Le terme di Caracalla
di Renzo Montagnoli
Per gli antichi Romani le terme avevano non solo una funzione
igienico-sanitaria, ma anche di luogo deputato alle socializzazione. Presenti
in quasi tutte le città, spesso gratuite o accessibili a un prezzo assai
modesto, costituivano un vero e proprio punto di ritrovo, aperto sia agli
uomini che alle donne, peraltro in locali e orari opportunamente separati.
Simili solo per alcune caratteristiche agli attuali centri natatori,
prevedevano ambienti ad acqua fredda, ad acqua tiepida e ad acqua calda, gli
ultimi due grazie a un ingegnoso sistema di riscaldamento a serpentina; inoltre
erano presenti anche i natationes,
cioè vasche adibite alla pratica del nuoto. Come è possibile comprendere,
quindi, non erano poche le ore del giorno trascorse alle terme, anche perché
li, abbastanza di frequente, si avviavano o si concludevano affari. Proprio per
questo erano strutture spesso di pregio, con servizi accessori di massaggio, di
barbiere e di ristorazione. Andare alle terme non significava solo andare a
rinfrescarsi dalla calura dell'estate, ma anche in inverno finiva con l'essere
il principale polo d'attrazione subito dopo gli spettacoli circensi.
A Roma, capitale dell'impero, queste strutture erano numerose, poiché a
quelle pubbliche si aggiungevano anche quelle private. Erano complessi sovente
di notevole bellezza architettonica e non sfiguravano quindi con le vicine
ville patrizie o o con i limitrofi templi. Fra queste
terme è ancor oggi possibile ammirare quelle grandiose di Caracalla,
in parte diroccate, ma comunque in grado di dare un'idea ben precisa di come
fossero costruite e di come funzionassero tali strutture.
Furono fatte costruire, fra il 212 e il 217 d.C., dall'imperatore Caracalla, su una superficie prossima al Circo Massimo,
pure esso grandioso (poteva ospitare 250.000 spettatori) e destinato alle corse
dei cavalli.
Benché regali, per non dire sontuose, venivano frequentate
prevalentemente dal popolino, in quanto le classi sociali più elevate
preferivano servirsi di quelle di Agrippa, oppure di quelle di Traiano.
Date le rilevanti dimensioni e il previsto elevato numero di
utilizzatori necessitavano di ingenti volumi d'acqua e fu così che si rimediò
con la costruzione di un ramo speciale dell'acquedotto dell'Acqua Marcia.
Soggette nel tempo a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria
mantennero la loro funzione per diversi secoli, almeno fino al 537 d.C,, quando venne a mancare l'acqua, per il taglio degli
acquedotti disposto da Vitige, re dei Goti. Tuttavia,
non furono demolite, ma adibite ad altri scopi. Così la parte centrale divenne
uno xenodochio, cioè una sorta di ostello in cui potessero sostare e riposare i
pellegrini, e questo almeno fino al secolo successivo. La zona circostante,
invece, fu utilizzata come cimitero.
Nel corse dei secoli le terme di Caracalla
conobbero anche altre destinazioni, come cava di materiali di pregio destinati
a nuovi edifici, fra i quali, per esempio, il Duomo di Pisa. Le spogliazioni, i
flagelli del tempo, l'abbandono portarono a un accentuato degrado, così che
dell'imponenza iniziale non sono restati che ruderi, per quanto in misura tale
da poter comprendere come la struttura originaria funzionasse e soprattutto
quali fossero le sue caratteristiche costruttive. Misuravano, comprendendo il
recinto, metri 337 x 328, di cui metri 220 x 114 erano rappresentati dal corpo
centrale. Erano, pertanto, imponenti e infatti potevano ospitare ben 1.500
persone. Una cura particolare fu dedicata all'aspetto estetico e infatti erano
abbellite con sculture di grande pregio, ritrovate con gli scavi effettuati nel
corso dei secoli, ma soprattutto nel XVI.
In ogni caso, meritano senz'altro una visita; se per caso andate a Roma
non mancate di includerle nella lista dei monumenti da vedere. Inoltre, come
altre costruzioni antiche, si presta bene a ospitare eventi artistici, fra i quali
opere liriche e balletti.
Si accede alle terme di Caracalla nei giorni e
negli orari riportati di seguito:
9.00–16.30 dal 2
gennaio al 15 febbraio
9.00–17.00 dal 16 febbraio al 15 marzo
9.00–17.30 dal 16 marzo all'ultimo sabato di marzo
9.00–19.15 dall'ultima domenica di marzo al 31 agosto
9.00-19.00 dal 1 settembre al 30 settembre
9.00–18.30 dal 1 ottobre all'ultimo sabato di ottobre
9.00–16.30 dall'ultima domenica di ottobre al 31 dicembre
Lunedì ore 9.00-14.00
La biglietteria chiude un'ora prima
I sotterranei sono chiusi il lunedi
Chiuso 1 gennaio,
1 maggio, 25 dicembre
Il costo del biglietto è di € 6 (ridotto € 3)
Fonti:
Soprintenda Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Roma
Sito Turistico Ufficiale
Teatro
dell'Opera di Roma
Wikipedia
Nota: La fotografia a corredo dell'articolo è stata reperita su Roma Sito
Turistico Ufficiale.