Ninfee nere, di Michel Bussi, edito da E/O e recensito da Katia Ciarrocchi
Ninfee nere – Michel Bussi – E/O – Pagg. 400 -ISBN 9788866327462 – Euro 18,00
Ninfee
nere di Michel
Bussi è
un thriller che, sin dalle prime pagine, avvolge il lettore in una
trama densa di mistero, portandolo nel suggestivo villaggio di
Giverny, celebre non solo per la sua bellezza idilliaca, ma anche per
essere stato la musa ispiratrice delle celebri opere impressioniste
di Claude Monet. Ma dietro il fascino pittoresco di questo luogo si
nasconde un oscuro intreccio di segreti, passioni, e misteri
irrisolti.
Il
romanzo si apre con un omicidio: Jérôme Morval, medico del
villaggio e amante dell'arte, viene trovato morto vicino a un
ruscello, con un biglietto in tasca che cita Monet e la bellezza.
Questa morte è solo l'inizio di una trama intricata e mozzafiato,
che si snoda attraverso la vita di tre donne, apparentemente
scollegate, ma unite da un filo sottile e segreto. Una bambina
prodigio, una giovane maestra insoddisfatta e una vecchia vedova
solitaria che osserva tutto dal suo mulino.
Fin
qui potrebbe sembrare una classica trama da giallo, ma Michel
Bussi non
si accontenta di seguire una narrazione lineare e prevedibile: il
vero colpo di genio sta nella struttura temporale che dà forma alla
storia. Le vite delle tre donne non si svolgono, come il lettore
potrebbe pensare, nello stesso momento. Le loro esistenze
appartengono a “piani temporali diversi”, e sarà solo alla fine
che questa verità emergerà, svelando un intreccio che è insieme
commovente e sconvolgente.
Questo
uso del tempo nella narrazione è il cuore pulsante di “Ninfee
nere”,
Bussi manipola abilmente la percezione del lettore, nascondendo e
rivelando dettagli in modo strategico. Ogni pagina sembra condurti
più vicino alla soluzione del mistero, ma al contempo solleva nuovi
interrogativi che ti spingono a continuare la lettura. I colpi di
scena si susseguono uno dopo l'altro, ma senza mai risultare
forzati o gratuiti. La verità si disvela solo nel finale, in un
crescendo di tensione e sorpresa che lascia senza fiato.
Stéphanie
Dupain, la giovane maestra insoddisfatta, è uno dei personaggi più
affascinanti, intrappolata in un matrimonio con Jacques un uomo che
non comprende le sue aspirazioni, si trova a flirtare con l'ispettore
Laurenc Sérénac, giunto a Giverny per indagare sull'omicidio. Il
rapporto tra Stéphanie e Sérénac è un intricato gioco di
attrazione, ambiguità e segreti; lui è attratto da lei, e lei
sembra rispondere, ma resta sempre sfuggente, avvolta da un velo di
mistero che non si riesce mai a penetrare completamente.
La
maestria di Bussi sta nel creare personaggi che sembrano persone
reali, con le loro fragilità e contraddizioni, le relazioni tra i
protagonisti sono realistiche e ognuno di loro ha un ruolo importante
nella risoluzione del mistero, anche quando sembra marginale.
Le
famose ninfee di Monet, che si riflettono sugli specchi d'acqua di
Giverny, sono un simbolo di segreti nascosti sotto la superficie, di
bellezza e mistero, di tempo che scorre e si ferma allo stesso tempo.
Monet, con la sua ossessione per la luce e il colore, diventa parte
integrante della storia. Il lettore non può fare a meno di sentirsi
immerso in quel mondo impressionista, dove la realtà si fonde con il
sogno e l'apparenza con la verità.
Ho
apprezzato moltissimo “Ninfee
nere”, Michel
Bussi riesce
a mescolare arte, suspense e profondità psicologica in un racconto
che tiene incollato il lettore fino all'ultima pagina. È una
lettura che lascia il segno, facendoci riflettere su come il tempo,
la memoria e la percezione siano elementi fondamentali non solo
nell'arte, ma anche nella vita stessa.
Katia Ciarrocchi
