La memoria dimezzata. I campi fascisti nelle testimonianze slovene, di Marta Verginella, Oto Luthar e Urska Strle, edito da Donzelli
La memoria dimezzata.
I campi fascisti nelle testimonianze slovene
di Marta Verginella, Oto Luthar, Urska Strle
Donzelli Editore
Saggistica storica
Pagg. 320
ISBN 9788855226899
Prezzo Euro 27,00
La preoccupazione di raccontare la verità verificata
Può sconvolgere pensare che durante l'occupazione dei Balcani il nostro comportamento non differì da quello dei nazisti, ma fu proprio così. Forse è proprio per evitare perniciose ed errate contestazioni che gli autori di La memoria dimezzata, che narra dei campi fascisti nelle testimonianze slovene, si preoccupano soprattutto di specificare il metodo adottato al fine che i fatti riportati corrispondano senza ombra di dubbio a verità. Di conseguenza il lavoro è strutturato in modo strano, nel senso che le prime 35 pagine del capitolo iniziale chiamato Il progetto si preoccupa di mostrare il metodo scientifico che ha consentito ai tre autori di stilare il libro. Peraltro, anche nelle parti successive (Occupazione, Resistenza e internamento; La vita nei campi fascisti attraverso fonti e testimonianze; Ritorno a casa; Ricordare; I ricordi delle vittime e la politica della memoria) è sempre presente, rendendosi impellente, la necessità di mostrare la veridicità degli eventi raccontati, nel timore evidente di non essere creduti, vista, soprattutto in Italia, la radicata convinzione del soldato italiano buono e misericordioso. Del resto non è da molto che anche da noi si scoprono gli altarini e che emergono gravi responsabilità a tutti i livelli degli occupanti in quei territori slavi.
Questa caratteristica rende non agevole la lettura e fa correre il rischio di non consentire di raggiungere lo scopo per cui il libro è stato scritto, per quanto, riuscendo a discriminare quanto non direttamente pertinente, il lettore possa ottenere una visione drammatica di quello che dovette subire il popolo sloveno la cui colpa era solo quella di non essere italiano. Fucilazioni, deportazioni, carcerazioni basate quasi sempre su semplici e non provati sospetti erano all'ordine del giorno e non c'è quindi da meravigliarsi, senza che per questo siano giustificate, le reazioni di quelle genti che portarono a infoibare degli italiani.
Il lavoro dei tre autori è indubbiamente utile, ma la possibilità che possa essere compreso dal grande pubblico, che in genere è quello che crede nell'italiano brava gente, è però remota, risultando un'opera più fruibile dagli addetti ai lavori, cioè da storici o comunque appassionati di storia.
Marta Verginella insegna storia del XIX secolo e teoria della storia all'Università di Lubiana. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato Il confine degli altri (2008) e La guerra di Bruno (2015)..
Oto Luthar, ricercatore presso l'Istituto per gli studi culturali e della memoria, Zrc Sazu, si occupa di storia e teoria della storiografia e di storia della violenza.
Urska Strle, ricercatrice presso l'Accademia slovena delle scienze e delle arti e il Centro di ricerca scientifica di Capodistria, si occupa di storia di genere e storia orale.
Renzo Montagnoli
