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Disertori. Una storia mai raccontata della seconda guerra mondiale, di Mimmo Franzinelli, edito da Mondadori

Disertori. Una storia mai raccontata della seconda guerra mondiale, di Mimmo Franzinelli, edito da Mondadori

Disertori

Una storia mai raccontata della seconda guerra mondiale

di Mimmo Franzinelli

Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.

Storia

Pagg. 406

ISBN 9788804676829

Prezzo Euro 15,50





Una storia poco nota





La diserzione fu un fenomeno particolarmente eclatante nel corso della Grande Guerra, tanto da far pensare che si sia trattato di un evento la cui enorme portata dovesse essere considerata del tutto eccezionale e che per il seguito potesse ricondursi a numeri ben più ridotti ritornando nelle caratteristiche fisiologiche di ogni conflitto. E invece caratterizzò in modo massiccio anche la seconda guerra mondiale, come ci svela Mimmo Franzinelli con questo interessante saggio che presenta le caratteristiche di impostazione strutturale organica propria di tutte le opere dello storico bresciano.

Non si può che tributare un plauso a chi porta alla luce un fenomeno nella sua reale dimensione e indubbiamente la diserzione caratterizzò non poco non solo gli anni di guerra, ma ebbe inizio alle prime avvisaglie del conflitto, quando ancora i cannoni non tuonavano; è quanto si viene ad apprendere nel leggere il primo capitolo, intitolato Diserzioni tra pace e guerra, con particolare riguardo al fenomeno nelle terre di confine. E' però a conflitto già iniziato che il fenomeno si accentua in modo rilevante, con cause diverse, anche se la principale resta sempre il timore di perdere la vita. Nel secondo capitolo (Caleidoscopio balcanico) si evidenzia come nei Balcani le diserzioni abbiano finito per incrementare la resistenza locale, né si tralascia quanto accadde alle nostre truppe in terra di Russia, come ben riportato nel terzo capitolo (La campagna di Russia). In effetti nel Regio Esercito si diventava disertori o per un ritardo nel rientro al reparto dalla licenza, oppure in circostanze varie, soprattutto equivoche. Le conseguenze per i rei, una volta che erano riacciuffati, raramente erano irreparabili, nel senso che le condanne a morte erano sporadiche e il più delle volte commutate in anni di reclusione, in ogni caso da scontare a guerra finita. Non sarà così purtroppo con l'armistizio e la divisione del paese in due stati con la diserzione che accomuna il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana. Peraltro, prima di arrivare a parlare di questo fenomeno riscontrabile nelle parti opposte, Franzinelli molto opportunamente ci introduce alla durezza delle conseguenze della diserzione con i Capitoli intitolati Fucilazioni alla schiena e Badoglio fuoco sui disertori!

Le motivazioni di chi fuggiva dal servizio militare erano però diverse nell'effimero regno meridionale (Nel Regno del Sud), un po' perché l'esercito era talmente da rifare da mancare di tutto, anche delle scarpe, il che finiva per demoralizzare i soldati, sia per necessità familiari, legate spesso ai lavori agricoli.

Differenti erano i motivi della diserzione nella RSI (Disertare Salò) in cui tranne i pochi convinti del nuovo stato repubblicano, gli altri erano di fatto costretti a diventare renitenti, o ad arruolarsi, salvo poi spesso e volentieri passare armi e bagagli alla Resistenza. Tuttavia il fenomeno, inserito nel quadro della guerra civile, si cercò a lungo di ostacolare, soprattutto o rivalendosi sui familiari dei renitenti, oppure applicando sanzioni durissime, fra le quali la condanna a morte, con rare eccezioni di commutazione della stessa nel carcere. Mano a mano che la sconfitta si avvicinava la violenza dilagava e di questo furono vittime anche diversi disertori, passati per le armi senza prima essere giudicati da un tribunale militare. Dulcis in fundo, dato che la giustizia in Italia è inflessibile con i ladri di polli, chi era stato condannato per diserzione con pena da scontarsi a conflitto ultimato fu chiamato a scontare la sentenza, dopo che la guerra era già finita. C'è da dire che per chi aveva combattuto fra i partigiani venne applicata un'attenuante meritoria che impedì la reclusione, mentre in altri casi non fu facile sfuggire alle conseguenze della condanna, anche se si finì per applicare sia direttamente, che indirettamente, la clemenza.

Il libro è veramente interessante e come al solito supportato da ampia e attendibile documentazione.

Da leggere, senza dubbio.









Mimmo Franzinelli (Cedegolo, 1954) studioso del fascismo e dell´Italia repubblicana, componente del comitato scientifico dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione "Ferruccio Pari", è autore di numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I tentacoli dell´Ovra (1999, premio Viareggio 2000), Rock & servizi segreti (2010) e Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia (2011); per Mondadori, L´amnistia Togliatti (2006), Il delitto Rosselli (2007), Beneduce. Il finanziere di Mussolini, con Marco Magnani (2009), Il Piano Solo (2010), Il prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018); per Rizzoli, La sottile linea nera (2008). Con Feltrinelli ha pubblicato: La Provincia e l´Impero. Il giudizio americano sull´Italia di Berlusconi, con Alessandro Giacone (2011), Delatori. Spie e confidenti anonimi: l´arma segreta del regime fascista (UE 2012), Il Giro d'Italia. Dai pionieri agli anni d'oro (Feltrinelli, 2013), - per gli Annali della Fondazione Feltrinelli - Il riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964), con Alessandro Giacone (2013) e Fascismo anno zero (Mondadori 2019), Croce e il fascismo (Laterza 2024), Mussolini racconta Mussolini (Laterza 2024).



Renzo Montagnoli