Il Parco archeologico del Forcello
di
Renzo Montagnoli
Gli Etruschi
sono un popolo ben conosciuto, visto che hanno lasciato tante testimonianze e
che era insediato in quasi tutta la Toscana, in parte dell'Umbria e nell'alto Lazio.
Nel corso dei secoli (la loro civiltà si è sviluppata fra il IX e il I secolo
avanti Cristo) ampliarono la loro zona di influenza con una lenta espansione
che al sud toccò la zona litoranea della Campania e al nord tutta l'Emilia fino
al Po, con qualche insediamento anche oltre questo fiume nella Lombardia
Sud-Orientale e nel Veneto meridionale. Se è incerta la loro origine (la lingua
per esempio non era indo-europea), si conosce tutto della loro fine, in quanto
furono lentamente assimilati dai Romani.
Certo il
valicare il Po non rappresentava un ostacolo naturale, perché erano in grado di
farlo con le loro imbarcazioni; il problema principale, invece, era la
convivenza con le popolazioni ivi insediate di origine celtica, i Galli Senoni, piuttosto battaglieri e poco disposti a cedere
parte del loro territorio. Comunque, per quanto scarsi, gli insediamenti
durarono abbastanza a lungo, a riprova che con i nuovi vicini gli Etruschi
dovevano essere venuti a patti, e poi in ogni caso si trattava di presenze
sporadiche e non massicce, di villaggi, per lo più rurali, e non di città.
Le tracce
tuttavia di questi insediamenti sono scarse, perché non si trovano le famose
necropoli, e del resto il ridotto numero dei presenti non avrebbe giustificato
opere funerarie monumentali come per esempio quelle di Populonia.
Qualcosa si
trova, però, tanto che a circa 7 chilometri da dove abito, in un terreno
agricolo, una cinquantina di anni fa, durante dei lavori di aratura profonda,
emersero dei reperti che interessarono subito degli archeologi dilettanti
locali che interessarono anche chi di dovere al punto che nel 1981 furono
avviati su impulso del Prof. De Marinis degli scavi
sistematici che piano piano hanno portato alla luce
un villaggio, con un'estensione di circa 100.000 mq. e con una lunga sequenza
stratigrafica con diverse fasi di insediamento databili fra la metà del VI e gli inizi del IV secolo a.C..
Questo lavoro di esplorazione non è stato ancora ultimato e si procede con
lentezza anche per carenza di fondi; comunque a oggi è stata portata alla luce
solo una piccola porzione, però di grande importanza e interesse scientifico.
Non abbiate l'aspettativa di vedere un edificio come la Domus Aurea e un
complesso urbano come quello che sorge lungo la Via dell'Abbondanza a Pompei,
perché di case in piedi non ce ne sono. Ma se la visita può rivestire comunque
un motivo di interesse (la si effettua su una passerella sopraelevata),
l'importanza del Forcello è per le attività
didattiche; infatti è necessario avvicinare i giovani a questa testimonianza
della nostra storia (ma lo stesso discorso vale anche per gli adulti) unendo
informazioni di carattere storico-geografico a dimostrazioni pratiche di come
si viveva in una certa epoca. Operatori specializzati spiegano, nei diversi
laboratori didattici, come è il lavoro
dell'archeologo, quale era l'alimentazione degli etruschi, come fabbricavano i
vasi, come si tesseva, come esaminare il terreno, come si costruivano all'epoca
gli edifici e come si restaurano, per quanto possibile, i reperti trovati.
Addirittura, all'esterno delle aule, che sono coperte, è possibile vedere come
cuocevano la ceramica, poiché sulla base di poche tracce rinvenute si sono
potute costruire due fornaci.
Insomma, se
avete ben compreso, il Forcello è un sito unico e con
un'archeologia sperimentale che riesce a dare un'idea ben precisa delle
giornate dei suoi abitanti, di cui non restano nemmeno le ossa. L'area,
inserita nel Parco Naturale del Mincio, è un posto particolarmente ameno, a
poca distanza dal fiume Mincio e abbastanza vicina alla strada che, dal casello
autostradale di Mantova Sud della A22,
porta a Mantova. Comprendo che, date le finalità, possa interessare
maggiormente le scuole, tanto che per le stesse vengono attivati laboratori,
previa prenotazione, ma quel che si può vedere, per quanto ricostruito, può
risultare valido anche per noi adulti e se una visita da lontano solo per il Forcello non appare giustificata, credo comunque che
inserirla, per chi viene a visitare Mantova, fra i monumenti da vedere sia
un'ottima idea.
Come arrivate
Uscita autostrada A22:
Mantova sud
Seguire le frecce di colore marrone "Parco archeologico Forcello" in direzione Mantova città.
Passare la frazione San Biagio
Dopo la rotonda girare a destra in Via Valle.
Per contatti
Parco Archeologico del Forcello
SS 413 (Strada statale Romana), incrocio via Valle
Fraz. San Biagio - Bagnolo San Vito (Mantova)
Telefono Pro Loco 340 8806468
Comune di Bagnolo San Vito
Via Roma, 28
46031 Bagnolo San Vito (MN)
Ufficio Cultura - Dott.ssa Paola Amabiglia
tel 0376/414121 fax 0376/252422
info@parcoarcheologicoforcello.it
Servizi Didattici
Dott.ssa Claudia Fredella
claudia.fredella@parcoarcheologicoforcello.it
Orario di apertura
Da
Marzo a Ottobre su prenotazione e secondo il calendario degli eventi per visite
guidate e laboratori (minimo 15 persone) è necessario prenotare con almeno due
giorni di anticipo.
Fonti:
Parco
Archeologico del Forcello (www.parcoarcheologicoforcello.it).
Nota:
La
fotografia a corredo dell'articolo relativa alle due fornaci per la cottura
della ceramica è stata reperita sul sito Gesti Ritrovati (www.gestiritrovati.com)