Kafka sulla spiaggia, di Haruki Murakami, edito da Einaudi e recensito da Siti
Fenomenologia dello spirito
“Noi
siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel
tempo d'un sogno è raccolta la nostra breve vita” (W.
Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I)
Pochi
elementi narrativi, onirici e a tratti surreali, sapientemente
intrecciati e dosati con una buona suspense rendono questo corposo
romanzo, di agevole lettura, un‘ opera originale. L’originalità
risiede di certo nella trama inizialmente molto ancorata alla realtà:
una fuga da casa di un quindicenne che affronta un viaggio alla
ricerca della propria identità per concludere il suo percorso
di iniziazione alla vita, comprensiva di accettazione e di
consapevolezza, dopo aver oltrepassato lo stesso confine della realtà
rischiando, con la conoscenza, una permanenza in un aldilà
atemporale. Tamura Kafka, o il ragazzo Corvo o se vogliamo l’amabile
vecchietto Nakata, è un personaggio che in realtà, pur
apparendo il più ancorato alla realtà, è invece
l’anello di congiunzione del reale con l’irreale, del
sogno con la realtà, il personaggio capace di intraprendere
quel percorso di conoscenza che interpreta la fenomenologia dello
spirito, per dirla come Hegel, al fine di giungere alla piena
conoscenza, a una forma di sapere assoluto. Shintoismo, animismo,
panismo fanno da cornice inoltre a una trama che pare abbia come
scopo precipuo quello di mettere in relazione i singoli personaggi
proprio tramite l’anello di congiunzione rappresentato da
Tamura il cui cognome di copertura richiama Kafka, in ceco il corvo,
e ancora è il titolo di un brano musicale e di un quadro,
elementi narrativi che si assemblano nel titolo stesso. Soffermarsi
oltre sulla trama farebbe correre il rischio di far perdere interesse
verso il romanzo il cui unico pregio, a mio modesto parere , risiede
proprio nel contenuto, ho trovato invece lo stile limitato dal plot
narrativo, incapace di aprirsi a riflessioni di più ampio
respiro che avrebbero invece permesso alla scrittura di arricchirsi
di quella stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.
Siti
