logo
homeRecensionisep
Ogni cosa che cade ha il suo rumore, di Carla De Angelis, edito da Fara

Ogni cosa che cade ha il suo rumore, di Carla De Angelis, edito da Fara

Ogni cosa che cade ha il suo rumore

di Carla De Angelis

Fara Editore

Poesia

Pagg. 72

ISBN 978 88 9293 182 4

Prezzo Euro 12,00



Prolifica ed eclettica



Credo sia indubbio che la vena poetica di Carla De Angelis si rigeneri di continuo, perché altrimenti non troverebbe spiegazione la frequente uscita editoriale, che da un po' di tempo ha quasi una cadenza annuale. Però quello che stupisce è l'ecletticità dell'artista che non si limita a ricorrere, magari approfondendola, a una costante tematica, ma che esplora di continuo nuovi territori, sviluppando idee originali. E' anche questo il caso dell'ultima raccolta, Ogni cosa che cade ha il suo rumore, titolo strano che è quello di una poesia ricompresa nella silloge ( Ogni cosa che cade ha il suo rumore / vorrei sentire scorrere ogni senso e riconoscere / la spinta del tempo passato / le mani unite in uno scambio di gesti di pace / insieme / Perché da soli non è facile / nemmeno riconoscersi). Credo che sia opportuno che mi soffermi un po' su questi versi, perché rappresentano la sintesi di tutta la poetica di Carla De Angelis; lì troviamo infatti esperienze di vita la cui memoria provoca uno stato emozionale espresso in poesia. In buona sostanza la poetessa ci fornisce un filo conduttore che si basa sul tempo e sulle relazioni umane, dato che il rumore di quello che cade può essere interpretato come l'ineluttabilità degli accadimenti, mentre la spinta del tempo passato evoca sia la nostalgia di ciò che è stato sia il trascorrere indifferente delle ore, degli anni, di tutto ciò che si verifica con il tempo. In questa esistenza c'è un senso che è dato dall'aiuto reciproco (le mani unite e i gesti di pace), ma ciò che è più significativo - e che testimonia che il destino dell'uomo è solo la necessità inderogabile di coesistere - è dato dalla riuscitissima chiusa (perché da soli non è facile). In tutta sincerità, pur sempre apprezzando le poesie di Carla De Angelis, mai più avrei immaginato che potesse arrivare a una così approfondita sintesi, tale da strappare un applauso. Non vorrei che però si dicesse che la raccolta si esaurisce con questa poesia, perché ci sono altri versi che meritano attenzione, destando particolare interesse. Purtroppo, spazio e tempo mi impongono di non attardarmi a parlare di tutto, così che mi sono limitato a scegliere un'altra poesia, che mi ha colpito in modo particolare. E' questa:


Scrivo e cammino in fuga

come un ago che non trova il filo

gira intorno alla cruna


Tornerà la buona sorte

inesorabile la lancetta gira

ad ogni tic tac qualcuno nasce

qualcuno muore

(nessuno ascolta Cassandra )


Quello che più ho apprezzato in questi versi è il loro simbolismo, dove si riscontra una visione dell'esistenza come una sequenza di eventi, con l'alternanza delle nascite e delle morti, che sembrano regolate da un tempo indifferente e implacabile. E in questa realtà la poetessa sembra essere in movimento alla ricerca inutile di un approdo sicuro, una riuscita immagine di un essere umano in balia degli eventi, segnato da un destino che l'accompagna dall'alba al tramonto.

Non intendo andar oltre, anche se ne avrei voglia, perché credo che per quanto abbia cercato di motivare il mio giudizio ampiamente positivo non potrà mai essere pari all'impressione di chi legge, all'entusiasmo che lo anima, all'emozione di un verso in cui scopre qualcosa di sé.



Carla De Angelis è nata e vive a Roma. Nel 1995 il Presidente della Repubblica le ha conferito l'onorificenza di Cavaliere. Con Fara ha pubblicato in poesia: Salutami il mare (2006), A dieci minuti da Urano (2010), I giorni e le strade (2014), Mi fido del mare (2017), Fra le dita una favilla sembra sole (2019), Tutto il tempo sul petto. Poesie (2006-2021)Ogni giorno cerco di capire (2024). Nel 2011 esce Mi vestirei di mare (Progetto Cultura). Ha ideato e cocurato le antologie Corviale cerca poeti per la Biblioteca “Renato Nicolini” di Roma e, con Stefano Martello, per Fara, i saggi Diversità apparenti (2007), Il resto (parziale) della storia (2008), Il valore dello scarto (2016). È inserita ne Le ali della terra. Altre poetesse fuori dal coro (a cura di Marco Onofrio, EdiLet 2021). Nel 2021 è stata nominata Accademico de “Il Convivio”.


Renzo Montagnoli