Aforismi per le donne toste
di Marinella Fiume
Edizioni Arianna
Pagg. 112
ISBN 978-88-89943-81-6
€ 9,50
Le donne toste sono quelle forti, decise, sfrontate, disubbidienti, ironiche, coraggiose, ma anche responsabili.
Le migliaia di donne che sanno opporre una resistenza intelligente al
bombardamento mediatico che le pretende sempre perfette, toniche e produttive,
mai sottomesse e docili
ad una società impositiva e opprimente nei
confronti del gentil sesso.
Sono quelle che non rinunciano a
sentirsi femminili anche con qualche chilo in più, che vogliono godere della gioia della buona cucina, del sesso, del tempo
libero, degli amici, della lettura, dei viaggi. Quelle che sanno fare affari il
primo giorno di saldi, che
sanno prendersi quello che vogliono, mandare al diavolo regole
stupide insegnate dalle nonne e dalle madri per accalappiare un marito e
imparare quelle più importanti per accalappiare la vita. Gli uomini spesso le
definiscono “stronze”, perché sono donne che hanno il pieno controllo di sé e
la capacità di pensare con la propria testa, che non vivono secondo gli
standard di qualcun altro, ma solo secondo i propri. Che giocano secondo le
proprie regole, si sentono sicure, libere e indipendenti. Infine, “se la scelta
è tra la dignità e una relazione, per le stronze la dignità verrà sempre al
primo posto!”.
Le donne toste sono mamme,
nonne, zie, cugine, bambine a cui è
rivolto il piccolo e sofisticato libro di Marinella Fiume Aforismi per le donne toste. Scovati capovolti creati, dedicato alla amata figlia, Ambra, dimidium animae suae, davvero la donna più tosta di tutte…
Un incontro fra donne, fra la
scrittrice originaria di Noto, donna dalla rossa capigliatura indomita,
Marinella Fiume, e la giovane editrice madonita
Arianna Attinasi, che ha avuto l'idea di coinvolgere
per le illustrazioni la bravissima Marcella Brancaforte.
Una triade felice che sconfessa subito il vetusto appannaggio maschile alla
letteratura e che si diverte con gli aforismi.
Tradizionalmente usato per esprimere il
pensiero degli uomini, l'aforisma, definito un vero e proprio lampo
dell'intelletto perché racchiude, in poche parole, profonda saggezza e
penetrante intuizione, solo nel Novecento è diventato terreno fertile di donne
capaci di maneggiarlo con destrezza. «Di usarlo come se fosse un'arma, come
suggerisce Alda Merini, perché è sua l'idea e io ne
sono rimasta sedotta», dice Marinella Fiume. Lei donna tosta lo è da sempre,
scrittrice mai banale, studiosa delle testimonianze dialettali della storia
orale che tenta, con successo, di restituire con soluzioni linguistiche
innovative, sindaco antimafia per un decennio, in prima linea nelle battaglie
in favore delle donne e dell'ambiente.
Parole come frecce, quelle evocate
nella bella copertina, capaci di centrare l'obiettivo, in grado di andare a
segno con precisione grazie alle ali che le direzionano
per assecondare quel “sogno di una vendetta sottile”, come scrive Alda Merini. Infatti,
la proverbiale saggezza delle donne fa sì che quanto loro affermano
categoricamente suoni, non poche volte, come… un aforisma. Perché l'aforisma è genio e
vendetta. Uno sfizio che si addice alle donne “toste”!
Un libro semi-serio questo
della Fiume, che si presenta come una guida alle scintille di acume delle donne
o sulle donne, alcune scritte dalla stessa autrice,
altre da uomini che conoscono le donne e da altri che le sconoscono del tutto.
Un viaggio nella saggezza femminile che con ironia dà un nuovo senso agli stereotipi e ha l'intento di consigliare,
attraverso una bibliografia dotta e aggiornata, una summa del pensiero delle donne.
