La
valle Argentina
di
Renzo Montagnoli
Questo
nome farebbe pensare di primo acchito al famoso Stato dell’America
Meridionale, ma non è necessario andare così lontano e
oltretutto si sbaglierebbe, perché la valle Argentina, o anche
Valargentina, è una valle delle Alpi Liguri e si trova nella
Liguria occidentale, estesa per circa 40 Km, che partono dai 2.200 m.
s.l.m. del monte Saccarello per arrivare fino a Taggia, il tutto
nella provincia di Imperia.
Io
ho visitato questa vallata molti anni fa, quando trascorrevo in
primavera una settimana rilassante in Liguria, alternano il mio
soggiorno fra Bordighera e Arma di Taggia. Poichè il mare non
mi attrae come invece la montagna, la Liguria per me ha rappresentato
sempre un luogo ideale, visto che le Alpi sono pressochè unite
alla costa e quindi raggiungibili rapidamente. Ho ritrovato questa
opportunità solo in Calabria, dove fra due mari con le coste
dalle caratteristiche opposte si trova in mezzo il massiccio montuoso
della Sila che per certi aspetti richiama le nostre Alpi.
Questa
valle Argentina ha una porzione finale pianeggiante, con sbocco in
mare anche del torrente omonimo che l’attraversa, e poi c’è
un tratto, senz’altro più interessante, tipicamente
montuoso, anche se alterna alcune zone piane di modesta estensione.
Per quanto riguarda l’aspetto orografico il monte Saccarello fa
la sua bella figura, perché i suoi 2.200 metri di altezza lo
incorniciano come la vetta più alta della Liguria, ma è
in buona compagnia, e fra l’altro sembrano vassalli accanto al
loro Signore, altri rilievi di buona misura, come il monte Monega
(1.882 m. s.l.m.) e il monte Frontè, che con i suoi 2.152 m.
s.l.m. è la seconda vetta per altezza in Liguria.
Nella
valle s’incontrano diversi comuni,
partendo da Taggia, e cioè Triora, Molini di Triora, Montalto
Carpasio e Badalucco. Per quanto abbiano delle peculiari attrattive
per fortuna non hanno un richiamo
turistico accentuato come per la costa e di conseguenza i vecchi
insediamenti sono preponderamti, contribuendo a rendere interessante
una visita. Taggia è forse la meno dotata, ma non mancano
monumenti meritevoli di visita come, per esempio, il Santuario della
Madonna Miracolosa, un edificio del 1675 sito nel centro storico ed
eretto sul luogo dell’antica chiesa romanica dell’XI
secolo. La miracolosità è tuttavia successiva, e non di
poco, risalendo all’11 marzo del 1855 allorchè, dopo un
ciclo di preghiere la statua della Madonna mosse gli occhi,
circostanza che anche in seguito e in epoca recente ebbe a
verificarsi. Esistono poi altre chiese e palazzi, ma non sono così
famosi come questo santuario che peraltro attira chi con spirito
religioso intende accostarsi a una statua animata divinamente. E’
meglio passare allora alle altre località della valle
Argentina e risalendola ci si imbatte dopo un po’ di chilometri
nel paese di Badalucco che, a parte la chiesa parrocchiale di Santa
Maria Assunta e San Giorgio, edificata in stile barocco negli anni
che vanno dal 1683 al 1691, e un centro storico originale e
perfettamente
conservato, ha come altro motivo di interesse il ponte della Madonna
degli Angeli sul torrente Argentina, a tre arcate in pietra. Indi,
risalendo la valle, si incontra Montalto Carpasio, nato dalla fusione
avvenuta il 1° gennaio 2018 fra i comuni di Carpasio e Montalto
Ligure, unione amministrativa che ha forse il suo monumento più
di rilievo nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista nel
centro storico della ormai frazione di Montalto Ligure, eretta nel
1407, e ampliata nel corso del XVII secolo. All’interno ci sono
opere di un certo pregio, fra i quali un famoso polittico che
raffigura San Giorgio, opera che venne realizzata dal pittore locale
Ludovico Brea.
