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  Bell'Italia  »  Le colline risorgimentali: Custoza, di Renzo Montagnoli 04/07/2017
 

Le colline risorgimentali: Custoza

di Renzo Montagnoli



L’importanza nel Risorgimento delle colline moreniche del Garda, che interessano le province di Brescia, di Mantova e di Verona, è indiscutibile, perché lì si sono combattute le principali battaglie, nel 1848, nel 1859 e nel 1866.

Già ho scritto della battaglia di Solferino e di quella di San Martino, combattute entrambe lo stesso giorno del 1859, di cui la prima vinta dai francesi e la seconda che vide la ritirata di un contingente austriaco, non vincitore, ma nemmeno sconfitto. Ho lasciato volutamente per ultima Custoza perché su quella collina e nei dintorni patimmo delle cocenti sconfitte nel 1848 e nel 1866.

Anche per andare in ordine cronologico parto da quella del 1848, che fu una serie di scrontri combattuti fra il 22 luglio e il 27 luglio. Le forze in campo erano sostanzialmente uguali (circa 75.000 uomini per ognuno dei due contendenti) e per questo appare significativo che l’esito fu più per l’abilità del maresciallo Josef Radetzky, comandante delle truppe austriache, che per grosse lacune nell’esercito piemontese che, però, per quanto ben organizzato e addestrato, denotava una mancanza di unità di intenti nello Stato Maggiore che contribuì, senza essere determinante, alla disfatta. Questi attriti fra comandanti, queste autonomie spinte all’ostracismo di un generakle verso un altro generale sarà invece l’unica causa del disastro del 1866. Nel 1848, per fortuna, le vittime degli scontri non furono numerose e questo almeno può dare l’idea appunto di una battaglia molto manovrata, fatta di scontri improvvisi e rapidi. Come noto, a seguito di quella sconfitta i piemontesi furono costretti a chiedere l’armistizio, che venne sottoscritto dal generale piemontese Carlo Canera di Salasco e dal pari grado austriaco Heinrich von Hess il 9 agosto 1848 a Vigevano.

Nel 1866 non entrava più in guerra contro l’Austria il Regno di Piemonte, ma il regno d’Italia, forte di un prezioso e potente alleato: la Prussia.

C’erano tutti i presupporti per una nostra vittoria eclatante e rapida, sia su terra che su mare. Per quanto concerne la nostra Marina è famosa la sconfitta che dovemmo patire a Lissa il 20 luglio 1866; eppure lì la nostra flotta, comandata dall’ammiraglio Carlo Pellion di Persano, era ben superiore come numero e qualità del naviglio a quella austriaca comandata da Wihlelm von Tegetthof. Non sto a dilungarmi sullo svolgimento dello scontro perché esula dal tema, mi limiterò pertanto a dire che, a parte incomprensioni, e anche perniciose invidie fra i vari comandanti, la causa principale furono i clamorosii errori, tattici e strategici, di Persano. Questa battaglia, che ci costò 620 morti, fu preceduta il 24 giugno da quella in terra, a Custoza. Anche in questo caso la disparità di forze in campo era notevole: 120.000 italiani contro 75.000 austriaci. I presupposti per una chiara vittoria, pertanto, c’erano tutti e invece andò a finir male. Prima di tutto, avevamo due galli nel pollaio; infatti si preferì dividere il comando fra i generali Alfonso La Marmora e Enrico Cialdini, privando così l’esercito di un’indispensabile unica e univoca fonte di comando. Le cause quindi della sconfitta stanno nella disorganizzaziione degli alti comandi, nelle incomprensioni fra gli stessi e nella mancanza di conoscenza sia del terreno, sia delle mosse dell’avversario, queste ultime dovute a una carenza del nostro Intelligence. La cosa più sorprendente, però, è che quando ci fu un momento che sembrò che gli austriaci riuscissero a prendere il sopravvento, momenti che ci sono in qualsiasi battaglia in cui per un breve lasso di tempo un contendente sembra prelavere sull’altro, nonostante il morale delle truppe fosse alto, le perdite fossero limitatissime e non vi fosse nulla di compromesso, il generale La Marmora diede l’ordine di abbandonare il campoi. La ritirata, che avrebbe dovuto e potuto essere ordinata nonostante l’incalzare degli austriaci, si trasformò in una rotta, poiché il generale Cialdini, per perniciose rivalità, si rifiutò di portare un appoggio tattico. Poi, come notorio, grazie alla vittoria dei nostri alleati prussiani, riuscimmo a ottenere il Veneto, ma è certo che con una nostra vittoria forse non avremmo avuto necessità di partecipare poi alla Grande Guerra.

