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  Bell'Italia  »  Castel Beseno, di Renzo Montagnoli 26/01/2018
 

Castel Beseno

di Renzo Montagnoli



L’Italia è indubbiamente terra di castelli, più frequenti nelle zone montuose, perché spesso sorti a protezione di valichi o di strade di grande importanza. Anche nel Trentino Alto Adige ve ne sono molti, ognuno con sue caratteristiche specifiche, e meglio o peggio conservato. Fra queste fortezze ce n’è una che sorge sopra l’abitato di Besenello, adiacente alla scoscesa strada in salita che porta da Calliano a Folgaria; si tratta di Castel Beseno, senz’altro la più grande struttura fortificata dell’intera regione (per completezza occorre anche precisare il suo nome in tedesco, vale a dire Schloss Pysein). E’ una delle sedi del complesso museale del Museo provinciale del castello del Buonconsiglio e all’interno vi sono ampi spazi, bastioni, porte fortificate, cortili, mura imponenti, cantine, numerosi affreschi purtroppo rovinati dall’inclemenza del tempo. Durante l’estate ospita manifestazioni culturali e artistiche, nonché rievocazioni storiche, fra cui, la più importante, è quella della battaglia di Calliano (1487) dove seimila armati della Serenissima furono uccisi o catturati, una vera e propria disfatta, tanto più che il loro comandante Sanseverino d’Aragona morì annegato nell’Adige.

Data la caratteristica della collina su cui si erge la fortezza (da lì si può controllare non solo la sottostante Vallagarina, ma anche la strada che permette di raggiungere Folgaria) era del tutto naturale, considerata l’importanza strategica, che vi fosse edificato un castello e, al riguardo, le prime notizie risalgono al XX secolo, allorché era abitato dai Da Beseno, vassalli del feudo dei conti di Appiano. In seguito la storia diventa complessa, per alterne vicende che riguardano il complesso fortificato, passato nel XIII secolo alla chiesa trentina, restando tuttavia sotto il controllo di due rami dei Da Beseno, quello di Enghelberto e l’altro di Odolrico, sempre in lite fra loro, con la conseguenza che si arrivò a un decadimento anticipato. Dopo circa un secolo il castello passò a Guglielmo II da Castelbarco, che provvide a effettuare importanti restauri, e infine all’incirca a metà del XV secolo dominus diventò Marcabruno II Castelbarco, che, suo malgrado, si trovò coinvolto nella guerra fra le truppe veneziane da una parte e quelle tirolesi e trentine dall’altra. E’ in quell’occasione, nel 1487, che ebbe luogo la famosa battaglia di Calliano di cui ho prima accennato. Passato sotto il controllo dei conti stiriani Trapp, nel corso del XVI secolo, a seguito di un incendio, venne ricostruito modificando il suo aspetto medievale in quello di residenza, pur mantenendo una struttura fortificata. E fu una decisione saggia, visto che nel XVIII secolo si oppose fieramente agli assedianti napoleonici, poi sconfitti da una colonna austriaca giunta in soccorso. Dopo questo episodio, iniziò un nuovo periodo di decadenza fino alla donazione nel 1973 alla provincia autonoma di Trento, che avviò subito una vasta e completa campagna di restauri.

Due imponenti cinte murarie, di forma ellittica, racchiudono il castello, di cui la più grande ha un asse maggiore di 250 metri e uno minore di 55 metri; di grande effetto sono pure i bastioni, ma colpiscono anche le porte scure dotate di ponte levatoio e di saracinesca, nonché l’ampio campo per i tornei. A differenza di non pochi castelli d’epoca che magari hanno conservato discretamente la struttura esterna, mentre l’interno è andato in rovina, a Castel Beseno c’è molto da visitare una volta superate le mura: il Palazzo Comitale, l’elegante residenza dei Trapp, il camminamento di Ronda, da cui si gode una vista eccezionale sulla Vallagarina, il palazzo di Marcabruno nelle cui sale c’è un’esposizione permanente che illustra, tramite ricostruzioni, video e plastici, la battaglia di Calliano (lì è possibile vedere la lastra tombale del celebre condottiero Roberto da Sanseverino, gli stemmi dipinti dei nobili tirolesi che parteciparono al combattimento, il primo in cui scesero in campo i famigerati Lanzichenecchi, e inoltre è possibile al visitatore indossare e maneggiare le armi di quell’arco di tempo che va dal XV secolo al XVII secolo).

Quindi da vedere c’è molto e pertanto la visita non sarà breve, ma di sicuro più che soddisfacente.


Per Come arrivare, per gli orari e per le tariffe mi permetto di rimandarvi al seguente link:



https://www.buonconsiglio.it/index.php/it/Castel-Beseno/informazioni/orari-e-biglietti



Fonti:

Castello del Buonconsiglio

www.buonconsiglio.it


Vacanze in Trentino

www.visittrentino.it


Le fotografie che seguono, tutte relative al castello, sono state reperite su diversi siti Internet.




 
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