Le
Grotte di Nettuno
di
Renzo Montagnoli
Per
mia fortuna non soffro di claustrofobia, ma quando si tratta di
visitare grotte famose, prima di entrare, sono sempre un po’
titubante, perché in fondo, più del fatto che si è
sotto terra, quello che mi impressiona maggiormente è il buio,
benchè fugato dalle numerose lampade che, anche perché
sapientemente collocate, alternano zone d’ombra ad altre di
luce per creare effetti suggestivi. Ho visitato, nei miei viaggi, le
Grotte di Frasassi, le Grotte di Gibilterra, quelle del Drago a
Maiorca, la Grotta Azzurra di Capri e infine Le grotte di Nettuno.
Queste
ultime si trovano in Sardegna, vicine ad Alghero, e sono
probabilmente le più famose e le più grandi di tutta
l’isola, estendendosi per circa 4 Km., anche se la parte
riservate alle visite dei turisti è più limitata per
motivi di sicurezza. Sono ubicate più esattamente nel cuore
del promontorio di Capo Caccia, dal quale è possibile
accedervi percorrendo la “Escala del Cabirol” (scala del
capriolo), una scala con diverse rampe e ben 660 scalini scavata
nella roccia del promontorio. Il tragitto, da percorrere con cautela,
è molto bello, ma presenta l’inconveniente di un ritorno
in salita piuttosto faticoso. E’ meglio ricorrere ai servizi di
traghetti, assai frequenti, in partenza da Alghero e che consentono
fra l’altra una vista d’insieme della bella cittadina
sarda.
Una
volta scesi per la scala a livello del mare o sbarcati dai traghetti
inizia il percorso di visita in una grande sala in cui presente il
lago Lamarmora, dalle acque trasparenti, e che costituisce uno dei
più grandi bacini salati in Europa. Fra l’altro, in
questa sorta di gigantesca anticamera, ci si imbatte subito
nell’Acquasantiera, una stalagmite monumentale, alta circa due
metri e che sulla sua cima presenta come delle vaschette in cui
confluisce l’acqua piovana, prezioso abbeveratoio per i
numerosi nuccelli che nidificano lungo le rocce del Capo. Scesi di
poco si trova la Sala delle Rovine e subito dopo la Reggia, un vano
ampio e maestoso, con suggestivili e grandiosi colonnati che arrivano
fino al soffitto al punto da far pensano che servano a reggerlo. E
poi c’è tutto in gioco di colate calcaree, di festoni,
di stalattiti e stalagmiti in cui si nota immediatamente una
concrezione calcarea dalla caratteristica forma che richiama un abete
e che infatti è denominata Albero di Natale. Attraversata la
Reggia si entra nella sala Smith che deve il suo nome al capitano
inglese che fu fra i primi a esplorare le grotte e li troviamo il
Grande Organo che è caratterizzato da colonne notevoli, le più
grandi delle grotte. Nella sala delle Trine e dei Merletti invece si
possono vedere delle colonne più piccole, anzi delle colonnine
e infine il percorso finisce alla Tribuna della Musica, un vero e
proprio balcone con un magnifico colpo d’occhio sulla zona
della Reggia e del Lago Lamarmora.
Non
è una visita che dura molto, proprio perché, come ho
detto prima, per motivi di sicurezza la zona riservata al pubblico è
assai minore (circa un chilometro) di quella dell’intera
lunghezza delle grotte, ma quel che c’è da vedere
giustifica senza alcun dubbio la gita, con i suoi ammenicoli di costi
di trasporto e di entrata.
Di
seguito, come d’uso, riporto alcune notizie utili:
Orari
di visita
da
aprile a ottobre: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo
ingresso);
da
novembre a marzo: tutti i giorni dalle 10.00 alle 15.00 (ultimo
ingresso)
Costi
biglietto
adulti
€ 13
bambini (3-12 anni) € 7
gruppi (min. 25
persone) € 9
scolaresche scuola media (min. 15 persone) €
7
scolaresche scuola superiore (min. 15 persone) € 9
Escursioni
in battello
I
trasporti sono curati da due compagnie:
Linea
Grotte Navisarda e Linea Grotte Attilio Regolo, con costi del
biglietto, che non includono l’ingresso alle grotte,
sostanzialmente analoghi.
Fonti:
PianetaAlghero.com;
grottedinettuno.it;
AlgheroTurismo.
Le
foto a corredo dell’articolo, che rappresentano dall’alto
in basso Capo Caccia, ove ci sono le grotte, l’ingresso, il
Lago Lamarmora, la sala Smith, due immagini particolari delle grotte
stesse, sono state reperite su diversi siti Internet.
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