Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Bell'Italia  »  Cortina d’Ampezzo, la sede dei XXV giochi olimpici invernali, di Renzo Montagnoli 05/10/2021
 
Cortina d’Ampezzo, la sede dei XXV giochi olimpici invernali

di Renzo Montagnoli



Dopo già essere stata sede nel 1956 dei VII giochi olimpici invernali, Cortina d’Ampezzo lo sarà anche per la XXV edizione del 2026, in unione - e questa è la prima volta per la capitale regionale - con Milano.

Al di là delle strutture necessarie, in parte già presenti, Cortina è una località di grande fascino, e non a caso è anche chiamata la Regina delle Dolomiti.

Di per sé è un comune di circa 6.000 abitanti, che aumentano notevolmente nei tradizionali periodi di villeggiatura estiva e invernale. Sita in provincia di Belluno è terra ladina, cioè inserita nella regione storico e geografico della Ladinia. Se i residenti in modo permanente sono pochi, la superficie comunale è la terza in tutto il Veneto con i suoi 252,81 Kmq., ricompresa tra il Cadore a sud, la val Pusteria a Nord, la val d’Ansiei a Est e l’Alto Agordino a Ovest. Cortina è letteralmente immersa nelle Dolomiti Ampezzane, fra le quali le più note sono le Tofane a Ovest, il Pomagagnon a Nord, il Cristallo a Nord-Est, il Faloria a Est, il Becco di Mezzodì e il gruppo del Nivolau a Sud; si tratta di uno scenario unico al mondo e di incomparabile bellezza.

La sua storia la vede già presente nel XII secolo, quale parte del Cadore, sottoposta al Patriarcato di Aquileia fino al 1420, allorché venne conquistata dalla Repubblica di Venezia; tuttavia, nel 1511, nell’ambito degli accordi di pace che posero termine alla guerra della Lega di Cambrai, mentre tutto il Cadore restò nelle mani della Serenissima, l’Ampezzano entrò a far parte della Contea del Tirolo; fra i secoli XVIII e XIX ci furono una serie di eventi catastrofici che colpirono Ampezzo, non solo atmosferici, ma anche di conseguenze belliche (il predominio napoleonico) e solo con la restaurazione della monarchia asburgica iniziò un periodo pace e di prosperità, almeno fino al 1915, con lo scoppio della Grande Guerra che vide la zona teatro operativo bellico. Durante il fascismo ci fu una massiccia e greve attività di italianizzazione che si attenuò nel corso della seconda guerra mondiale che gravò in modo marginale sul territorio ampezzano; intervenuta la pace, inizio un’opera di riscatto a cui non poco contribuirono i giochi olimpici invernali ospitati nel 1956.

Per quanto in zona non manchino monumenti di particolare interesse (la chiesa di San Francesco nel pieno centro del paese, edificata probabilmente nel XV secolo, è una piccola cappella privata di proprietà della famiglia ampezzana dei Costantini; il forte Tre Sassi, opera militare austriaca edificata a fine ‘800 al passo di Valparola; il castello de Zanna, una piccola fortezza edificata a fine XVII secolo e danneggiata dalle truppe napoleoniche con i ruderi caratterizzati dalle candide torri) è la natura con i suoi paesaggi che dà lustro a Cortina. In particolare si segnala l’area protetta del Parco naturale regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, esteso su 11.200 ettari e comprendente gruppi dolomitici fra i più noti: il Cristallo, le Tofane, la cima Fanes, il Col Bechei e la Croda Rossa, separati rispettivamente dalla Val Travenanzes, dalla Val di Fanes, dall’alta Valle del Boite, dalla Val Felizon, luoghi teatro di sanguinosi scontri nel corso della Grande Guerra.

Chiara è la vocazione turistica della zona, con netta prevalenza per quella invernale. Infatti, se in estate si pratica l’escursionismo, d’inverno regna sovrano lo sci, grazie alle piste, tra le più complesse e panoramiche delle Dolomiti; è indubbio che le Olimpiadi tenutesi nel 1956 abbiano consentito il riutilizzo delle strutture all’epoca predisposte, un non frequente esempio di interventi non finalizzati a un solo evento, ma destinati stabilmente ad arricchire di impianti una località. La speranza è che quanto si sta facendo per i giochi olimpici invernali del 2026 sia improntato agli stessi principi, per quanto è già evidente che la realizzazione di nuove piste avrà un impatto certamente non benefico dal punto di vista paesaggistico e dell’equilibrio degli ecosistemi, perché la costruzione di strade, l’impianto di nuove strutture di risalita, i disboscamenti necessari per realizzare le piste non possono che incidere su un ambiente delicato quale solo può esserlo quello dolomitico. La speranza è che tutto sia stato studiato nel migliore dei modi per cercare di preservare una zona che presenta problematiche anche dal punto di vista idrogeologico. Le montagne di Cortina non a caso sono tutelate dall’Unesco quali patrimonio dell’umanità e come tali devono essere rispettate e non violate e soprattutto l’interesse economico non deve essere il principale scopo di questo evento, ma si deve conciliare utile e integrità del paesaggio, per il bene di tutti. In occasione dei campionati mondiali di sci alpino del 2021 si è tenuto presente questo equilibrio e l’auspicio è che si prosegua su questa strada, perché arrivare a Cortina, soprattutto dal Passo Giau o dal Passo Tre Croci, è come immergersi in un mondo fatato, di una bellezza che induce all’estasi; si può così anche sognare a occhi aperti e illudersi di essere entrati nel mondo di Re Laurino, popolato dai suoi nanetti operosi, ma se questa è fantasia, legata alla leggenda del monarca, non lo è è il fenomeno dell’enrosadira, con le Dolomiti che al tramonto si colorano di rosa, per virare poi gradualmente al viola.

E di possibilità di trascorrere vacanze in modo vario ne esistono tante, dalle piste da sci alpino a quelle da fondo, dalle passeggiate ed escursioni anche invernali alle arrampicate, dai percorsi con la mountain bike all’ebbrezza delle vie ferrate, sempre e ovunque immersi in un una natura fantastica da appagare sia gli occhi che il cuore.

Poiché si tratta di una famosa località turistica l’ospitalità è particolarmente diffusa, così come ottime sono le strade d’accesso.

Insomma, una visita, anche solo di passaggio, è assolutamente da me consigliata, certo che non rimarrete delusi.


Nota: le fotografie, a corredo dell’articolo, sono state reperite in diversi siti Internet.


 
©2006 ArteInsieme, « 014026800 »