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  Bell'Italia  »  Le Grotte di Nettuno, di Renzo Montagnoli 14/05/2020
 
Le Grotte di Nettuno

di Renzo Montagnoli



Per mia fortuna non soffro di claustrofobia, ma quando si tratta di visitare grotte famose, prima di entrare, sono sempre un po’ titubante, perché in fondo, più del fatto che si è sotto terra, quello che mi impressiona maggiormente è il buio, benchè fugato dalle numerose lampade che, anche perché sapientemente collocate, alternano zone d’ombra ad altre di luce per creare effetti suggestivi. Ho visitato, nei miei viaggi, le Grotte di Frasassi, le Grotte di Gibilterra, quelle del Drago a Maiorca, la Grotta Azzurra di Capri e infine Le grotte di Nettuno.

Queste ultime si trovano in Sardegna, vicine ad Alghero, e sono probabilmente le più famose e le più grandi di tutta l’isola, estendendosi per circa 4 Km., anche se la parte riservate alle visite dei turisti è più limitata per motivi di sicurezza. Sono ubicate più esattamente nel cuore del promontorio di Capo Caccia, dal quale è possibile accedervi percorrendo la “Escala del Cabirol” (scala del capriolo), una scala con diverse rampe e ben 660 scalini scavata nella roccia del promontorio. Il tragitto, da percorrere con cautela, è molto bello, ma presenta l’inconveniente di un ritorno in salita piuttosto faticoso. E’ meglio ricorrere ai servizi di traghetti, assai frequenti, in partenza da Alghero e che consentono fra l’altra una vista d’insieme della bella cittadina sarda.

Una volta scesi per la scala a livello del mare o sbarcati dai traghetti inizia il percorso di visita in una grande sala in cui presente il lago Lamarmora, dalle acque trasparenti, e che costituisce uno dei più grandi bacini salati in Europa. Fra l’altro, in questa sorta di gigantesca anticamera, ci si imbatte subito nell’Acquasantiera, una stalagmite monumentale, alta circa due metri e che sulla sua cima presenta come delle vaschette in cui confluisce l’acqua piovana, prezioso abbeveratoio per i numerosi nuccelli che nidificano lungo le rocce del Capo. Scesi di poco si trova la Sala delle Rovine e subito dopo la Reggia, un vano ampio e maestoso, con suggestivili e grandiosi colonnati che arrivano fino al soffitto al punto da far pensano che servano a reggerlo. E poi c’è tutto in gioco di colate calcaree, di festoni, di stalattiti e stalagmiti in cui si nota immediatamente una concrezione calcarea dalla caratteristica forma che richiama un abete e che infatti è denominata Albero di Natale. Attraversata la Reggia si entra nella sala Smith che deve il suo nome al capitano inglese che fu fra i primi a esplorare le grotte e li troviamo il Grande Organo che è caratterizzato da colonne notevoli, le più grandi delle grotte. Nella sala delle Trine e dei Merletti invece si possono vedere delle colonne più piccole, anzi delle colonnine e infine il percorso finisce alla Tribuna della Musica, un vero e proprio balcone con un magnifico colpo d’occhio sulla zona della Reggia e del Lago Lamarmora.

Non è una visita che dura molto, proprio perché, come ho detto prima, per motivi di sicurezza la zona riservata al pubblico è assai minore (circa un chilometro) di quella dell’intera lunghezza delle grotte, ma quel che c’è da vedere giustifica senza alcun dubbio la gita, con i suoi ammenicoli di costi di trasporto e di entrata.

Di seguito, come d’uso, riporto alcune notizie utili:


Orari di visita

da aprile a ottobre: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso);

da novembre a marzo: tutti i giorni dalle 10.00 alle 15.00 (ultimo ingresso)



Costi biglietto

adulti € 13
bambini (3-12 anni) € 7
gruppi (min. 25 persone) € 9
scolaresche scuola media (min. 15 persone) € 7
scolaresche scuola superiore (min. 15 persone) € 9



Escursioni in battello

I trasporti sono curati da due compagnie:

Linea Grotte Navisarda e Linea Grotte Attilio Regolo, con costi del biglietto, che non includono l’ingresso alle grotte, sostanzialmente analoghi.



Fonti:

PianetaAlghero.com;

grottedinettuno.it;

AlgheroTurismo.



Le foto a corredo dell’articolo, che rappresentano dall’alto in basso Capo Caccia, ove ci sono le grotte, l’ingresso, il Lago Lamarmora, la sala Smith, due immagini particolari delle grotte stesse, sono state reperite su diversi siti Internet.






 
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