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  Letteratura  »  Senza luce, di Luigi Bernardi, edito da Perdisapop e recensito da Morena Fanti 05/04/2012
 

Senza luce
Luigi Bernardi

PerdisaPop, 2008
pp.173, euro 14,00

 

È possibile raccontare il buio, e cioè un'idea di oscurità? Si può raccontare ciò che non si vede? In Senza luce, Luigi Bernardi racconta il buio e le emozioni che può suscitare trovarsi in una situazione anomala, per una società tanto abituata a illuminare ed evidenziare ogni cosa. La luce mostra ma allo stesso tempo nasconde: con il suo tenerci lontani dal buio ci illude che tutto sia bello, luminoso e sopportabile.
È sempre nei momenti di crisi che si esce allo scoperto, ma è quando ci viene chiesto di dar fondo alle nostre risorse che si può scoprire di averle terminate molto tempo prima.
Quando la Polizia fa sospendere l'erogazione dell'energia elettrica, perché un uomo si è messo a sparare a casaccio su chiunque, un paese dei dintorni di Bologna piomba nel buio. Cosa si fa quando non si hanno a disposizione le solite cose di sempre? Ci si inventa cose nuove oppure si compiono gesti che fino a un minuto prima ci sembravano impossibili.
Mario si presenta a casa della bella vicina e tenta un approccio rimandato da tempo. Lei lo accoglie con sospetto e disagio, quest'ultimo in parte dovuto al fatto che la ragazza è senza mutande – sensazione descritta abilmente da Bernardi – e teme che lui possa indovinarlo scrutandola alla luce indagatrice e sincera della torcia.
Nell'appartamento del professor Umberto la tensione è ancora più evidente. Il professore si trova a gestire i due figli adolescenti e una moglie succube della famiglia. La mancanza della luce costringe i quattro in uno spazio ristretto che risucchia gli ultimi residui del loro ‘stare insieme' e espelle i sentimenti da troppo tempo nascosti.
Nel bar di Loretta si gioca a carte e si prosegue anche dopo la sospensione dell'energia elettrica, puntando i fari dell'auto verso la vetrina del bar e continuando a scrutare le carte.
Ma ci sono molte incognite. E c'è anche Domenico, uno scrittore in crisi che sta facendo i conti con una realtà che si avvicina troppo alla fantasia dei suoi romanzi.
Come si muoveranno le pedine in questo gioco organizzato da Bernardi? Cosa accadrà in questa umanità che sta dando fondo a tutte le risorse che ha?
Un romanzo che si legge d'un fiato, con il timore che ci venga a mancare la luce e non si possa terminare la lettura. Un romanzo teso e concentrato sui personaggi e sulla loro vita interiore. Bellissimo il linguaggio, che, pur essendo essenziale, usa i sensi come un vocabolario di immagini, raccontando odori e sapori inconsueti, come quando Ivano percorre il corpo di Loretta, e ci sorprende con un ombelico “minuscolo aggregato di sapori diversi: il sesamo, la lana, il formaggio, persino un'ombra di menta”. La scrittura di Bernardi scandaglia nei sotterranei della mente e spinge all'esternazione e alla risoluzione senza lasciare vie di scampo ai personaggi e ai lettori.

Morena Fanti

 

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