Sacha Naspini
Le
nostre assenze
Elliot – Pag. 190 – Euro 16
www.elliotedizioni.com
Sacha Naspini è un
abile costruttore di trame che utilizza gli strumenti della narrativa di genere
senza rinunciare a fare letteratura. La sua bravura cresce romanzo dopo romanzo conferendo un'impronta stilistica alle sue pagine e ai
caratteri dei personaggi, quasi sempre marginali, sconfitti, delusi da una vita
che tradisce i sogni.
Le nostre assenze è una storia raccontata in prima persona
dal protagonista, quasi un romanzo di formazione che segue la crescita di un
bambino in mezzo alle difficoltà di un'esistenza vissuta a contatto con
un'umanità degradata. L'amicizia con Michele, l'infanzia passata a giocare con
cerbottane e fucili a gommini in una provincia depressa, tra Buca delle Fate e
Follonica, senza un padre, con una madre incapace di svolgere il proprio ruolo
e una nonna che tenta di colmare le troppe assenze. Il figlio di un tombarolo cresce con il sogno di scoprire una tomba etrusca
piena di tesori per dimostrare di essere più bravo del padre, ma quando accade
davvero finisce tragicamente l'amicizia con Michele e muore il rapporto con il genitore.
Non possiamo raccontare altro di una trama complessa che si snoda tra la Maremma Toscana e l'America, che
vede un figlio alla ricerca del padre e della sua vendetta, entrambi uniti dal
ricordo e dal segreto di un tradimento. Una vita che è caratterizzata da
“solitudine, elemosina e spazzatura”, un'esistenza “tra pastori ignoranti che
puzzano di letame come l'aria, impestata dal rigurgito continuo dei soffioni
boraciferi che non si fermano neanche un giorno
all'anno”, una sofferenza continua nel rimorso per la morte di Michele, sepolto
da una valanga di terra. Il ragazzo cresce tra l'amore per il pugilato, sport
ideale per sfogare la rabbia repressa, per Sara, secca, bruttina e malaticcia,
per i romanzi che prende a prestito in biblioteca e legge di nascosto durante
la notte. E poi l'America, un luogo a lungo sognato e infine
raggiunto a bordo di una nave, un posto dove fare i conti con il passato e
finire per perdere il proprio futuro.
Le nostre assenze è strutturato come una sceneggiatura cinematografica,
narrativa allo stato puro, costruita con la tecnica del feuilleton noir, dove l'autore dissemina indizi, getta i fili di trame
e sottotrame per ricongiungerli in un finale imprevedibile.
La dote migliore di Sacha Naspini è uno stile,
chirurgico, lineare e coinvolgente da consumato narratore, affabulatore di
storie che raccoglie e ricompone con tecnica sopraffina. Naspini
è l'esatto contrario del narratore italiano alla De
Carlo che da anni ricicla la medesima storia cambiando il titolo e poche
situazioni di contorno. Notiamo alcune similitudini con l'Ammanniti di Io non ho paura, ma in ogni caso Naspini conferisce
alla storia un taglio molto originale. Un solo dubbio accompagna la lettura:
l'autore mette molta carne al fuoco, un altro scrittore avrebbe avuto materiale
per almeno tre romanzi, vista l'abbondanza di eventi e sottotrame. Non
accadranno troppe cose nel breve volgere di duecento pagine scarse? In ogni
caso Sacha Naspini si
conferma una promessa della narrativa contemporanea e vista la grande capacità
di raccontare storie per immagini, crediamo che abbia davanti a sé una carriera
come sceneggiatore.
Gordiano
Lupi
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