / del
nuovo giardiniere, e mi cacciava”. Non è che la
cacciata dal giardino stia alla fine del libro-vita di Maria Luisa Spaziani, e che l'entrata, l'amore, stia all'inizio. La
vita è sempre un pieno, e l'amore è più vissuto nelle ultime pagine. È qui che dice: “Dunque ti rivedrò nella città / che lungo il mare
ride. Mi preparo / sacralmente all'incontro.
Non venire / senza il tutto di te. Io sono tutta / come mai
prima”. L'amore dev'essere
palpabile, concreto: “E non scrivermi a macchina, e telefona poco, / non darmi
cose scisse dal tuo calore. / Come gli antichi indù io
credo negli aloni, / nel colore invisibile che segna il tuo passaggio”.
È il passaggio di chi ha lottato con l'angelo: “Chi ha lottato
con l'angelo / resta fosforescente”. La fosforescenza non si spegne, non ha una
fine, la Spaziani non “chiude” mai i suoi libri: “Dal
mio quaderno aperto mancheranno / i tre versi essenziali di chiusa”. Il libro finisce, ma lei resta
in contatto.
Maria Luisa Spaziani, Tutte
le poesie,
Collana I Meridiani, a cura di Paolo Lagazzi e
Giancarlo Pontiggia, Mondadori, 2012, pagine CXVI+1866, € 65,00
www.ferdinandocamon.it