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Fine di un’estate

Fine di un’estate

Fine di un'estate

di Renzo Montagnoli



Tanto attesa, quasi una meta

così agognata nel volgere

al tramonto di una vita,

l'estate era alla fine arrivata,


con i suoi carichi di luce,

con le sue giornate lunghe,

con il tepore dei primi giorni

presente nei sogni dell'inverno.


Ma poi un sole impazzito

aveva preteso di conquistare il mondo,

di schiacciare in una valle ardente

ogni essere vivente.


Giorni e giorni di calore, col sudore

che imperlava ogni volto,

quasi sempre asserragliati in casa

sognando un fresco che mai arrivava.


Ma poi, quando ormai si disperava,

un vento improvviso, tuoni lontani

in avvicinamento, caldi goccioloni

prima radi, poi più fitti e anche più freschi


sono stati il segnale che il tempo

cambiava, che la calura opprimente

finalmente se ne andava, nel frastuono

di un temporale ormai diventato burrasca.


Nel buio che aveva cacciato la luce

le chiome degli alberi ondeggiavano al vento,

la grandine cadeva come un tormento,

la temperatura scendeva di colpo.


Come ogni anno si spezzava l'estate,

finiva una stagione che sarebbe tornata

da lì a un altr'anno, un tempo lungo

per chi è con gli anni avanti


e che tuttavia, nonostante la tortura

delle alte temperature, il ritmo

necessariamente lento per non affaticarsi,

spera in un suo ritorno, un anno ancora


di gioie familiari, di casti abbracci a letto,

di piccoli sogni per chi non può sognare,

di occhi estasiati di fronte ad albe e tramonti,

di corpi sudati che profumano di vita.


Da La vecchiaia