Diviso per argomento: corpo, cultura, dignità,
felicità, madri, politica e società, streghe, uomini, violenza e virtù, prende avvio dalla fisicità, da una differenza di genere di
cui andare fiere, per approdare “all'empireo dell'immaterialità che però, nell'interpretazione
della Fiume, ha nelle donne un'immediata ricaduta pratica” (come scrive
Eleonora Lombardo nella bella recensione apparsa su “La Repubblica”). Sarà
certo per quel “gioco d'anticipo” descritto dall'aforisma del giornalista
francese J. B. Alphonse Karr: «La donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto
dell'albero della conoscenza dieci minuti prima dell'uomo: da allora ha sempre
conservato quei dieci minuti di vantaggio». O per i saggi consigli della nonna
matriarca da cui l'autrice ha ereditato il nome che, si sa, è anche “omen”. Ironia e saggezza si fondono per riflessioni che usano l'aforisma
solo come trampolino di lancio. Come nei capitoli dedicati alla politica e alla
società, che si auspicano una equiparata
rappresentanza delle donne nelle istituzioni, nei posti di comando, nella lotta
alla criminalità mafiosa e nel dibattito scientifico. O nel capitolo sulla violenza, che mette
in guardia sulla tragica storia delle donne e della loro emancipazione, su un
corpo e un'anima troppo spesso violate perché, purtroppo spesso «lo stupratore
non bussa... ha le chiavi di casa!». Sicché – è stato scritto- questi Aforismi per le
donne toste sono un'occasione per ripassare la storia delle donne, per entrare
nei loro pensieri e nel pensiero che le ha raccontate, per spiegare quel
percorso che dal codice genetico le porta all'essere umano sociale perché, come
scriveva Simone de Beauvoir, «non si nasce donne: si
diventa».
Insomma, si ride, si
riflette e ci si ferma malinconicamente a pensare leggendo le pagine di questo
preziosa raccolta di pensieri di varia umanità, che
sempre si dipanano da un'idea iniziale, da un focus generatore. C'è il capitolo sul corpo delle donne, il corpo,
loro croce e delizia, con il fulminante aforisma
della pittrice Frida Khalo, scritto dopo aver subito
l'amputazione della gamba: “A che mi servono i piedi, se ho le ali per
volare?”; c'è quello sulla cultura, con l'amara constatazione dell' eroina del
Risorgimento Cristina di Belgioioso: “I sapienti, gli
scienziati, i poeti, gli uomini di stato ecc… godono dell'universale rispetto,
mentre l'ignorante e l'ozioso sono derisi e tenuti in nessun conto. Ma della
donna si richiede espressamente la più completa ignoranza”.;
per giungere a un' affermazione rincuorante come quella della scienziata
premio Nobel Rita Levi Montalcini: «Se ci sarà un futuro sarà solo in base a
quello che le donne sapranno fare».
Ma - come sottolinea Silvana La Porta nella sua recensione apparsa
sulla Terza Pagina de “La Sicilia” - anche gli uomini non hanno lesinato
fiducia al sesso femminile. Lo ammetteva anche Palmiro Togliatti, leader
storico del partito comunista italiano: «Quando l'energia nuova delle donne
entra nella vita di un popolo vuol dire che per esso è
spuntata davvero l'aurora del rinnovamento”. E il capitolo più esilarante è
quello sugli uomini, con riflessioni ironiche e amare insieme, come questa
della Woolf: “«Perché le donne sono tanto più
interessanti per gli uomini, che gli uomini per le donne? Mha! Resterà sempre un mistero! Batta un
colpo chi ha qualche risposta da offrire al dibattito!”.
Davanti
all'impazzare di escort e veline, inevitabile è un
pizzico di rimpianto per le austere femministe degli anni '70, quelle
che, con le loro indefesse battaglie, hanno aperto la strada all'emancipazione
femminile e permesso a tante donne di oggi di diventare “toste”.
Salvo Zappulla