Due battaglie, e anche due sconfitte, nello stesso luogo erano decisamente troppe e quasi per allontanarne il ricordo, facendolo sovrastare dall’immensità della morte, si decise di costruire un ossario che ospitasse i resti dei caduti, italiani e austriaci, dei due scontri. Fortemente voluto da don Gaetano Pivatelli, parroco di Custoza, il monumento, edificato su progetto dell’architetto veonese Giacomo Franco, fu inaugurato il 24 giugno 1879 da Amedeo di Savoia duca d’Aosta. Il monumento non è altri che una torre a pianta ottagonale, alta circa 40 metri, all’interno della quale, in piena vista, ci sono i resti, ossa e soprattutto crani, di 1894 caduti, sia italiani che austriaci. Il tutto in una disarmante semplicità che sottolinea ancora di più queste parole incise sul marmo bianco: Nemici in vita / morte li adeguò / pietà li raccolse. Questa frase è forse uno dei moniti più riusciti contro ogni guerra.

In calce riporto gli orari dei giorni di visita e i prezzi dei biglietti. Prima di chiudere desidero soffermarmi sull’aspetto paesaggistico, perché da questo colle e in particolare dalla parte accessibile della torre si può vedere un panorama che spazia dalle altre colline che degradano a Ovest a Valeggio e ad Est a Villafranca, mentre a Nord già il rilievo si affievolisce per annunciare il lago di Garda. A Sud, invece, immensa la pianura e ovunque all’intorno i vigneti, da cui si ottiene un vino DOC bianco, di colore giallo paglòierino, lievemente aromatico, che ben si sposa con i piatti di pesce, ma è anche apprezzabile da solo, come semplice e pura degustazione.











Orari di visita e biglietti




dal 24 marzo al 31 luglio 2017

 

mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica

Dalle 9.30 alle 12.30

Dalle 15.30 alle 18.30


dal 24 marzo al 31 luglio 2017

martedì

chiuso

Dalle 15.30 alle 18.30

APERTURA SPECIALE

17 e 24 aprile 2017


 

19 giugno 2017

Dalle 9.30 alle 12.30


 

 

 

 Dalle 15.30 alle 18.30


 

dalle 15.30 alle 18.30


GIORNO DI CHIUSURA

lunedì


Visite Guidate



 dal 24 marzo al 31 luglio 2017

Nei giorni di apertura

Dalle 9.30 alle 12.30

Dalle 15.30 alle 18.30

Prezzi

Adulti

3,00 a persona

È gradita la prenotazione

Bambini fino 11 anni

GRATIS!


Ragazzi dai 12 ai 18 anni

2,00 a persona

È gradita la prenotazione

Comitive

3,00 a persona

È gradita la prenotazione

GITE SCOLASTICHE

1,50 a persona

È gradita la prenotazione

Informazioni & Prenotazioni

Informazioni & PRENOTAZIONI

Tel. +39 346 9652147


Custoza è a metà strada della provinciale che collega Villafranca di Verona a Valeggio sul Mincio, località facilmente accessibili.


Dove dormire: http://www.terredelcustoza.com/it/dormire


Dove mangiare: http://www.terredelcustoza.com/it/mangiare



Le fonti da cui ho attinto per l’articolo:

Wikipedia;

Ossario di Custoza: www.ossariodicustoza.com



La foto a corredo dell’articolo è stata reperita sul sito istituzionale del Comune di Sommacampagna http://www.comune.sommacampagna.vr.it/it


 
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