Il brigante e il generale, di Carmine Pinto, edito da Laterza
Il brigante e il generale.
La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola
di Carmine Pinto
Laterza Editori
Storia
Pagg. 272
ISBN 9788858147504
Prezzo Euro 19,00
I due nemici
Di Carmine Pinto, docente di storia contemporanea all'Università di Salerno, avevo già letto La guerra per il Mezzogiorno, un saggio storico di notevole interesse e valore per completezza ed esposizione di quel che è stata l'epopea del brigantaggio conseguente all'Unità d'Italia, un fenomeno storico che interessò il meridione incentivato da un tentativo di restaurazione dell'ex Regno delle Due Sicilie. Nel corso di quella lettura avevo apprezzato lo stile snello e sobrio dell'autore, capace di dare una visione chiara di un fenomeno complesso, una vera e propria guerra civile, per quanto limitata territorialmente. Devo riconoscere che il tema affrontato è per me appassionante, anche perché costituisce il cavallo di battaglia dei neo borbonici che danno una visione romantica e distorta dei briganti, personaggi che si possono tranquillamente etichettare come criminali, senza timore di sbagliare. Fra questi delinquenti emergeva Carmine Crocco, individuo dotato di una certa intelligenza che finì per portarlo a essere considerato il capo di questa confraternita di malviventi.
Pertanto, visto che Carmine Pinto ha scritto anche un saggio specifico, intitolato Il brigante e il generale, dove racconta della vita e dei misfatti di questo capo dei capi e del suo implacabile nemico, il generale Emilio Pallavicini Di Priola, ho ritenuto opportuno leggere anche questo lavoro.
Ebbene, devo riconoscere all'autore di aver scritto un testo appassionante come un romanzo storico, un'opera che descrive in capitoli alternati la vita di questi due contendenti, per poi giungere a parlare di entrambi nelle stesse pagine quando lo scontro diventa inevitabile. Il brigante si era formato alla scuola della malavita, ma ideò delle tattiche di guerriglia che verranno applicate dai rivoluzionari del secolo successivo; il generale, formato all'Accademia militare, ma con esperienze di guerra maturate nel corso del conflitto del 1856 fra la Russia e la Turchia e i suoi alleati, fra i quali il regno di Piemonte, nonché nella seconda guerra di indipendenza del 1859, riuscì a dimostrare una straordinaria elasticità di vedute, tale da fargli adottare innovative tattiche di contro guerriglia; in pratica, se il briganti potevano contare sulla loro mobilità e sull'aiuto della popolazione, spesso imposto con la forza e con il terrore, il fare terra bruciata intorno a loro, con gli arresti preventivi di familiari e amici, e il ricorso al pentitismo, furono i motivi del successo del generale, grazie anche al concorso organico e non improvvisato delle truppe regolari, della Guardia Nazionale e dei volontari. Aggiungo che Pallavicini da un lato attuò una politica volta a rassicurare i cittadini, con episodi anche eclatanti, come pubbliche fucilazioni di briganti, e dall'altro fece in modo che la popolazione avesse analogo timore di quello provato nei confronti dei malviventi.
Si trattò di una guerra spietata, spesso senza prigionieri, in cui la ferocia di alcuni briganti fu estrema, come nel caso di Ninco Nanco, luogotenente di Carmine Crocco.
Vinse lo Stato, molti delinquenti furono giustiziati, altri finirono in galera, spesso a vita, come nel caso di Crocco, che anche dietro le sbarre mantenne quella sua aria di superiorità a cui teneva tanto. Emilio Pallavicini avanzò nella carriera, non forse come aveva sperato, ma la sua vita privata di donnaiolo e giocatore con una situazione debitoria incresciosa pesò abbastanza. Comunque il generale non ebbe di che lamentarsi e anche lui raggiunse una fama invidiabile; tuttavia, per le stranezze della vita, oggi, anche per merito o demerito dei neo borbonici, è più conosciuto Carmine Crocco.
Il libro è veramente bello e appassiona dalla prima all'ultima pagina ed è pertanto ovvio che sia più che meritevole di lettura.
Carmine
Pinto
insegna Storia contemporanea presso l'Università degli Studi di
Salerno. Ha scritto sui sistemi politici del Novecento e si occupa di
guerre, conflitti civili e movimenti nazionali nel XIX secolo. Per
Laterza è autore di Il
brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio
Pallavicini di Priola (2022).
La
guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti
1860-1870 ha
vinto, tra gli altri, il Premio Cherasco Storia, il Premio Sissco, il
Premio Fiuggi Storia e il Premio Basilicata.
Renzo Montagnoli