Dopo
un ulteriore tratto che si inerpica nella valle si raggiunge Molini
di Triora, ancora a quota relativamente bassa (460 m. s.l.m.), un
paese che si estende lungo un’ansa del torrrente Argentina. A
parte la solita parrocchiale, quella di San Lorenzo, eretta nel 1486
con forme tardo gotiche e che degno di nota ha solo un polittico del
pittore Emanuele Macario di Pigna raffigurante Santa Maria Maddalena
tra le Sante Marta e Caterina, di iindubbio interesse sono gli ultimi
due mulini dei 23 originari in cui si macinava il grano e che hanno
dato il nome al paese. Purtroppo sono chiusi e quindi non visitabili,
ma pur tuttavia sono caratteristici e meritevoli di essere visti.
Lasciata Molini la strada sale ultriormente, si va verso l’alta
valle e si incontra a 780 m. s.l.m. Triora, che grazie a questa quota
gode di un clima montano. Anche in questo paese non mancano i
monumenti, soprattutto religiosi, ma resta senz’altro più
di rilievo la parrocchiale del XVIII secolo, in stile neoclassico, e
che all’interno ha un quadro a fondo oro realizzato dal pittore
Taddeo di Bartolo raffigurante il battesimo di Gesù. Triora,
tuttavia, è soprattutto notàa
per i processi per stregoneria tenutisi fra il 1587 e il 1589, che si
conclusero con la condanna al rogo di povere donne innocenti accusate
di provocare le ripetute pestilenze, le piogge acide, le morti del
bestiame, nonchè
di praticare il
cannibalismo di bambini in fasce. I documenti relativi e i verbali
degli interrogatori, con le confessioni sempre estorte con le
torture, sono conservati presso l’Archivio di Stato di Genova;
vale la pena altresì di ricordare che si trattò
del più grande ciclo di processi per stregoneria del XVI
secolo e avvenne con una ferocia e crudeltà tali
da soprannominare Triora la Salem d’Italia; al riguardo in
paese c’è un museo dedicato alla stregoneria
e agli strumenti utilizzati per la tortura dei sospetti. Per chi
volesse ulteriori notizie consiglio il bel romanzo storico di
Fiorella Borin La firma del
diavolo, edito da Tabula
Fati, e che appunto parla di quei processi per stregoneria.
Come
è possibile comprendere si tratta di un itinerario turistico
che, a patto di alloggiare vicino sulla costa, può essere
percorso in una giornata e le cui caratteristiche più
interessanti sono date non tanto dal patrimonio artistico, che pure
non è disprezzabile, ma dal panorama, con questa strada che si
inerpica con a lato quasi sempre il torrente Argentina, che ha una
portata d’acqua irregolare, tanto che era chiamato anche la
Fiumara di Taggia. Oggi questa valle è quieta e ridente, ma in
passato ha dovuto subire numerose violenze, prima portate dai
Saraceni, le cui scorrerie erano piuttosto frequenti, e poi quelle
delle truppe naziste che la fecero territorio di rastrellamenti a
causa delle numerose formazioni partigiane.
Credo
che per chi soggiorna ad Arma di Taggia, a San Lorenzo a Mare e a
Sanremo questa meta sia facile da raggiungere e per certi versi
completi una villeggiatura sul mar Ligure.
Fonti:
Diversi
siti Internet e Guide d’Italia del Touring Club Italiano.
Le
foto a corredo dell’articolo, reperite pure su diversi siti
Internet, rappresentano dall’alto in basso il Santuario della
Madonna Miracolosa a Taggia, una panoramica del paese di Badalucco,
la frazione di Montalto Ligure, Molini di Triora, Triora e, non
poteva
mancare, il torrente Argentina con abbondanza d’acqua.
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