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Un raro fiore, di Mariangela De Togni

Un raro fiore, di Mariangela De Togni

Un raro fiore

di Mariangela De Togni




Di te sapevo soltanto il nome:

Celina. Non capivo ancora

che tu fossi il raro fiore

che il mondo cercava.


E mi sono lasciata condurre

su sentieri azzurri

dove il rosa scandisce estatiche

porte di cedro. E io sento

i passi che mi hanno

condotta nella meraviglia

come ali silenziose e raggianti

là dove ogni fatica si dilegua

nell'impeto di un coro stellato.


Così, ho pregato ciò che posseggo

di più luminoso,

ho pregato il mio stupore.


Quando labbra di pergamena

dissaldano la stretta mappa

sul tesoro che tu sei per noi

e imprime negli occhi la sua urna di sole

ognuno ti vorrebbe per sé.

Ma ormai il tuo oceano d'amore

è per la moltitudine

di carovane che attraversano

la notte per giungere dove tu,

raro fiore, ti sveli e ti riveli

nel puro silenzio della solitudine

accesa nelle roventi

frange di sabbia che ti celano.



Ma a tendere l'ascolto, il silenzio

arso mi fa precipitare in una voce

umida come le valli bianche

che levitano nel mattino.


L'orizzonte si genuflette

al vento avvitato in petali

nell'aspra chiarità del cielo.

E tu raro fiore di bellezza

sei un danzante respiro di seta

della misericordia di Dio.

Rimarrà sulla polvere

la tua impronta tessuta con i fili

della luna sul mare.


Mentre la mia penna si scioglie

dove supremo è il disegno di luce.


Come parlare di te, Celina,

come raccontare la tua alba d'anima

l'oceano in tumulto

che ti colmava di gioia e di stupore

e di riverenza per quel suo fremere

immenso e profondo?

Come raccontare il tuo sguardo

smarrito di cielo?


La mia penna si sfalda dove perpetua

è la corrente dell'ombra divina.


Ma tu, raro fiore

nelle mani dell'Altissimo,

sei diventata come un narciso di Sharon

come un giglio delle valli.

Il tuo profumo si spanderà

come un melo tra gli alberi

della foresta.



Oh, correte figlie di Brigida Morello,

correte e guardate la più bella

tra voi, vestita con la tunica

regale e sul capo la corona della gloria.

La più cara in terra d' India.

Perché al Re è piaciuta

la sua bellezza!


Da Si può suonare un notturno su un flauto di grondaie? (Fara, 2016)