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  Letteratura  »  La mia anima è ovunque tu sia, di Aldo Cazzullo, edito da Mondadori e recensito da Arcangela Cammalleri 26/03/2012
 

Aldo Cazzullo

  La mia anima è ovunque tu sia

Un delitto. Un tesoro. Una guerra. Un amore. Romanzo Mondadori. 2011

In sovraccoperta: La partigiana M., foto © Marcello Norberth

Già il sottotitolo racchiude tutta la storia narrata che si svolge in tre epoche distinte: aprile 1945, aprile 1963, 2011.

 1945. Ad Alba viene requisito un tesoro della quarta armata che presidiava il Sud della Francia. Soldati che avevano salvato gli ebrei dalla barbarie tedesca, finchè hanno potuto sono riusciti a salvare denaro per i vettovagliamenti, le requisizioni, i beni che accumula un esercito di occupazione. Quest'oro appartiene alla nuova Italia, diceva il colonnello che era riuscito a mettere al sicuro una parte e da buon cristiano, intendeva affidarlo alla Chiesa. Il tesoro viene spartito tra la curia e i partigiani. Il vescovo dà la propria parte ad un suo protetto Antonio Tibaldi, il capo dei partigiani rossi e Domenico Moresco tiene l'altra parte per sé tradendo e l'amicizia con Alberto e la memoria di Virginia, la donna che entrambi hanno amato, donna fiera e combattente, torturata e uccisa dai fascisti.

1963. Un grande scrittore, impiegato della Tibaldi Vini, in punto di morte, vuole ricostruire la storia del tesoro, la guerra partigiana, un grande amore troncato dagli eventi, una serie di tradimenti e passioni.

2011. La scena del cadavere di Domenico Moresco, in un bosco delle Langhe, divenuto un grande industriale del vino, apre un squarcio sul suo passato e l'indagine seguita oltre che dalla polizia anche da Sylvie, un'investigatrice privata, ingaggiata da Antonio Tibaldi, l'altro grande industriale di vini, si svilupperà tra imprevisti segreti, figli illegittimi e vendette tardive. Tra Domenico e Alberto c'era una sorta di amicizia, o meglio di condivisione di tutto, dovuta alla guerra: la fame, la fatica, le fucilate e… avevano una cosa in comune: l'amore per una stessa donna, Virginia già moglie di Moresco e poi amante di Alberto. La scoperta della verità si esplicherà nel corso dei fatti con il finale in un certo senso tragico e anche beffardo. Questo romanzo è un ennesimo tassello, sia pure marginale della guerra e della lotta civile tra partigiani e fascisti, è come una serie senza fine che la letteratura, l'indagine storica continuano a ricostruire, episodi moltissimi che hanno affastellato quel terribile periodo, come un filone inesauribile. Certo questa breve storia non aggiunge nulla alla conoscenza di quanto già sappiamo, ma induce alla riflessione, a smuovere ricordi, a suscitare emozioni, e poi… a sviscerare le passioni che danno vita alle azioni. Il titolo è comprensivo di questo grande amore diviso tra due uomini e questa figura di donna, mai presente se non nei ricordi di Domenico e Alberto, rappresenta una struggente storia d'amore: Virginia dai capelli nerissimi, lo sguardo di chi ha patito un torto, e non consentirà a nessuno di esercitare un potere su di lei e poi la bocca a forma di cuore… Ad Alberto di Virginia, dopo tanti anni, ogni cosa gli era familiare. Ogni giorno, per tutti i giorni della sua vita ha cercato lo sguardo della donna che amava negli occhi di altre. E a lungo l'ha anche trovato. Alberto ha poi sposato la migliore amica di Virginia e Domenico sua sorella. In uno stile essenziale e senza velature retoriche, Cazzullo costruisce una particolare struttura narrativa, se non originale, certamente efficace. Le due identità storiche, fascisti – partigiani non prevaricano sia nel bene sia nel male, ma entrambe sono precorritrici di quegli insanabili dissidi partitici che, nonostante i tanti peani all'Unità d'Italia, dissociano il Paese. Il romanzo offre l'occasione per guardarci ogni tanto indietro e capire meglio come siamo adesso, le radici del passato sono difficili da estirpare e una storia minima può essere emblema di una storia collettiva.

 

Aldo Cazzullo (Alba,1966), dopo 15 anni alla “Stampa”, dal 2003 è inviato ed editorialista del “Corriere della Sera”. Ha pubblicato 13 saggi e non aveva mai pensato di scrivere un romanzo. Fino a quando non si è imbattuto, nella sua città, in una storia che non poteva non esser narrata.

 

 

Arcangela Cammalleri

 
©2006 ArteInsieme, « 014085394 »