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  Bell'Italia  »  Una gita a Grazzano Visconti, di Renzo Montagnoli 30/05/2018
 

Una gita a Grazzano Visconti

di Renzo Montagnoli



A volte nasce il desiderio di fare una gita non particolarmente impegnativa, con una meta che consenta non solo un’agevole andata e ritorno, ma che permetta una visita facile in loco. Non è per niente difficile trovare una destinazione che risponda a questi requisiti, perché l’Italia, per nostra fortuna, abbonda di ricchezze naturali e artistiche. Questa volta la scelta è caduta su Grazzano Visconti, un paesino in provincia di Piacenza sito all’ingresso della Val di Nure, circondato da fertili campi e dai pregiati vigneti dei colli piacentini. Da dove abito io (Borgo Virgilio in Provincia di Mantova) sono in tutto 120 km., con una strada abbastanza veloce che comprende anche un tratto autostradale non lungo, ma che consente di evitare l’attraversamento di Cremona e di Piacenza, poiché la viabilità a pedaggio è appunto da Cremona a Piacenza. Il tragitto è indubbiamente più rapido per chi proviene da Milano o da Bologna, perché si utilizza l’autostrada del sole. Che cosa c’è di interessante a Grazzano Visconti?

Ci sono diverse attrattive, tutte meritevoli di una visita. Prima di tutto, c’è fa considerare il castello, costruito nel 1395 da Giovanni Anguissola, famiglia che ne fu proprietaria fino al 1870, allorché deceduto l’ultimo conte fu ereditato dalla madre Fanny di Visconti di Modrone, casato che ne è ancora proprietario.

L’edificio fu impostato a forma quadrata con quattro torri agli angoli, di cui due quadrate e due cilindriche. Questa rocca, baluardo di difesa dei Ghibellini nelle feroci lotte per il predominio su Piacenza non rappresentò semplicemente una residenza, ma fu testimone di scontri, anche con episodi gloriosi; circondato da un ampio fossato, il ponte levatoio di cui era dotato fu tolto con il trascorrere del tempo e la sempre minore importanza della fortezza, soprattutto con l’avvento delle artiglierie. Peraltro inevitabile è stato che, passando gli anni, il maniero sia stato oggetto di più rifacimenti, come appunto quello del 1698 che pose fine al ponte levatoio. Poi, allo scempio naturale provocato dalla vetustà si accompagnò una progressiva trascuratezza, tanto che nel 1870 alla morte del conte Filippo senza eredi, fatta eccezione per la madre, molte parti del castello apparivano chiaramente in rovina, così come le modeste abitazioni adiacenti e la parrocchiale. L’anziana Fanny Visconti preferì allora lasciare il tutto al nipote Guido Visconti di Modrone, che non ci è dato di sapere se fu contento di tale lascito che, per essere sistemato, imponeva un onere finanziario non trascurabile. Diciamo che si limitò a ricevere i beni, senza provvedere alla bisogna, ma per fortuna suo figlio Giuseppe Visconti di Modrone (1879 – 1941), uomo colto, di gusti raffinati, con la testa sulle spalle, ma anche con idee ben chiare pensò che era un peccato far andare in malora quella proprietà e allora in accordo con l’architetto Alfredo Campanini decise di mettervi mano, con considerevoli opere di ripristino e di miglioramento del castello, consolidando la struttura, variando gli spazi interni, apportando modifiche di ampio respiro nell’ottica di una costruzione che dovesse avere più una funzione storica che militare, e questo a maggior gloria della famiglia dei duchi Visconti; in quest’ottica, francamente scenografica, rientrano anche la riedificazione del borgo, ora più che mai idoneo a manifestazioni con costumi rinascimentali, nonché la realizzazione del Parco del Castello, un’opera imponente, in cui si alternano richiami del giardino all’italiana con una irrazionalità apparente in altre parti, con una varietà di piante che è incredibile, fra cui olmi, pioppi neri, carpini, cedri, il tutto esteso su una superficie di 150.000 mq.; con una simile distesa verde appare ovvia la presenza di una variegata fauna, che va dai picchi verdi e rossi alle volpi, con una consistente presenza di farfalle richiamate da piante che le attirano e che sono state poste a dimora allo scopo (la lavanda, la verbena, ecc.). Di particolare rilievo appaiono quindi le visite guidate, le uniche che consentono di accedere al parco e che si svolgono secondo il seguente calendario:

Sabato pomeriggio, domenica e festivi dal 17 marzo al 30 giugno, e dal 10 agosto al 12 novembre. 
Gli orari delle visite guidate potranno variare a seconda della stagione. Le tariffe relative sono: Intero 7,00 Euro, ridotto 4,00 Euro (dai 5 ai 14 anni); Over 65 : 6,00 Euro; gruppi precostituiti Euro 5,50 a persona.

Il borgo è sempre aperto ed è visitabile senza oneri, mentre il castello, essendo di proprietà privata, non è purtroppo accessibile.


Le foto, reperite su Internet, rappresentano nell’ordine:


il castello,


un viale del parco,


uno scorcio del borgo.

 
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